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Rodi

L'isola di Rodi

...dodecanneso in love

La proposta in breve

Rodi, l’isola più grande del Dodecaneso, è famosa per le località balneari, le antiche rovine e per essere stata la roccaforte dei Cavalieri di San Giovanni durante il periodo delle Crociate. E’ una rinomata meta turistica soprattutto nei paesi del Nord Europa. Durante il vostro soggiorno incrocerete soventemente molti scandinavi, inglesi e tedeschi che qui hanno comprato casa e passano gran parte dell’anno, godendo della piacevole condizione climatica  e della sua atmosfera distesa e rilassata così tanto inequivocabilmente greca.

  • Per chi è questo viaggio? Il viaggio è consigliato per coloro che amano il mare, la buona cucina greca, le antiche vestigia medievali
  • Quando mi consigliate di partire? Ogni stagione ha il suo fascino, ma noi consigliamo ovviamente l’estate per godere a pieno del mare limpidissimo del dodecanneso
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Approssimativamente una settimana sarà sufficiente
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è medio- bassa rispetto all’Italia
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Nella nostra guida ti racconteremo tra le altre delle bellissime città di Rodi e Lindos, delle spiagge del nord come Agathi e Anthony Quinn Bay, di quelle deserte del sud come Prassonissi o la selvaggia agios Georgios
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? L’isola di Rodi è la più grande del Dodecanneso, consigliamo  quindi di noleggiare una macchina rispetto ad uno scooter e di spezzare possibilmente il soggiorno in 2 abitazioni separate, una al nord e l’altra a sud.
  • Quali specialità culinarie mi aspettano? La tradizionale cucina greca con qualche contaminazione turca soddisferà ogni vostra passione culinaria. Segnaliamo gli onnipresenti spiedini Souvlaki, la classica Moussakà o il Pasticio, i dolcissimi Baklava e Kataifi

L'itinerario!

9 imperdibili tappe per visitare l’isola più grande del dodecanneso

La Bandiera di Rodi

Sebbene in tutto il Dodecanneso sventoli la bandiera ufficiale della Grecia, a Rodi vedrete qua e là questa strana bandiera con la simbolica faccia di Elios, il dio Sole, a cui l’isola sin dall’antichità era devota. La scritta che vi appare invece per chi non conosce l’affascinante alfabeto greco significa “Popolo di Rodi”

La prima tappa

Anthony Quinn Bay – Ladiko

È forse la più famosa spiaggia di Rodi. La baia è stupenda e merita assolutamente una visita. La spiaggia è costituita da piccoli ciottoli e ghiaia. Il paesaggio è mozzafiato, il colpo d’occhio dall’alto è davvero impressionante; l’acqua cristallina color smeraldo, l’insenatura che ti avvolge, la vegetazione che contrasta con il mare. Il fondale, profondo fino a 5 metri circa all’altezza delle boe, offre una moltitudine di scogli, qualche alga e diverse tipologie di pesci, così da rendere molto gradevole anche lo snorkeling.

Purtroppo essendo una delle spiagge più belle dell’isola e trovandosi molto vicino alla turistica Faliraki, è sempre strapiena di gente. Consiglio quindi vivamente di andarci la mattina presto (anche prima delle 9:00) per godere a pieno della bellezza del posto e prendere uno dei carissimi ombrelloni nelle prime file leggermente isolato dagli altri. La ressa arriva gradualmente sia da terra che da mare (le numerose crociere giornaliere fanno tutte tappa qui) e senza un lettino ed ombrellone si fa fatica a trascorrervi una mezza giornata, sia per la mancanza di spazio, che per l’assenza di sabbia.

Dalla parte opposta della baia si trova una seconda discesa che porta ad un’altra bellissima insenatura ove sono disposti altri lettini e ombrelloni a pagamento, qui si entra in mare da un pontile da cui i bagnanti si tuffano.

Proprio di fronte, nella stessa baia si trova la spiaggia di Ladiko. Venendo dalla strada, sarà la prima che incontrerete. Rispetto alla vicina Quinn la piccola Ladiko beach è più adatta a chi ha bambini in quanto di sabbia fine, con parcheggio adiacente nonché con tutti i servizi essenziali. Acqua cristallina, fondale di roccia e sabbia con un mix di colori turchese e azzurro molto suggestivo. Ottimo per snorkeling. Anch’essa spesso molto affollata.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Il parcheggio per entrambe le insenature è limitato, specialmente in alta stagione e se arrivate tardi rischierete di non trovare posto. La località è collegata anche con servizio autobus dalle principali cittadine dell’isola. Consiglio di pranzare nel ristorantino che sovrasta la baia, ottimo cibo e prezzi adeguati alla qualità del cibo o altrimenti prendere uno dei panini espressi del negozio ambulante accanto al ristorante.

La seconda tappa

Traganou Cave – Afandou

Le spiagge di Traganou e di Afandou si trovano sulla costa orientale dell’isola e si raggiungono in auto dalla città di Rodi in circa 30 minuti. Ci sono anche degli autobus che partono dalla stazione dei bus nel centro di Rodi (accanto al mercato nuovo – Nea agorà) e che hanno fermate su tutta la costa in corrispondenza delle spiagge più frequentate.

Rispetto a tantissime altre spiagge gettonate di Rodi, super attrezzate, super servite e anche super costose, qui sembra un’altra isola.

Sono spiagge molto grandi, per lo più libere, con poca gente, prevalentemente greca; si può tranquillamente stare a 100m dai propri vicini, in totale solitudine e tranquillità. Qua e là troverete chioschetti con servizio cucina e bar che affittano lettini e ombrelloni con prezzi decisamente economici. Ampio parcheggio gratuito. Doccia e bagni pubblici, gratuiti sulla spiaggia.

Non sono spiagge di sabbia fine, ma sono composte da sassolini e ghiaia che rendono limpidissima l’acqua del mare.  Il mare che diventa profondo dopo pochi metri ha un colore da urlo: azzurro e trasparente come pochi sull’isola.

A Traganou se camminate oltre alla concessione dei membri dell’esercito ellenico, e vi avvicinate alle rocce scoprirete calette, grotte sovra e sottomarine, bellissime per lo lo snorkeling. Consigliate ciabatte o scarpette perché i sassolini qui sono un po’ fastidiosi.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Evitate Faliraki se non siete persone da riviera romagnola. Affollata di stabilimenti ed ecomostri alberghieri, colonia inglese in terra greca, piena di pub e fast food. Purtroppo si fa fatica a non gridare allo scempio naturale, vittima del peggiore turismo che ripropone lo stesso orribile cliché tanto a Sharm el Sheikh quanto a Cancun.

La terza tappa

A spasso per Rodi città

Camminare nei viottoli della città antica è a dir poco emozionante, sembra di tornare indietro nel tempo. 

Le mura che circondano la città sono in ottime condizioni strutturali. Un sistema difensivo gigantesco e spettacolare, un pezzo di storia importante della città che per alcuni secoli fu considerata inespugnabile. Le mura hanno porte ogni cento metri circa.  Meravigliosa è la porta d’Amboise, da dove vi consigliamo di partire per una piacevole passeggiata culturale. 

Passando per un secondo portale vi troverete subito nel cuore del centro storico, alla fine della celebre Via dei Cavalieri, dove si erge l’entrata del Palazzo dei Gran Maestri, il castello più bello ed imponente dell’intera isola. Lo splendido palazzo trecentesco fu realizzato dai cavalieri dell’ordine di San Giovanni, successivamente diventati dell’ordine di Malta, che governarono l’isola per circa duecento anni.

Edificato come protezione estrema agli attacchi degli invasori, è diventato in seguito una galera sotto la dominazione ottomana e nel 1856 è andato distrutto a causa dell’esplosione di una polveriera nella vicina chiesa di San Giovanni.

Fu ricostruito quasi interamente, cercando di restare il più fedele possibile all’originale, nel periodo di colonizzazione italiana dal 1937 al 1940 per ospitare la sede del governo italiano sulle Isole dell’Egeo ai tempi del fascismo. Di originale dell’antica costruzione è rimasta solo l’entrata del palazzo con le imponenti torri.

Oggi il palazzo si presenta come un museo alquanto povero di autenticità e originalità. Tutto ciò che è presente nel palazzo e che va ad allestire i vari ambienti in realtà è stato preso dagli italiani che hanno governato l’isola in periodo fascista da altri musei e siti d’Europa. Le armature, i pezzi di mobilio, gli oggetti antichi, i quadri, gli arazzi, gli antichi capi d’abbigliamento non sono mai appartenuti in realtà alla storia di questo palazzo, ma sono stati portati qui per adornare il palazzo, soprattutto prevedendo la visita di Mussolini, che in realtà non approdò mai a Rodi.  I pezzi più preziosi sono i pavimenti di mosaico antico, di epoca greca, che sono stati staccati da scavi archeologici provenienti da templi e antiche dimore dell’isola di Kos. L’entrata con la grande scalinata ha un fascino particolare. Dal giardino si godono splendide vedute e la passeggiata al suo interno è meravigliosa.

Per la visita all’interno della fortezza c’è un biglietto da pagare che include anche la visita all’interessante Museo Archeologico, che ha sede nell’antico Ospedale dei Cavalieri di San Giovanni, costruzione completamente originale, quindi molto più antica.

Un edificio piuttosto semplice che si svolge su tre piani, con un grande cortile porticato.
All’interno dell’edificio vi è una vasta collezione di epitaffi così come anche un enorme numero di interessanti statue incluse due Kouros e due Afrodite (la più piccola delle quali del I sec a.C. è nota come Afrodite di Rodi) ed un’ampia collezione di urne e vasi. Molto suggestiva è la grande sala dei pazienti, dove sono esposte lapidi scolpite di Cavalieri, emblemi cavallereschi e un sarcofago romano usato per la tomba del Gran Maestro Kornegian. L’esterno è un trionfo di giardini lussureggianti, bianchi cortili inondati di sole, terrazze con pergole traboccanti di tralci, leoni bianchi di guardia su piedistalli, grandiosi mosaici, un labirinto in cui è bello perdersi. 

La Via dei Cavalieri, una strada tutta acciottolata che conserva ancora un aspetto decisamente medievale. La strada corre dal Palazzo del Gran Maestro fino all’Ospedale dei Cavalieri di San Giovanni al mare. Le sue sette locande o logge ospitavano i cavalieri, uno per ciascuno dei sette diversi paesi da cui provenivano. In molti edifici oggi sono ospitati i consolati e gli uffici di alcune ambasciate estere, ben riconoscibili da stemmi e fregi. Una delle particolarità più interessanti è la realizzazione dell’acciottolato, veramente suggestivo, la cui visione migliore si ottiene ammirandolo dal basso. La strada infatti è in leggera salita.

All’interno della cerchia muraria vi consigliamo di perdervi tra le nascoste piazzette lussureggianti e le strade acciottolate, inoltre non mancate una una visita alla Moschea di Solimano, alla Torre dell’Orologio, e una passeggiata per la turistica via Socrate, fino alla nevralgica piazza Ippocrate con la centrale fontana ottomana e la scalinata in pietra della “Giuderia” che poggia sulla Loggia dei Mercanti.

Dalla porta di Thalassini Pyli passeggiate fino all’estremità di una strada rialzata, fermandovi per ammirare tre mulini a vento ben conservati, per raggiungere in seguito la fortezza di Agios Nikolaos del XV secolo, costruita per proteggere il porto di Mandraki dagli invasori. All’ingresso del porto, un cervo e una cerva in bronzo di epoca veneziana si ergono in cima a colonne di pietra, accogliendo i naviganti. Si narra che qui un tempo poggiassero le gambe dell’enorme e celebre Colosso di Rodi, una delle 7 meraviglie del mondo antico.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

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Il Colosso di Rodi

Nel 300 A.C. per celebrare la vittoria dopo un lungo assedio, i rodiesi decisero di costruire una gigantesca statua, alta 32 metri, rivestita in bronzo, in onore di Elio, loro protettore. La statua crollò appena 67 anni più tardi a causa di un forte terremoto, ma rimase per sempre impressa nelle menti di tutti i popoli.

aereo

E’ possibile raggiungere Rodi con voli diretti dall’Italia o passando da Atene. L’isola è inoltre collegata tramite traghetti nazionali al porto del Pireo di Atene. Come capoluogo del Dodecanneso infine Rodi è collegata a tutte le altre isole dell’arcipelago con rotte pressochè giornaliere.

La quarta tappa

Agathi – Golden Beach

Agathi è una bella spiaggia, lunga circa 200 metri, chiusa in una splendida baia, mai troppo affollata. Dista poco più di una decina di chilometri da Lindos, in direzione nord.
Per raggiungerla in auto dovrete percorrere le ultime centinaia di metri su strada sterrata, ma non avrete bisogno di una Jeep, basterà andare a passo d’uomo.

E’ una spiaggia dorata di rena finissima, tanto da essersi meritata l’appellativo di “golden beach”. Una spiaggia speciale da ammirare perché fantastica.

Ampio parcheggio gratuito, mare trasparente e fondale basso, che digrada molto molto dolcemente.  La struttura presente è stata recentemente chiusa e quindi la spiaggia è da considerarsi completamente libera. Dovrete essere quindi equipaggiati di tutto da bevande e cibo ad ombrellone e asciugamano. Esistono solo delle docce sparse qua e là e dei bagni alquanto fatiscenti. Nelle ore più calde potrete ritirarvi nel piccolo boschetto nel lato sinistro della spiaggia, dove tra il belato di qualche capra raminga vi rilasserete all’ombra dei fichi e degli ulivi.

La vista infine è impreziosita dalle rovine di una fortificazione medioevale che domina la punta sud della baia. 

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

A fine giornata abbiamo deciso di inerpicarci e salire per godere del panorama. La visuale arriva fino a Lindos. Poco è rimasto della fortezza medievale di Feraklos. Le mura sono in gran parte crollate, il sito non è assolutamente mantenuto,  sono quindi consigliate delle scarpe da ginnastica.

La quinta tappa

Le Terme di Kallithea

Le terme di Kallithea sono forse la più elegante testimonianza dell’architettura e del buon gusto italiano durante i trent’anni di amministrazione italiana di Rodi tra il 1912 ed il 1947. Immancabile una visita se si soggiorna a Rodi.

Volute dal governatore Mario Lago e progettate dall’architetto Lombardi, sono un ex complesso termale, oggi stabilimento balneare, dotato di ombrelloni e lettini, in un’ampia baia riparata, una specie di fiordo mediterraneo con bar e ristorante. La spiaggia è piccolina, ma esistono molti punti dotati di scalette per agevolare la discesa in mare per fare il bagno. Il mare è molto bello e cristallino soprattutto verso la fine del fiordo.

Del complesso termale è rimasto davvero poco, lo stabilimento sulla destra è stato trasformato in un’incantevole location per ricevimenti e matrimoni sul mare. Un luogo affascinante e chic tanto da essere stato anche il set di alcuni film.

Si paga un biglietto d’ingresso, perché considerato un sito monumentale storico. Se poi si decide di rimanere per una giornata di mare va aggiunto il costo degli ombrelloni e dei lettini, tra i più cari dell’isola. Sul lato sinistro si trovano due piccole cascate di acqua ghiacciata, perfette per rinfrescarsi e scattare qualche bella foto instagrammabile.

Consiglio di recarvici nel pomeriggio, attendete il tramonto prendendo un aperitivo a bordo mare e cenare poi nel paese di Kallithea.

La sesta tappa

Tsampika

Tsambika beach è una bella ed estesa spiaggia di sabbia dorata e fina sulla costa orientale dell’isola di Rodi, a una trentina di chilometri a sud dalla città di Rodi. L’acqua del mare è limpida e si fa profonda soltanto dopo una quindicina di metri. La spiaggia è piena di stabilimenti balneari per tutti i gusti. Tanta musica, giochi e sport d’acqua, chioschi e bazar, possibilità di noleggiare barche o escursioni organizzate nelle spiagge adiacenti. Andando in fondo verso nord (quindi guardando il mare a sinistra) si raggiunge invece una zona più “tranquilla” dove c’è meno confusione. In questa zona c’è una bellissima ed enorme roccia su una grande duna di sabbia su cui è dipinta la bandiera della Grecia. Andando invece nella parte destra si trova la spiaggia libera ed in fondo una zona riservata ai nudisti.

Merita andare poi al monastero di Tsambika, che si trova in alto a picco sulla spiaggia. Preparatevi a scalare 300 scalini, il panorama ricompenserà il vostro sforzo!

La settima tappa

Il luogo del cuore

Stegna – Grande Blue

A pochi passi da Stegna si trova la splendida caletta che prende il nome dalla taverna Grande Blue che la sovrasta dall’alto. Una volta arrivati al parcheggio gratuito della taverna si passa oltre e si accede ad una magnifica scalinata estremamente coreografica di circa 100 scalini. Il colpo d’occhio dall’alto è veramente fantastico. La vista abbraccia tutta la cala e si apre al blu del mare aperto all’orizzonte.

La caletta è quasi sempre riparata dal vento del nord, il famoso Meltemi. La zona di spiaggia libera è minima, quindi risulta quasi obbligatorio noleggiare ombrellone e lettino, entrambi rigorosamente blu. C’è un piccolo bar che offre solo bibite e frutta, a prezzi abbastanza elevati, ma l’alternativa è portarsi tanta acqua oppure risalire alla taverna o prendere l’auto per andare nella vicina Stegna per pranzo.

Il mare è limpidissimo e permette di fare snorkeling, la spiaggia è fatta per lo più di sassolini e scoglietti, sono quindi consigliate le scarpette da scoglio per essere più comodi..
Su lato sinistro della spiaggia parte un piccolo sentiero sotto al ristorante che conduce ad un ben visibile arco naturale; poco oltre uno splendido bagno di Venere, una piccola insenatura del mare che forma una piscina naturale, vi permetterà di vive un’esperienza indimenticabile per la bellezza dei colori dell’acqua e per la presenza di alcune incredibili grotte, non facilmente identificabili. Alla prima si accede da una piccola apertura al centro della pozza, una volta oltrepassata vi troverete in un ampio antro dove potrete stare anche in piedi; la seconda invece si snoda tortuosa all’interno della roccia e  si apre con un foro panoramico verso il cielo. Stupefacente!

Consiglio di andare la mattina presto, per godere appieno della giornata perché verso le 17 arriva l’ombra in buona parte della spiaggia.

L’ottava tappa

Lindos

Il villaggio di Lindos è una piccola gemma, senza dubbio uno dei luoghi più belli dell’isola.

L’incantevole paesino ha perso in parte il fascino originario per la presenza massiccia di locali per turisti, ma passeggiare tra le strette vie, tra bianche case abbellite con i tipici mosaici di pietre bianche e nere (i “choklakia“), tra gli angoli abbelliti da vasi e fiori, i portoncini in legno lavorato, le chiesette e gli scorci suggestivi, è un vero piacere.

Molti ristoranti spesso hanno una terrazza sul tetto o un grande patio e giardino interno ove godere di splendidi panorami.

Da visitare la chiesa bizantina della Panagia e soprattutto l’acropoli raggiungibile con una breve ma ripida strada lastricata oppure, per chi non se la sente, in groppa ad asinelli.

All’arrivo si paga un biglietto d’ingresso per accedere a questa spettacolare acropoli. Un tuffo nella storia dell’antica Grecia in uno scenario mozzafiato dove il blu puro del mare in lontananza fa da cornice a delle rovine da un fascino millenario. 

Una criticità è però da attribuire al restauro. Il tentativo di restaurare talune parti, risulta davvero incomprensibile. Completare i resti delle storiche colonne dei templi con discutibili fusti e capitelli in cemento o l’aggiunta di elementi architettonici di fantasia hanno stravolto le tracce originali che il tempo inclemente aveva comunque lasciato.

Il fascino del luogo tuttavia, con un po’ d’ immaginazione resta quasi inalterato, e guardando le ricostruzioni grafiche, si può provare a fantasticare su cosa dovesse essere questo sito nel pieno del suo splendore.

Oltre alle fortificazioni, ai resti di alcuni tempi, alla monumentale scalinata e alle vestigia di una chiesa bizantina potrete godere di uno spettacolare panorama sia della Lindos Bay, la spiaggia sottostante che offre diversi stabilimenti attrezzati ma, soprattutto, della bellissima St Paul Bay che da lassù, per un’illusione ottica, sembra una grande piscina naturale, racchiusa tra gli speroni rocciosi. Si narra che qui approdò San Paolo durante uno dei suoi numerosi viaggi per il Mediterraneo. Ciononostante, non consigliamo di visitare la spiaggia, perché molto costosa e poiché il mare qui non è bellissimo, rimanendo racchiuso nella spettacolare scenografia e per la presenza di un piccolo molo da dove partono molte imbarcazioni turistiche.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

L'acropoli di Lindos

La nona tappa

Isola di Rodi - Costa Meridionale

Se non amate la calca e volete vedere una Rodi diversa, dovete assolutamente dirigervi a Sud!

Navarone Bay

La baia di Navarone è veramente bella e molto suggestiva, con il mare dai colori cangianti, circondati dalla montagna brulla. E’ nota per essere stata il set di un film degli anni sessanta “I cannoni di Navarone” con Gregory Peck.

La spiaggia è di tipo misto, composta da sassi e sabbia.

Leggermente difficile l’accesso in acqua, meglio avere le scarpette; la migliore entrata si ha vicino all’hotel con i lettini riservati. Superato il primo tratto di pietre e scogli affioranti, dopo circa 100m da terra il mare è limpidissimo e nuotarci è un divertimento per la presenza di una striscia di sabbia bianchissima, abbagliante, con acqua cristallina, poi turchese, poi infine celeste più a largo. Una vera meraviglia!

La baia può essere un pò calda in assenza di vento, essendo circondata da rocce. Non aspettatevi ombrelloni, docce o attrezzature nella spiaggia libera, ma solo silenzio, capre e pace! Consiglio di abbinarla con la visita della vicina Lindos.

Mojito Beach

Lungo la strada costiera a pochi chilometri da Gennadi troverete un originale trattore rosa, che vi indica l’entrata di questo locale sulla spiaggia, dove potrete mangiare e bere, godendovi un po’ di pace e libertà, nuotando e prendendo un po’ di sole, magari facendovi cullare da una bella amaca e ascoltando della buona musica reggae. Un posto decisamente freak, ma molto carino. Colorato e originale, un’oasi di relax assoluto! Una spiaggia di sassolini con un mare dai colori fantastici, quasi sempre calmo. Il lido è ottimamente attrezzato con tre file di ombrelloni ben distanziati tra loro. La spiaggia su cui è situato è molto estesa e bellissima, molto pacifica. Il locale è gestito da giovani ragazzi molto gentili e affabili, l’atmosfera è meravigliosa e ti sembrerà quasi di stare in un’isola deserta con pochissima gente. Spesso vengono organizzate serate con musica dal vivo. I cocktail e i frullati di frutta sono davvero particolari.

Prasonisi/Prassonissi

La spiaggia di Prasonisi è senza dubbio uno dei luoghi più suggestivi di Rodi, famosa per l’incontro spettacolare tra due mari che formano un istmo unico nel suo genere. Bisogna fare un’ora e mezza di strada da Rodi città, ma una volta arrivati vi sembrerà di essere ai confini del mondo. Bellissimo l’impatto dal belvedere che si apre lungo la strada poco prima dell’arrivo. Da una parte il Mare Mediterraneo sempre molto mosso e dall’altra il Mar Egeo più tranquillo. In mezzo una spiaggia immensa di sabbia, che si allarga o si restringe a seconda delle maree.

La sera, i due mari sembrano quasi toccarsi e la loro fusione totale si può osservare solo al mattino presto, uno spettacolo regolato dalle fasi lunari che vale sicuramente la pena di vedere.

Il tramonto qui è un altro momento magico, con il sole che scende direttamente sul mare offrendo uno spettacolo meraviglioso.

Questa spiaggia è famosissima perché sempre molto, molto ventosa, talmente tanto da essere definita un paradiso per gli amanti degli sport come surf o kitesurf. E’ possibile anche prendere lezioni private dai molti istruttori presenti.
Per chi non pratica sport ma vuole godersi una giornata sul lettino a prendere il sole forse non è l’ideale perché veramente il vento è costante, ma se si va consapevoli di questo con l’intento di vivere per un giorno un luogo diverso dal solito, il luogo spettacolare.

Nel lato più calmo, quello alla sinistra, in una zona più riparata, è presente un lido balneare, con docce e cabine per cambiarsi e nel paese troverete taverne, bar, supermarket e bancomat. Quando la marea lo permette si può raggiungere la parte più meridionale dell’isola di Rodi e visitare, dopo circa 2 km di passeggiata, il suggestivo faro.

Il luogo del Cuore: Agios Georgios

Se cercate una spiaggia paradisiaca, con sabbia morbida e dorata e soprattutto lontana dai flussi turistici, pressoché deserta, questo è il luogo ideale. Si raggiunge con una strada sterrata di circa 4 km, ma se utilizzate il GPS non ci sono problemi per arrivarci agevolmente. Non è attrezzata, non ci sono servizi, solo sabbia, acqua e dune, un vero angolo di paradiso dove godere di un mare meraviglioso e limpidissimo. E’ necessario portarsi da bere e da mangiare e soprattutto dotarsi di protezione dal sole. La spiaggia è generalmente ventilata, ma occorre controllare le condizioni meteo perché se il vento è intenso, come spesso succede nel versante sud dell’isola, diventa difficile resistere ai granelli di sabbia che diventano pungenti come spilli.

La spiaggia è enorme, bellissima e lunghissima, tutta di sabbia anche in acqua, il panorama è incontaminato, l’ombra è inesistente.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

La Selvaggia Costa Sud

Monolithis

Dove si osserva il miglior tramonto di Rodi?

Tutti vi risponderanno a Monolithis.

Il piccolo paese sulla ventosa costa ovest si popola sul finire della giornata. La salita ai resti del castello arroccato sulla sommità di una collinetta, è facilissima e il panorama fantastico!

La natura che circonda il paese è spettacolare, soprattutto la costa, così aspra e selvaggia è incredibilmente bella.

Vi consiglio di arrivare almeno un’ora prima del tramonto perché i colori del cielo all’orizzonte sono bellissimi.

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Palermo

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...una città d'oro

La proposta in breve

A Palermo tutto si fonde; stili greci, bizantini, arabi, normanni; cattedrali che diventano moschee, moschee che tornano ad essere chiese. L’isola che fu punica, bizantina, romana, araba, normanna, spagnola e asburgica-borbonica offre al suo visitatore un incredibile esempio di sintesi di culture e religioni affascinanti e diverse.

  • Per chi è questo viaggio? Il viaggio è consigliato per coloro che amano il bello, la buona cucina, la luce del sud… insomma per chi ama la vita e i suoi piaceri
  • Quando mi consigliate di partire? Ogni stagione ha il suo fascino, ma noi consigliamo la primavera o l’inizio dell’autunno quando le temperature sono gradevolissime; nessun problema particolare neppure durante l’invento, che ha sempre temperature miti, salvo ovviamente avere meno ore di luce a disposizione
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Circa una settimana. Palermo è una città che va assaporata poco alla volta
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è medio- bassa
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Nella nostra guida ti racconteremo della Cattedrale di Palermo, della spiaggia di Mondello, de Palazzo dei Normanni, di Monreale, dei mercati storici della città, di alcuni posti del cuore come Le stanze al Genio, di Casa Professa o di Santa Cita.
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? Consigliamo di soggiornare in centro città e muoversi a piedi od eventualmente con qualche mezzo pubblico.
  • Quali specialità culinarie mi aspettano? Dall’antipasto al dolce, Palermo offre piatti tipici assolutamente imperdibili: pasta alla norma, sarde a beccafico, pesce spada e tonno freschissimi, arancine (rigorosamente al femminile), panelle e crocchè, sfincioni, granite e grattachecche, cassate, frutta martorana e gli iconici cannoli

L'itinerario!

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La Bandiera della città di Palermo

I colori rosso e il giallo sono ripresi dalla bandiera regionale siciliana e stanno a simboleggiare l’unione, durante la rivoluzione dei Vespri, dei comuni di Palermo e Corleone, importante centro agricolo, contro gli Angioini

Lo stemma è costituito da uno scudo dove vi è un’aquila con le ali aperte di colore oro che stringe tra gli artigli una fascia con la scritta “S.P.Q.P.” – a eterno ricordo delle origini romane – sormontata da una corona aurea tempestata da gemme ed ornata di due ramoscelli incrociati: un ramoscello d’olivo, simbolo della pace, ed uno di quercia, simbolo di forza

La prima tappa

Palazzo dei Normanni – Cappella Palatina

Il palazzo dei Normanni fu il Palazzo Reale degli imperatori Federico II e Corrado IV di Svevia e successivamente sede dei sovrani del Regno di Sicilia.

La bellezza di questo sito UNESCO è straordinaria: resterete stupefatti da tanta magnificenza.

Esternamente appare come una possente costruzione, un luogo severo ed austero. Si accede poi, attraverso un cortile interno, ad una loggia quadrata molto luminosa ed ariosa, da cui si sale al piano superiore del palazzo attraverso una grande scalinata.

Il vero spettacolo che supera ogni aspettativa è però senza dubbio la Cappella Palatina.

Scegliete di dedicare molto tempo alla visita, c’è davvero tanto da ammirare:  epoche diverse, ciascuna con le sue dominazioni e culture, sono disposte nei suoi vari strati come le pagine di un libro. La cupola, il transetto, le colonne, le absidi e gli arredi sono interamente ricoperti da splendidi mosaici e magnifici intarsi marmorei, fusione di elementi bizantini, islamici e romanici, che lasciano letteralmente a bocca aperta. Vi sembrerà di essere rinchiusi in uno scrigno dalle pareti dorate.

La basilica a tre navate fu consacrata nel 1140 con funzione di cappella reale, ovvero palatina. I mosaici, eseguiti a partire già dal 1100, rappresentano varie scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Notate anche l’originale straordinario soffitto ligneo intarsiato. Lo sguardo infine verrà rapito dal grande Cristo Pantocratore – ossia onnipotente – situato nell’abside che dona sensazioni di pace e serenità. 

Abbagliati da tanta sfolgorante bellezza potete continuare la vostra visita attraverso le diverse sale degli Appartamenti Reali. Splendida la parte normanna con la Sala dei Venti, la Torre Joharia, la torre Pisana e la sala di re Ruggero interamente rivestita e decorata con motivi zoomorfi, disegni di animali e piante, creature reali e mitologiche. Indimenticabile!

Consigliamo infine di fare un giro per i giardini reali: piante secolari stupende, un piccolo orto botanico perfettamente curato spesso allietato da un sottofondo di musica classica.

Il costo della visita, inclusa quella degli appartamenti reali è piuttosto alto, ma sarete ripagati dalla bellezza dell’esperienza.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Alcuni giorni della settimana gli Appartamenti Reali non sono visitabili poiché il palazzo dei Normanni è sede delle attività del parlamento siciliano. Sconsigliamo inoltre di visitare il palazzo nei giorni in cui attraccano nel porto di Palermo le grandi navi da crociera, che scaricano migliaia di turisti nella città e prendono d’assalto il palazzo con grandi gruppi di visitatori.

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La seconda tappa

La Cattedrale di Palermo

E’ sicuramente tra i monumenti più significativi della città.

Questa splendida Cattedrale è una preziosa testimonianza di espressioni artistiche ed architettoniche diverse e visitarla è come sfogliare un libro di Storia.

Nel corso dei secoli ciascuna dominazione ha apportato le sue modifiche, creando però un amalgama assolutamente equilibrato ed affascinante: un vero capolavoro! Edificata su mura puniche, come moschea di culto arabo, solo successivamente con la dominazione normanna fu adibita al culto cristiano.

Esternamente è bellissima. Prestate attenzione a girarla per intero perché tutti i lati sono peculiari ed interessanti. Osservatela da vicino e da lontano, dalla strada e dal parco antistante, sotto gli archi: ogni punto regala uno scorcio eccezionale.

Spettacolare la fiancata destra che si apre su Corso Vittorio Emanuele e offre un’immagine da cartolina; si ammirano le varie torri, la cupola e soprattutto il grande e stupendo portico gotico-catalano, con il sottostante magnifico portale. La bella facciata è collegata al palazzo arcivescovile da due archi. Passate poi al fianco sinistro e soprattutto innamoratevi delle splendide absidi, che affacciano su piazza Sett’Angeli.

L’interno potrebbe inizialmente deludervi in quanto in stile neoclassico non certo congruente con l’aspetto esterno e risulterà alquanto sobrio nelle decorazioni, sebbene maestoso per le dimensioni. Non mancano però motivi d’interesse come la meridiana a pavimento, il coro ligneo quattrocentesco, il pregevole fregio con i segni zodiacali (divertitevi a cercare il vostro!) tele, statue e le imperdibili tombe reali, tra cui quella di Federico II di Svevia in porfido rosso, quella di Costanza d’Altavilla e quella più recente di Don Pino Puglisi, martire della Mafia.

La patrona principale della città è Santa Rosalia (la Santuzza) a cui è dedicata la cappella reale nella quale trovate la preziosa e monumentale urna argentea che custodisce il corpo della Santa. 

Non mancate di salire sulle terrazze. Le vedute offerte dal lungo camminamento presente sul tetto sono uno spettacolo imperdibile, fra stretti passaggi e viste mozzafiato sino al mare. Per salire ci sono parecchi gradini su di una scala a chiocciola e nessun ascensore. Di giorno, con il caldo, l’ascesa è faticosa ma fattibile e comunque il panorama vi ricompenserà della fatica.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

L’ingresso alla Cattedrale è gratuito.

Esistono poi varie tipologie di biglietti a seconda di cosa volete visitare: la visita della cripta, del tesoro (dove si trova, tra l’altro, la splendida corona di Costanza d’Aragona), dei sotterranei e dei tetti; e anche biglietti combinati con il palazzo arcivescovile, con costi ovviamente via via crescenti.

La terza tappa

A spasso per il centro città

Via Maqueda

Via Maqueda è la strada per eccellenza per il passeggio, essendo stata fortunatamente pedonalizzata. Lunga 1,5 Km parte da Piazza Giuseppe Verdi, dove si trova il bellissimo e maestoso Teatro Massimo, e arriva fino a Piazza Giulio Cesare, in prossimità della stazione centrale. Insieme alle sue continuazioni di via Ruggero Settimo e via Libertà, costituisce l’asse principale di attraversamento del centro della città da sud a nord.

Piena di bar, pasticcerie, negozi, locali e ristoranti che invadono la sede stradale con i loro dehors, la via è perennemente animata, anche nelle ore serali. Regna sempre una gran confusione, che può essere piacevole oppure assordante a seconda dell’orario della giornata e del vostro stato d’animo.

Non mancano poi le attrazioni turistiche, tra piazze, chiese e palazzi storici. La strada è un susseguirsi continuo di edifici civili e religiosi caratterizzati da vari stili, con una netta prevalenza del barocco. Piazza Pretoria con la sua splendida Fontana della Vergogna, Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, la vicina piazza Vincenzo Bellini con la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio o della Martorana e la Chiesa di San Cataldo con le sue splendide cupolette rosse.

Via Vittorio Emanuele

Lunga quasi 2 km, vi si affacciano alcuni dei monumenti più importanti della città:
il Palazzo dei Normanni, il Palazzo Asmundo, la Cattedrale di Palermo, la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini.

Parte da Porta Felice (piazza Marina) a pochi passi dal mare, nella zona che viene ancora comunemente chiamata con l’antico nome arabo di “Cassaro”, e termina a Porta Nuova, vicino alla Cattedrale.

A piazza Marina resterete impressionati dagli enormi alberi di ficus con le loro incredibili radici aeree a colonna. Tra gli altri vi è anche quello considerato il più grande ficus d’Europa, con i suoi 30 mt di altezza per una circonferenza di 20 mt. Alla domenica, dalle 8 alle 13 vi si tiene il mercatino delle pulci, l’intera piazza è piena di banchi con oggetti di tutti i tipi in vendita.

All’altezza dell’incrocio con via Maqueda si forma uno slargo quasi circolare, Piazza Vigliena, i cosiddetti Quattro Canti, centro geografico e culturale della città di Palermo.

Gli splendidi edifici che la circondano hanno tre ordini di decori: al primo le fontane che rappresentano i quattro fiumi della città antica, sormontate dalle allegorie delle quattro stagioni Eolo, Venere, Cerere e Bacco; al secondo le statue dei sovrani Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV e al terzo le statue delle quattro sante palermitane S. Agata, S. Ninfa, S. Oliva, e S. Cristina.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Via Vittorio Emanuele insieme a via Maqueda sono le vie principali del centro storico della città e incrociandosi in corrispondenza dei Quattro Canti lo dividono in quattro parti: i 4 mandamenti, i 4 quartieri storici di Palermo.

La quarta tappa

Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio (Martorana) e San Cataldo

La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (così chiamata dal grado militare del fondatore, Giorgio d’Antiochia) o della Martorana (dal cognome della nobildonna che fondò l’annesso monastero benedettino) svetta in posizione elevata su piazza Bellini, proprio dietro alla fontana Pretoria, affiancata dal caratteristico edificio della chiesa di San Cataldo.

Esternamente si nota immediatamente il contrasto tra la facciata barocca e il resto della muratura normanna, ma l’elemento che cattura immediatamente l’attenzione è lo splendido e possente campanile normanno, e proprio dalla base del campanile si accede alla chiesa.

Una volta entrati, la prima parte che si incontra è in stile barocco con tutti i soffitti affrescati ma è  la seconda parte, che risale  invece al periodo normanno, che lascia l’osservatore senza fiato: un caleidoscopio di colori, un tripudio dorato di mosaici bizantini e marmi policromi intarsiati che riempiono tutti gli spazi disponibili.

Lo sguardo avvolge una molteplicità di archi, colonne, capitelli, affreschi, statue e ornamenti di ogni genere. Bellissime le volte coperte da un cielo stellato e il prezioso tabernacolo in lapislazzuli.

Il fulcro della decorazione musiva è però la cupola; nel medaglione centrale si trova il grande Cristo Pantocratore in trono e in atto di benedizione, intorno al quale si dispongono  quattro angeli adoranti. 

Divertitevi a cercare una colonna nell’interno della chiesa che reca una iscrizione in lingua araba.

A pochissimi metri di distanza si trova l’altrettanto meravigliosa chiesa di San Cataldo, inconfondibile per le tre cupole rosso scuro in contrasto con le chiare pareti in arenaria impreziosite da disegni geometrici di linee curve che si intrecciano e che le conferiscono un aspetto arabeggiante.

Soprattutto quando si entra si rimane stupiti e travolti da una grande sensazione di intimità; da una atmosfera semplice e suggestiva. Un piccolissimo scrigno, nudo e spoglio, emblema della perfetta sintesi della Palermo araba con quella normanna.

Attraverso un gioco di pieni e vuoti e l’alternanza di luce e ombra, gli spazi si riempiono e si dilatano.

E’ come se il visitatore venisse spinto alla meditazione.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Si racconta che le suore clarisse  della Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio per prime proprio qui prepararono la famosa e dolcissima frutta Martorana, vanto della pasticceria siciliana.

La quinta tappa

I due grandi teatri di Palermo: il Teatro Massimo e il Politeama

Il Teatro Massimo

Il monumentale edificio in stile neoclassico si fa ammirare per l’aspetto imponente. La grande scalinata che porta al colonnato che sorregge il timpano triangolare ricorda gli antichi templi greci; le due sculture bronzee ai lati, raffiguranti due donne (la Tragedia e la Lirica) in groppa a due grandi leoni, appaiono estremamente scenografiche; si ammirano poi la grande cupola e le absidi laterali semicircolari, i fregi, i bassorilievi e le decorazioni.

Con la capienza di 1.387 spettatori è il più grande teatro d’Italia e il terzo in Europa.

La breve visita guidata all’interno del teatro dura meno di un’ora. Dopo la visita al foyer si passa alla bellissima sala principale, poi alla vista privilegiata dal palco reale. Sorprendente l’effetto acustico nella rotonda del mezzogiorno o sala pompeiana. Chi si pone al centro avrà la percezione di udire la propria voce amplificata a dismisura.

Come tutti i grandi teatri, anche il Massimo ha la sua curiosa e suggestiva leggenda: il fantasma di una suora pare si aggiri sulle grandi scalinate perché, per la costruzione del Teatro, furono rasi al suolo un monastero, una chiesa ed un cimitero.

Il Politeama

Non sarà imponente come il Teatro Massimo ma è altrettanto scenografico.

La sua forma cilindrica, con una vaga similitudine con il Pantheon di Roma, troneggia nella grande piazza Ruggero Settimo.

La facciata, in stile neoclassico, è molto elegante. Il suo ingresso a forma di arco, con la grande vetrata e l’imponente frontone centrale con bassorilievo, ricordano gli archi di trionfo romani.

Spettacolare la quadriga bronzea affiancata da altri due cavalli con relativi cavalieri. Al centro sono rappresentati Apollo, dio della musica, ed Euterpe, musa della lirica.

All’estetica complessiva concorre poi il doppio ordine di colonne della parte semicilindrica, con le decorazioni murali che ricordano le case di Pompei.

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Il Teatro Massimo
Il Politeama

La sesta tappa

I luoghi del cuore

 San Giovanni degli Eremiti 

La chiesa San Giovanni degli Eremiti si trova nel centro storico di Palermo, vicino al Palazzo dei Normanni.

Un’oasi di pace e tranquillità all’interno di una città caotica, un luogo fortemente spirituale.

La parte più bella è certamente il chiostro, caratterizzato da file di doppie colonne ornate con motivi floreali, che fanno da scenario ad un lussureggiante giardino con palme, banani, carrube, limoni, pompelmi, melograni e fichi d’india.

Deliziose ed iconiche sono le caratteristiche cinque cupolette rossastre, realizzate con un inconfondibile stile arabo-normanno.

L’interno della chiesa è invece spoglio. Non ci sono decorazioni o abbellimenti, ma tutto è caratterizzato da semplicità e armonia.

Di recente sono stati effettuati nuovi scavi che testimoniano, ancora una volta, le varie stratificazioni storiche e architettoniche che animano l’intera città di Palermo. Attraverso un piccolo vano si accede a un ambiente, denominato “sala araba” dove è visibile un affresco bizantino.

Forti sono i contrasti cromatici tra il verde della vegetazione, l’ocra delle cubiche strutture in tufo e lo sfondo blu del cielo siciliano.

 

Oratorio di Santa Cita

La vista degli oratori è spesso al di fuori dai classici tour turistici, ma se siete a Palermo non dovreste perdervi questa chicca immersa nelle viette del centro storico. 

Nel quartiere La Loggia, a poca distanza da via Roma  si trova lo spettacolare oratorio seicentesco di Santa Cita, dove si può ammirare una delle massime realizzazioni di Giacomo Serpotta, il geniale scultore che fece sembrare maestoso marmo quel che era semplice gesso.

Si accede attraverso un chiostro e poi attraverso una stanza piena di ritratti dei Superiori della Compagnia del Rosario di Santa Cita, dove si acquistano i biglietti.

Entrerete poi in una grande sala rettangolare che vi lascerà stupefatti: le decorazioni sono bellissime, così ricche e intense, un tripudio di gessi bianchi, delicati, eleganti, levigati a marmo e lavorati con una fantasia barocca sfrenata.

I mille angioletti e puttini che costellano le pareti, sembrano pronti a staccarsi dal muro per svolazzare tra le vostre braccia, candidi come la neve e paffuti come il più tenero degli infanti. Ognuno esprime un’emozione, un sentimento, un gioco. Le loro pose ed espressioni trasudano una sottile ironia, quanto mai singolare a quei tempi.

Le tantissime statue in altorilievo raffigurano i Misteri del Rosario, mentre sulla parete opposta è mirabilmente rappresentata la battaglia di Lepanto, vittoria della cristianità sui miscredenti.

Una piccola curiosità: l’immagine di una piccola serpe sul braccio di una delle statue consente di attribuire gli stucchi al Serpotta.

Al termine della visita, consigliamo vivamente di raggiungere gli altri oratori di San Domenico e di San Lorenzo, facilmente raggiungibili a piedi, anch’essi ornati di capolavori del Serpotta.

 

Casa Professa o Chiesa del Gesù

Nel quartiere Alberghiera, vicino al mercato di Ballarò, c’è una delle chiese più belle della città: la chiesa del Gesù, più conosciuta come Casa Professa, l’esempio più significativo dell’arte barocca a Palermo.

L’esterno è maestoso ma comunque nulla di più di una piacevole facciata tipicamente barocca.

Varcata la soglia ci si trova in un vasto ambiente a tre grandi navate che lascia senza fiato per la ricchezza decorativa: stucchi, affreschi e dipinti, ma soprattutto l’incanto dei marmi policromi, tra statue, tarsie ed altorilievi che non lasciano alcuno scampolo di parete privo di decorazione.

Di fronte ad una così strabiliante bellezza complessiva è difficile concentrarsi su singoli elementi. Molto belli sono i colori, che giocano sui forti contrasti fra il bianco di marmi e stucchi, contro le tinte molto calde dei pavimenti; le cui forme colorate disegnano delle bellissime geometrie. Da non perdere anche le vetrate che rendono ancora più mistico l’interno della Chiesa. 

La costruzione ha richiesto oltre 200 anni di lavoro utilizzando marmo bianco di Carrara, grigio del Belgio e colorato di Trapani. Resterete profondamente emozionati davanti a così tanta bellezza!

 

San Giovanni degli Eremiti

Oratorio di Santa Cita

Casa Professa

La settima tappa

La gioia e i colori dei mercati storici

Ecco il cuore pulsante di Palermo.

Il mercato di Ballarò insieme al mercato de il Capo e al mercato della Vucciria sono i mercati più antichi e caratteristici della città di Palermo.

Ovviamente negli anni hanno perso un pò della loro originalità e si sono orientati sempre più verso il consumo turistico, ma tra urla, odori e folklore la visita è comunque  sempre consigliata.

Vi si può accedere da tante strade e stradine. Verrete attratti e richiamati attraverso tutti e cinque i sensi. Colori, odori, sapori e suoni, tutti all’apice della loro intensità, vi stordiranno.

Troverete banchi di frutta e verdura, di pesce, di tessuti; tendoni variopinti, cesti, l’incessante richiamo dei venditori, ma soprattutto tantissimi Street food, mangiare da consumarsi in strada mentre si passeggia. Si possono degustare tanti piatti tipici della ricca cucina siciliana, “u pani ca meusa” (il panino con la milza), i’stigghiola (a base di budella di agnello), le arancine classiche o moderne con molteplici condimenti non tradizionali, “u pruppu” (il polpo) e tante altre specialità dell’infinito universo culinario siciliano. 

L’ottava tappa

La spiaggia di Mondello

Il golfo di Mondello è sempre scenograficamente bellissimo.

L’arenile di sabbia fine e bianca forma una meravigliosa mezzaluna a nord di Palermo, appena oltre il Monte Pellegrino e si estende fino alla riserva naturale di Capo Gallo.

Il mare è senza dubbio meraviglioso, il fondale è basso e l’acqua trasparente; i colori e le sfumature di blu sono incantevoli, variando dal verde al turchese.

Per la conformità del golfo è difficile incontrare mare mosso, il più delle volte sembrerà di essere in una grande piscina, perché il pelo dell’acqua quasi non si increspa.

Domina il panorama lo storico stabilimento liberty Charleston, costruito su palafitte direttamente nell’acqua, che conferisce all’ambiente un’atmosfera da belle époque. Il suo esclusivo ristorante è aperto tutto l’anno.

La spiaggia è adatta a tutti, specialmente a famiglie con bambini perché ha metri e metri di acqua bassa, ed il fondale scende gradualmente. E’ anche presente una zona di secca a poca distanza dalla costa, dove è possibile passeggiare placidamente nell’acqua bassa.

La lunga spiaggia è in gran parte attrezzata con stabilimenti, ma c’è anche una parte di spiaggia libera, sulla striscia di battigia davanti a tutti gli stabilimenti e in alcuni specifici settori fra gli stabilimenti.

Una bella passeggiata costeggia tutta la spiaggia, facendo intravedere qua e la, le eleganti villette, adibite a seconde case estive dei palermitani più agiati. Il viale pedonale termina con il piccolo borgo di pescatori, pieno di caratteristici localini e ristoranti, dove è possibile assaggiare le squisite specialità siciliane!

Assolutamente da ammirare anche fuori stagione, con poca gente, quando la spiaggia è tutta libera dagli ombrelloni e dalle brutte staccionate che delimitano gli stabilimenti balneari privati.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Essendo ad una manciata di chilometri da Palermo, facilmente raggiungibile con un bus cittadino in circa 35 minuti, si può considerare la spiaggia cittadina del capoluogo siciliano. Sia per questa vicinanza, sia per la sua fama nazionale ed internazionale risulta sempre affollatissima.

La nona tappa

Il Duomo di Monreale

Monreale è una cittadina arroccata a pochi chilometri da Palermo e facilmente raggiungibile anche con un autobus di linea che parte da Piazza Indipendenza.

La visita del suo famosissimo duomo è una di quelle esperienze che semplicemente ti tolgono il fiato, lasciandoti senza parole.

Edificio fu costruito in periodo normanno anche se sono evidenti gli influssi arabi e bizantini.

La visita inizia già dall’esterno. Sulla facciata si ammirano le due antiche torri campanarie, di cui una incompleta; il delicato intreccio degli archi a sesto acuto e il magnifico portale. Sulla parte posteriore invece svettano imponenti le tre meravigliose absidi, con il loro groviglio di archi ogivali e intarsi a disegni geometrici con spettacolari chiari/scuri.

Stupefacente poi l’interno per il vastissimo ciclo di mosaici bizantini a fondo oro del XII secolo che coprono le parti superiori di tutti i lati della chiesa e occupano ogni spazio libero.

Il color oro domina ovunque e da esso emergono le varie figure e scene delle sacre scritture; per aumentare l’effetto sfavillante le tessere dei mosaici a fondo oro sono state posate appositamente non piatte.

La grande figura del Cristo Pantocratore (onnipotente) dell’abside centrale domina su tutto e tutti.

La visita completa comprende l’ingresso al Duomo, al Chiostro, alla spettacolare Cappella Roano (o del Crocifisso), la salita alle Terrazze  percorrendo dei corridoi molto stretti e arrivando a vedere il bellissimo panorama di tutta la Conca d’oro, al Museo Diocesano e al Chiostro, un’oasi di pace e tranquillità.

A dispetto di quello che è scritto sui cartelli, l’entrata nel Duomo è gratuita. Pagate solo se volete visitare il chiostro o gli altri annessi.

 

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

La leggenda narra che Guglielmo II il Buono si fosse addormentato sotto un albero di carrubo e lì gli fosse apparsa la Madonna . Maria gli disse che sotto al carrubo avrebbe trovato un grande tesoro. Guglielmo fece sradicare il carrubo ed effettivamente sotto trovò un tesoro pieno di monete d’oro che quindi destinò alla costruzione del duomo di Monreale

La decima tappa

Tre splendidi luoghi meno popolari

Palazzo Abatellis e Galleria Regionale della Sicilia

Il quattrocentesco palazzo Abatellis è ubicato nel quartiere della Kalsa, poco distante dal mare. Durante la seconda guerra mondiale subì diversi danni ed il progetto per la sua trasformazione in museo fu affidato a Carlo Scarpa, uno dei più famosi “organizzatori di spazi” del secolo scorso. 

Oggi il palazzo ospita la Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia, un’interessante galleria di opere che si sviluppa in più piani, seguendo una coerenza temporale che va dal medioevo fino al barocco inoltrato. Conserva al suo interno alcuni capolavori, come l’ “Annunciata” di Antonello da Messina, autentico capolavoro del Rinascimento; il Trionfo della Morte, enorme affresco di ignoto, che occupa un’intera parete al pian terreno e lo splendido busto di Eleonora d’Aragona di Francesco Laurana.

La sala dedicata ad Antonello è curata molto bene e l’Annunciata appare improvvisa davanti al visitatore con tutta la sua mistica bellezza. Lo sguardo fisso nel vuoto davanti a sé, verso un punto indefinito suscita uno potere magnetico.

Un capolavoro assoluto che affascina più dell’inflazionata Gioconda!

 

Museo Delle Maioliche Stanze Al Genio

Questo è un luogo particolare, imperdibile.

Si tratta di una casa-museo, all’interno di Palazzo Torre Pirajno in via Garibaldi, nella zona della Kalsa, in una dimora privata di un raffinato collezionista. Visitandolo si respira un’atmosfera di autentica bellezza ed eleganza.

Si possa attraverso  sette sale dove è esposta una splendida collezione di maioliche di diverse epoche e provenienza, alcune delle quali molto antiche e rare.

La raccolta è una tra le più vaste in Europa, un tesoro di antiche maioliche siciliane e napoletane dipinte a mano. La bellezza di quelle stanze lascia senza parole. Un caleidoscopio dai colori unici. Tante sfumature di brillanti colori, che formano dei quadri ipnotici alle pareti.

La visita dura circa 40 minuti e va programmata in anticipo perché viene organizzata in piccoli gruppi, sempre accompagnati da guide esperte e appassionate.

E’ un po’ difficile trovare questo museo in quanto non ci sono targhe e cartelli all’esterno. Bisogna porre un po’ di attenzione per individuare correttamente il portone d’ingresso, per accedere poi è necessario citofonare, come precedentemente detto si tratta pur sempre di una residenza privata!

 

Castello della Zisa

Si trova un po’ lontano dai soliti percorsi turistici, e non è facile da raggiungere, a circa 3 km dal centro città. 

La massiccia ed imponente costruzione del XII secolo è un autentico gioiello di architettura araba-normanna. Si presenta come un blocco compatto su tre piani, un massiccio e severo parallelepipedo interrotto da torri, destinato originalmente  a residenza di villeggiatura.

Il nome Zisa deriva dall’arabo “Al Aziz” e significa “Il magnifico”.

Il sontuoso palazzo, diventato dal 2018 Patrimonio Unesco, fu infatti edificato al centro del Genoard, il “paradiso della terra”.

Vastissimo, lussureggiante e meraviglioso parco-giardino che si estendeva per chilometri, pieno di alberi, bacini d’acqua e padiglioni, tale da inglobare i limitrofi quartieri della Cuba e della Cuba Soprana . Oggi è rimasto solo un pallidissimo ricordo di tale magnificenza in quello scampolo di parco conosciuto come i “Giardini della Zisa”, assai trasandati, purtoppo quasi in stato di totale abbandono.

L’interno della Zisa è piuttosto spoglio, ma presenta originali ed intelligenti soluzioni ingegneristiche che oggi verrebbero definite di edilizia bioclimatica. Al fine di rinfrescare le stanze venivano utilizzate torri del vento e veniva sapientemente amministrata l’acqua.

L’acqua veniva fatta sgorgare dalle pareti, scivolava lungo piccoli gradini e canalette per poi convogliare in una grande vasca. La ventilazione forzata di aria umidificata e il semplice suono del liquido che scorre e saltella mitigava la percezione della calura estiva.

Bellissima la «sala della Fontana» del pian terreno. Le pareti decorate sono decorate con mosaici, splendido quello che raffigura arcieri e pavoni  e i soffitti presentano nicchie con decorazioni ad alveare, chiamate Muqarnas. I piani superiori dell’edificio ospitano un piccolo museo di arte islamica con vari oggetti esposti, tra cui anfore, vasellame e diversi paraventi lignei a grata.

Incuriosisce infine una lapide marmorea che riporta un’iscrizione in quattro lingue diverse (latino, greco, arabo e giudeo), testimonianza della convergenza culturale nella Sicilia normanna.

Curiosità: Negli affreschi della volta che porta alla “sala della Fontana” sono presenti delle figure di divinità, soprannominati “diavoli”. Secondo una credenza popolare sarebbero custodi di un tesoro nascosto dentro il palazzo. A causa di una illusione ottica è molto complicato contare queste figure. La loro disposizione a spirale è tale che inducono colui che vuole contarli a girare su se stesso e quindi a perderne il conto.

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Oslo è la bellissima capitale della Norvegia. Nel più popolare immaginario turistico la parola Norvegia fa immaginare boschi infiniti, fiordi vertiginosi e fredde aurore boreali. Oslo viene spesso trascurata ed utilizzata solamente come tappa di scalo per poi muoversi verso nord, ma la città invece è diventata una moderna e vivace metropoli contemporanea. Una miscela tra architettura avveniristica e un’offerta museale favolosa. È posizionata inoltre in un ambiente meraviglioso, alla fine dell’omonimo Oslofjord, uno dei più lunghi di tutto il paese, costellato da isole e isolotti.

  • Per chi è questo viaggio? Il viaggio è consigliato per coloro che amano le città proiettate verso il futuro, moderne, agili e creative, per gli amanti dell’arte e dell’architettura. Oslo inoltre può essere considerata il punto di partenza per l’esplorazione di tutta la Norvegia
  • Quando mi consigliate di partire? Vi consigliamo la primavera e l’estate, evitando i freddi mesi invernali, godrete di giornate lunghissime e più tiepide
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Circa 4 giorni
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è molto alta. Oslo è una delle città più care d’Europa.
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Nella nostra guida ti racconteremo i luoghi principali di Oslo; gli avveniristi edifici dell’Opera House e del Barcode District, il nuovo Museo dedicato a Munch, la splendida Biblioteca Deichman, i nuovi quartieri di Aker Brygge e Tjuvholmen, ma anche del Municipio, del Palazzo Reale e del grandioso Vigeland Park 
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? Gli hotel e gli alloggi in genere sono molto cari. Il suggerimento è quello di prenotare in anticipo per cercare di trovare offerte o disponibilità nei posti più economici. Gli spostamenti sono altrettanto cari; qualora siate in un gruppo di 3 o 4 persone diventa più conveniente l’utilizzo di un Uber o di un Bolt rispetto ai mezzi pubblici. Le principali attrazioni di Oslo si possono comunque raggiungere anche a piedi
  • Quali specialità culinarie mi aspettano? Mangiare al ristorante a Oslo è decisamente un’attività molto costosa. Tantissimi i ristoranti di cucina etnica, leggermente più economici. Le specialità più conosciute della gastronomia norvegese sono senza dubbio il salmone affumicato e i piatti a base di carne di alce, renna e altra selvaggina.. Non tutti sanno però che il piatto nazionale (non) ufficiale è la pizza surgelata Grandiosa con carne, formaggio, salsa di pomodoro e peperone rosso!

L'itinerario!

7 imperdibili tappe

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Oslo Pass

Oslo è  l’unica metropoli del Paese, contando circa 1 milione di abitanti (Bergen, la seconda città ne ha meno di 1/4).  L’Oslo Pass permette di entrare liberamente in molti musei e luoghi di interesse e di spostarsi gratuitamente sui mezzi di trasporto pubblico,. Anche se tutti i servizi funzionano alla perfezione, Oslo si può comunque visitare benissimo anche a piedi.

Occhio ai Prezzi!

I prezzi che troverete qui sono incredibili per i nostri portafogli italiani. Oslo, così come tutta la Norvegia, purtroppo è carissima, dato che i residenti vantano uno dei redditi più alti della Terra. Arrivate quindi preparati per non restare stupiti di pagare un caffè 6 euro o una pizza (piatto nazionale!) circa 25 euro.

 

Consigli per l’arrivo

Oslo possiede 2 aeroporti.

Gardermoen, principale scalo aereo del Paese, dista 47 Km dalla città ed è collegato alla centralissima stazione di Oslo S (Sentralstasjon) con treni ad alta velocità. Consigliamo vivamente i treni locali NSB che impiegano circa 25 minuti rispetto al costosissimo Flytoget che ne impiega 20.

Torp (aeroporto di Ryanair) dista invece un centinaio di km da Oslo. Un servizio bus lo collega direttamente al centro di Oslo in circa 1 ora e mezzo; altrimenti si può optare per il treno dalla piccola stazione ferroviaria di Torp che arriva alla Stazione Centrale di Oslo (Oslo S) sempre in circa 90 minuti. 

La prima tappa

Oslo Opera House

-The Norwegian National Opera & Ballet-

Il nuovo Teatro dell’Opera di Oslo, inaugurato nel 2008, è un edificio avveniristico divenuto in breve tempo uno dei simboli architettonici della capitale norvegese.

Un edificio sorprendente, un autentico capolavoro firmato Snøhetta, in una zona della città, la penisola di Bjørvika, in continuo fermento.

Costruito in marmo di Carrara, vetro e acciaio, esternamente si fa subito ammirare per le sue forme originali, geometriche e lineari; ricorda un iceberg che affiora dal mare del Nord.

Il tetto a spiovente permette inoltre di salire a piedi fino in cima e godersi delle belle vedute panoramiche del fiordo cittadino (Oslofjord), e dei palazzi adiacenti che regalano un paesaggio spettacolare per gli amanti dell’architettura moderna.

Internamente prevalgono invece le linee curve dei rivestimenti in legno.

E’ possibile accedere gratuitamente allo spettacolare atrio dalle grandi e luminosissime vetrate o prenotare delle visite guidate, anche in lingua inglese, per accedere a tutti i luoghi del teatro, inclusi la sartoria, i camerini, le stanze per la creazione delle scenografie, il palco e la platea.

Il grande auditorium da ben 1350 posti possiede un’acustica perfetta.

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Biblioteca Deichman Bjørvika

Sono rimasto incantato dall’architettura e dalle varie istallazioni artistiche di questo edificio. 

Si tratta di un capolavoro architettonico pluripremiato, non meno impressionante del famoso Teatro dell’Opera.

Ampia, confortevole, moderna, ci sono tavolini, poltrone e divani letto, studi privati e aree riunioni, caffetterie, spazi ludici e aree creative.

Comodi spazi disseminati ovunque per lettori occasionali e per moltissimi studenti, a cui viene offerto una veloce rete di WiFI gratuita e ausili di studio digitali aggiornati. Adatto anche alle famiglie con bambini più piccoli, con un intero piano dedicato specificatamente a loro, con appositi spazi anche per le carrozzine!

Molte le attività al suo interno, come un posto con stampanti 3D, uno con macchine da cucire, un angolo dove giocare a giochi da tavolo e un altro dove ascoltare dischi LP.

La biblioteca Deichman Bjorvika è stata aperta nel 2020. Si sviluppa su 6 piani tematici, tutti inondati di luce grazie ai tre enormi lucernari geometrici e  alle numerose finestre panoramiche, che offrono un’ampia vista sull’Opera House e sul fiordo di Oslo.

È un’esperienza completamente nuova nei libri: è un posto brulicante di vita, le persone chiaccherano, studiano, lavorano, giocano, si rilassano in una piacevole pausa.

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Il Barcode District

Barcode Oslo a Bjørvika è un progetto interessante, che ha ridefinito radicalmente l’orizzonte della città, diventando velocemente il simbolo della nuova Oslo.

E’ un progetto di riqualificazione di un terreno industriale nell’area dell’ex porto vicino al Teatro dell’Opera disegnato dagli olandesi MVRDV e realizzato da diversi architetti di fama mondiale, tra gli altri anche lo studio norvegese Snøhetta.

Tra i 12 stretti grattacieli molto differenti tra loro, per altezza e larghezza, colore e materiali,  sono stati lasciati spazi vuoti (spazi unbilt) in modo da far sembrare il tutto un immenso codice a barre (Barcode in inglese).

Ospitano uffici, appartamenti, progetti culturali e vari ristoranti veramente molto chic. Una specie di showroom di architettura moderna!

Attraversate la passerella pedonale sull’area dei binari della stazione centrale di Oslo, chiamata Akrobaten bru, da qui potrete sbizzarrirvi a fotografare gli scintillanti grattacieli.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Oslo è chiamata spesso Tigerstaden ovvero “la città tigre” sinonimo di forza e dinamismo. Il poeta norvegese  Bjørnstjerne Bjørnson nella poesia “Ultima canzone”  descrive una lotta tra un cavallo e una tigre, quest’ultima simbolo della pericolosità della grande città, mentre il cavallo rappresenta la tranquillità della campagna. Da allora Oslo fu nota come “la città tigre”.

Biblioteca Deichman

La seconda tappa

La Fortezza di Akershus

Posta su una collina all’ingresso dell’Oslofjordden, la fortezza di Akershus risale al 1299 per volere di Re Hakon V ed è stata per secoli il punto di difesa della città da assedi e attacchi nemici.

Oggi il castello, pur restando un’installazione militare, ha assunto l’aspetto di un parco spesso utilizzato per spettacoli teatrali e concerti all’aperto. Passeggiando lungo le sue mura e torrioni si può godere di uno splendido panorama della baia e della città.

Il castello ospita anche il Museo delle Forze Armate norvegesi e il Museo della Resistenza.

Durante l’invasione nazista la fortezza fu infatti trasformata in prigione per gli oppositori, che qui rinchiusi vennero fatti morire di stenti.

All’interno della cappella del castello si trova il Mausoleo dei Reali di Norvegia.

La fortezza ha ispirato la Disney per il famoso cartone animato Frozen.

Non perdetevi infine il cambio della guardia che avviene ogni giorno alle 13.30.

L’ingresso è gratuito con l’Oslo Pass.

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La Bandiera Norvegese

Tutte le bandiere scandinave sono molto imparentate tra di loro. Presentano tutte una croce spostata verso il lato dell’asta, come nella Dannebrog, la bandiera della Danimarca, paese che per molti anni ha dominato il Nord Europa.

Anche la bandiera norvegese è infatti molto simile alla bandiera danese, con lo sfondo rosso e la croce cristiana bianca, ma ad enfatizzare l’avvenuta separazione dalla Danimarca dopo circa 500 anni, aggiunge il colore blu all’interno della croce bianca, prendendo ispirazione dalle bandiere di molte nazioni libere come Francia, Stati Uniti e Regno Unito come simbolo di indipendenza e libertà

La terza tappa

Il Nuovo Munch Museum

Il nuovo museo Munch ha aperto da pochi anni ed è collocato vicino al nuovo Teatro dell’Opera, sul lungomare nei pressi della stazione ferroviaria di Oslo. La posizione sulla banchina del porto, offre una vista mozzafiato sulla città.

L’edificio modernissimo, con una struttura esterna molto particolare, si snoda su ben 13 piani e ospita la più grande collezione di opere di Edvard Munch, maestro indiscusso dell’espressionismo che, alla sua morte, ha lasciato le 28000 opere ancora in suo possesso al comune di Oslo.

Ci sono tre piani interamente dedicati a Munch, tutti molto interessanti, uno con le sue opere più famose, uno con i dipinti monumentali per decorare le pareti della Università Aula a Oslo e uno con le sue xilografie, incisioni e stampe.

In un piano è stata organizzata una mostra interattiva, una rappresentazione stilizzata della sua casa con oggetti personali del pittore. 

Inoltre ci sono alcune stanze per mostre di molteplici artisti contemporanei.

Dedicate almeno mezza giornata alla visita di questo splendido museo.

Tra le opere più significative del geniale artista norvegese, che ha vissuto una vita travagliata di dolore e lutto troviamo Madonna,  amore e dolore (Vampire) , l’ansia, separazione, morte nella camera della malata, starry night, the dance of life e ovviamente l’iconico URLO, “Skrik “ in norvegese.

Al 12 piano è presente un ristorante e al 13 una grande terrazza panoramica con skybar, dove si può accedere gratuitamente e godere di una meravigliosa vista sulla città e sul mare.

Il biglietto d’ingresso è abbastanza caro, ma gratuito con l’Oslo City Pass

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Nel museo sono presenti 3 versioni originali dell’Urlo: l’olio, il pastello e la stampa.

Per preservare i fragili dipinti vengono mostrati uno ogni mezz’ora  in una avvincente rotazione. L’apertura e la chiusura delle singole versioni viene di volta in volta acclamata dalla folla di turisti e appassionati d’arte.

La quarta tappa

A spasso per Oslo - Karl Johans Gate

Karl Johans Gate è la via principale di Oslo. 

Via piena di negozi, bar, caffè, ristoranti può essere considerata il “corso” pedonale della città. Si parte dalla piazza della Stazione Centrale con la grande statua di tigre, simbolo ormai della capitale norvegese e il boutique hotel Amerikalinjen, vecchia sede della compagnia di navigazione che operava il trasporto di passeggeri e spedizioni tra la Norvegia e gli USA.

La via costeggia sulla sinistra la Cattedrale di Olso, sobria e discreta come le tipiche chiese luterane, in un gradevole contesto di tranquilli giardini e piazzette con alcune sculture e fontane. La cattedrale risale alla fine del 1600 e la famiglia reale norvegese e il governo norvegese la utilizzano tutt’oggi per eventi come matrimoni e funerali.

Proseguendo sul lato opposto si apre una grande piazza,  che si affaccia sul Parlamento Norvegese, dalla grande mole e dall’insolita presenza di mattoni gialli-ocra.

Lungo questa via sorgono inoltre l’Università e il Teatro Nazionale.

Infine chiude la strada una collinetta dove si erge il Palazzo Reale, in stile neoclassico, molto simile a Buckingham palace, ma meno sfarzoso. Nella grande piazza centrale si trova la stata equestre di re Carlo Giovanni e si svolge alle 13:30 il classico rituale del cambio della guardia. Bellissimi i giardini pubblici che circondano il palazzo dove regna una grande pace. Punto finale di una bella passeggiata di circa 1 km.

Karl Gate 2

Karl Johans Gate

La quinta tappa

Il Municipio di Oslo

Si tratta di un edificio degli anni ’50 dallo stile sobrio, tipico dell’architettura funzionalista nordica, un’architettura essenziale, pragmatica, senza fronzoli. Lo stile geometrico e lineare del design è senz’altro imponente e maestoso. Per molti italiani può risultare opprimente e brutale, io Io trovo meraviglioso e originalmente scandinavo.

Il monumentale edificio in mattoni rossi domina il fronte della città sul mare.

Ha una facciata rivolta al porto e un’ altra rivolta verso la città, con una vasta piazza abbellita da una fontana e dalla statua di un uccello ad ali spiegate.

La bella piazza offre la vista più importante sulle due caratteristiche torri rettangolari alte 63 metri, in una delle quali sono installate ben 49 campane che sentirete spesso suonare durante la vostra visita della città.

Gli spazi interni sono ariosi e accoglienti, ricchi di dettagli decorativi come gli splendidi punti luce sempre originali ed eleganti. Affreschi imponenti e colorati raccontano la Storia del popolo e del paese.

Il Municipio di Oslo ospita la cerimonia di consegna del Nobel della Pace. Sostare nella stessa stanza dove sono passate persone che sono riuscite ad influenzare in modo così positivo la storia del mondo è un emozione indescrivibile.

In un’ala dell’edificio si svolgono, come da consuetudine, i matrimoni, ed è sempre affollata nel fine settimana da giovani coppie e dai loro entusiasti parenti e amici.

Un intero corridoio é dedicato a numerose vetrine che espongono oggetti preziosi, donati alla famiglia reale da ambasciatori e autorità in visita nella capitale.

Splendida la vista sull’Oslofjord dal primo piano. La visita è sempre gratuita con guida obbligatoria anche in lingua inglese.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Dal porto turistico di fronte al Municipio partono tantissimi battelli, per le escursioni alle varie isolette del fiordo di Oslo e per raggiungere la penisola di Bygdoy.

La sesta tappa

La Penisola di Aker Brygge e Tjuvholmen

Quella di Aker Brygge era un tempo la zona portuale della città; dopo la chiusura di una storica società di cantieri navali avvenuta nel 1982, quest’area è stata magnificamente riconvertita in un quartiere residenziale alla moda con un mix di architetture moderne e la presenza di diversi edifici tra i più importanti della città, come il Municipio, il Centro Premio Nobel per la Pace e la nuovissima sede del Museo Nazionale (dove è possibile ammirare tra gli altri capolavori anche una delle versioni originali de ” L’Urlo” di Munch).

Soprattutto nella stagione estiva, nelle belle giornate di sole, è una delle zone più animate della capitale norvegese data la presenza di numerosi locali e ristoranti. Lungo la passeggiata pedonale ci sono molte sedute da cui poter ammirare uno splendido panorama sul porto fino alla fortezza di Akershus.

In una posizione unica, sulla punta in cui il porto marittimo incontra il fiordo si estende il nuovissimo quartiere di Tjuvholmen, prolungamento naturale della zona di Aker Brygge.

Questa splendida area urbana, situata su tre piccole isole collegate da ponti, solo 100 anni fa era la zona malfamata di Oslo dove ladri, contrabbandieri e prostitute erano di casa. “Tjuv” significa proprio ladro in norvegese e a ricordo di quel tempo potete trovare oggi l’elegante hotel “The Thief”.

Oltre a edifici disegnati da diversi architetti e urbanisti contemporanei, vi attende un numero infinito di curiose installazioni, ristoranti e bar trendy, con elevati standard di qualità.

Sia il Museo Astrup Fearnley che lo Sculpture Park sono stati progettati dall’archistar italiano Renzo Piano.

Il Museo con il tetto in vetro a forma di vela contiene una prestigiosa collezione di arte moderna e contemporanea e ospita a rotazione mostre di grandi artisti di fama internazionale.

Il parco verde è allestito con opere d’arte all’aperto e viene usato anche come spiaggia dove sdraiarsi e prendere il sole; è possibile rilassarsi gustando un gelato o fare uno stilosissimo aperitivo al tramonto.

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La settima tappa

Vigeland Park

Una delle tappe assolutamente imperdibili durante la vostra visita di Oslo.

Il vasto parco prende il nome dall’artista e scultore norvegese Gustav Vigeland le cui opere sono disseminate per l’intera area. Sculture in scuro bronzo o in candido marmo, opere in ferro battuto, grandi fontane, aiuole fiorite abbelliscono un parco dagli alti alberi, dai prati verdi all’interno del più grande Frognerparken, dove i norvegesi amano passare il fine settimana.

Il tema principale è la vita dell’uomo che viene ritratto da solo, in coppia o in massa. 

Viene rappresentata la vita umana in tutte le sue fasi dall’infanzia alla vecchiaia. Attraverso scene di vita quotidiana si scava nell’animo umano, cogliendo immagini di persone animate da sentimenti di amore, sofferenza, affetto, gioia e tristezza.

Le statue che caratterizzano questo parco sono da gustare una ad una, immergendosi tra le tante passioni e debolezze umane. Il rischio è di voler fotografare tutto! 

Il monumento che più rimane impresso è la grande e scenografica terrazza dominata dal gigantesco obelisco “Monolite” che raffigura 121 figure intrecciate tra loro. Un colpo d’occhio bellissimo da varie angolazioni, ciò che colpisce di più è la particolarità di questa moltitudine di corpi avviluppati.

Il parco si trova un po’ decentrato, sulle colline di Oslo, ma facilmente raggiungibile anche utilizzando la metropolitana, la cui fermata più vicina è ” Majorstuen“. L’ingresso è gratuito.

Un posto incantevole in una soleggiata giornata del Nord.

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L’opera senza dubbio più celebre e fotografata è il Sinnataggen (piccola testa calda), che raffigura un bambino dall’aria decisamente infuriata, soggetto quanto mai insolito, che troverete a metà del bellissimo ponte ornato da una sequenza infinita di meravigliose statue e gruppi scultorei.

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Sofia

...vento dell'Est.

La proposta in breve

Molti italiani, sfruttando le tratte low cost ormai presenti in molte città, stanno scoprendo il piacere di esplorare nuove città e capitali per molto tempo considerate “minori”, per piacevolissimi weekend dove un po’ casualmente si viene proiettati verso realtà simili, ma allo stesso tempo distanti dal nostro abituale. Si scoprono così città come appunto Sofia, interessantissime, crocevia di molte culture come quella romana, bizantina, ottomana e slava con un pesante passato socialista, ma proiettate verso un prospero futuro inclusivo e cosmopolita.

  • Per chi è questo viaggio? Il viaggio è consigliato per coloro che apprezzano le differenze culturali tra popoli diversi, che non si fermano ad una prima superficiale impressione di una capitale che si sta affacciando a un nuovo periodo di sviluppo economico
  • Quando mi consigliate di partire? Vi consigliamo la primavera e l’autunno, evitando i freddi mesi invernali o la calura estiva
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Circa 3 giorni
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è bassa, Sofia e la Bulgaria in generale restano ancora a buon prezzo
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Nella nostra guida ti racconteremo i luoghi principali di Sofia come La Cattedrale Alexander Nevski, gli edifici che costituiscono il triangolo della tolleranza, il Largo, La rotonda di San Giorgio, il museo di arte socialista
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? È possibile trovare appartamenti e hotel  decisamente economici, il consiglio è quindi di rimanere nel centro della città e non disperdere il tempo negli spostamenti
  • Quali specialità culinarie mi aspettano? Molti non sanno che in  Bulgaria si mangia molto bene. Si trovano piatti tipici della tradizione greca come la moussaka, i dolci baklava, e l’alcolica grappa rakia, ma sono i salumi e la carne grigliata (skara) ad essere i protagonisti delle tavole oltre alle onnipresenti zuppe (chorba). Caratteristica è poi una bevanda a base di yogurt chiamata ayran molto apprezzata dai bulgari in qualsiasi ora del giorno e della notte…

L'itinerario!

7 imperdibili tappe

La Bandiera della Bulgaria

Il tricolore bulgaro presenta i 3 colori propri anche nella nostra bandiera italiana, bianco, verde e rosso, ma disposti orizzontalmente con al centro il verde.  Si rifanno a quelli usati dall’antico esercito bulgaro. L’ala sinistra dell’esercito si distingueva per le strisce bianche sulle lance, mentre l’ala destra era contrassegnata da strisce rosse. Il verde infine simboleggia la libertà. Altro simbolo nazionale è il Leone Rampante e girando per Sofia lo potrete incontrare un po’ ovunque, in statue, cancellate e stemmi

I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Curiosità ed usanze

Una tradizione molto carina e di buon auspicio è quella di regalarsi all’inizio della primavera
dei braccialetti intrecciati bianchi e rossi, che vengono appesi tra le foglie degli alberi lungo le strade. Ne troverete ad ogni strada e giardino della città.

Souvenir

La rosa è uno dei simboli della Bulgaria, troverete ovunque prodotti alla rosa:
dall’olio essenziale a vari cosmetici fino alla deliziosa marmellata di rose.

Metro

Consigli per orientarsi

All’uscita dell’aeroporto sulla vostra sinistra troverete il capolinea della linea 4 della metropolitana che vi porterà velocemente e molto economicamente in pieno centro.

Sofia possiede 4 linee della metropolitana (rossa, gialla, verde e blu) ed il costo del biglietto è di 16 lev (80 centesimi).

Sebbene la città si possa girare molto bene a piedi, la rete metropolitana risulta essere molto intuitiva da utilizzare e molto pulita, ogni stazione è poi ricca di negozietti alimentari e di oggettistica.

La prima tappa

La Cattedrale Alexander Nevski

Famosa in tutto il mondo per la sua bellezza, la chiesa di Alexander Nevskij è senza dubbio uno degli edifici più iconici di Sofia, un vero simbolo per la città e per la Bulgaria in generale.
Curiosamente non è dedicata ad un Santo ma al generale russo Alexander Nevski, che aveva condotto la guerra contro la Turchia liberando la Bulgaria dagli ottomani. Nel corso di questa guerra, oltre 200mila soldati russi persero la vita e per tale ragione gli fu dedicata questa chiesa.
La cattedrale ortodossa in stile neo-bizantino è maestosa e imponente, è la più grande del Paese e la seconda per grandezza nei Balcani dopo quella di Belgrado.
Situata al centro di una vasta piazza si può ammirare la sua architettura da ogni posizione.
Consigliamo di arrivarvi trionfalmente da via Moskovska. Troverete alla vostra sinistra la severa statua dello zar Samuil, i cui occhi di notte proiettano un’inquietante luce verde, e un grande leone in bronzo simbolo della Bulgaria e amato da tutti i bambini che soventemente ci salgono sopra per una foto ricordo. Sulla destra invece si presentano varie bancherelle, prettamente turistiche, che vendono alcuni cimeli del passato comunista ed icone ortodosse.
La Cattedrale ha volumetrie complesse e interessanti; rimarrete incantati dalle sue molteplici cupole disposte a più livelli, alcune verdi, altre rivestite da una lamina d’oro che riverbera la luce solare abbagliandovi ed affascinandovi per il loro splendore.
L’interno è ampio, solenne e sfarzoso, in grado di ospitare oltre 5.000 fedeli. Il grande lampadario che pende sotto la cupola ricorda molto le grandi moschee ottomane. È un tripudio di oro, icone e marmi. L’ingresso è gratuito ed è usanza acquistare per pochi lev delle candele strette e lunghe e posizionarle nei grandi candelabri.

Consigliabile vederla in orari diversi, il sole gioca con le cupole esaltando ora il verde ora il dorato. L’illuminazione notturna gli conferisce inoltre un’atmosfera quasi fiabesca.

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La vista sulla cattedrale Alexander Nevski dal 9 piano del Sense Hotel é pazzesca, soprattutto al tramonto. Si può accedere anche se non si è ospiti dell’Hotel, potete decidere di andarci per un aperitivo o di prenotare un tavolo per la cena. I prezzi sono leggermente più alti che altrove in città, ma pur sempre convenienti e giustificati dalla meravigliosa
location.

La seconda tappa

Il National Palace of Culture (NDK)

Questo enorme edificio dalla pianta ottagonale, situato alla fine del Boulevard Vitosha, all’interno di un bellissimo parco, è stato inaugurato nel 1981 in occasione del 1300simo anniversario dello Stato bulgaro ed è opera di Lyudmila Zhivkova, discussa figlia dell’ultimo leader socialista della Bulgaria, Todor Zivkov.
Vi si organizzano mostre d’arte, concerti, festival, proiezioni cinematografiche e tanti altri eventi per celebrare la storia e cultura della Bulgaria.
Le sue dimensioni sono davvero impressionanti: si sviluppa in modo imponente su otto piani, si tratta infatti del centro congressi più grande di tutta l’Europa sud-orientale.
Anche gli interni sono tutti pensati e realizzati intorno a solide figure quadrate ed ottagonali.
Bello il foyer di ingresso in stile socialista e la grande sala principale che può ospitare fino a 3.000 persone e gode di un’ottima acustica.
L’immenso parco è stupendo, adornato da una lunga serie di fontane a zampilli, aiuole con grandi statue, roseti, prati all’inglese e tantissime panchine. È infatti frequentatissimo da turisti e locali. Come tutti i parchi di Sofia è pieno di gente e bambini che giocano, moltissimi i ragazzi in skateboard.
La sera le fontane sono tutte illuminate e creano con i loro giochi d’acqua atmosfere molto suggestive!

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Alla base dell’NDK campeggia poi una grande scritta colorata con il nome della città, SOFIA sia in lettere latine che cirilliche, sfondo obbligatorio per le foto ogni turista che passa dalla città.

La terza tappa

Il Boulevard Vitosha

Ogni città ha la sua strada dello shopping, quella che conferisce lustro alla città. In caso di Sofia parliamo di Vitosha Boulevard.
Nel corso degli anni ha avuto diversi restyling oggi è una bella strada pedonale dove ci si va per bere un caffé o mangiare anche di notte, molti locali infatti sono aperti H24, oppure per fare un pò di shopping.
Prende il nome dal monte Vitosha che la sovrasta e che nelle giornate invernali terse è bellissimo vedere completamente innevato.
Cuore pulsante della città è interamente pedonale e parte dalla Cattedrale di Santa Domenica, passando di fronte al Palazzo Nazionale della Cultura conducendo al grande Parco Sud.

Trattandosi di un luogo molto frequentato dai turisti, troverete un gran numero di negozietti di souvenir ed è quindi il posto adatto per comprare qualche ricordino. Troverete poi moltissimi ristoranti, librerie, negozi di moda e di abbigliamento. Lungo la strada ci sono diverse panchine dove ci si può sedere e riposare, alcune sono coperte in modo tale da essere fruibili anche durante la stagione invernale, con la neve. Anche la maggior parte dei ristoranti possiedono dehor esterni riscaldati per guardare e essere guardati dai molti passanti.
Segnaliamo il bel ristorante Shtastliveca ove mangiare piatti locali in un’atmosfera molto accogliente.

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Davanti al palazzo di giustizia, partono i free tour della città organizzati da un’associazione di giovani ragazzi bulgari amanti della loro città. Durante la settimana i tour partono alle 11:00, alle 14:00 e alle 18:00, mentre il venerdì, sabato e domenica alle 10:00, alle 11:00, alle 14:00 e alle 18:00. La durata è di circa 2 ore.

La quarta tappa

Il Triangolo della Tolleranza e l’antica Serdica

Questa zona è il vero centro della città, qui spenderete la maggior parte del tempo della vostra visita ed in effetti molti sono i monumenti da vedere e visitare. Sofia è stata crocevia di popoli, culture e religioni, e ne è testimonianza il suo centro cittadino, chiamato appunto il triangolo della tolleranza, dove potrete vedere la splendida chiesa ortodossa di Santa
Domenica, la moschea ottomana di Banya Bashi e la grande Sinagoga ebrea, oltre alla chiesa cattolica di San Giuseppe, tutto racchiuso in pochi metri, gli edifici infatti si affacciano l’uno sull’altro in un reale melting pot religioso.

 

Moschea di Banya Bashi
La moschea Banya-Bashi faceva parte di un più ampio complesso termale che si trova sul retro. E’ uno dei pochi monumenti ottomani rimasti; la maggior parte sono stati demoliti in epoca comunista. L’ingresso è libero ma bisogna togliere le scarpe e per le donne è
necessario coprirsi il capo, a disposizione ci sono veli. L’interno è bello con volte ornate da
decorazioni floreali, e i bellissimi affreschi della cupola. Fu progettata nel 1576 da Mimar Sinan, uno dei più grandi architetti ottomani a cui si deve la costruzione della spettacolare moschea blu ad Istanbul.  Il muezzin richiama i fedeli alla preghiera cinque volte al giorno tramite il minareto della moschea.
 La Sinagoga di Sofia
La struttura in stile neomoresco, è sovrastata da un’ampia cupola ottagonale ed altre più piccole negli angoli o su piccole torrette al centro dei quattro lati. È la sinagoga più grande dell’Europa dell’Est e la terza più grande d’Europa. L’ingresso è a pagamento, per accedere si deve citofonare è mostrare i documenti. Si passa poi attraverso un cortile e, una volta all’interno, si viene rapiti dall’enorme lampadario in ottone del peso di 2250 kg, il più grande della Bulgaria, dalle bianche colonne in marmo di Carrara che sorreggono la cupola, dagli affreschi decorativi e dai mosaici in stile veneziano.
Chiesa di Saint Nedelja (Santa Domenica)
Quando si percorre la via principale, Vitosha Boulevard, la si vede in fondo bella e imponente. Meno famosa della più grande cattedrale di Alexander Nevskij, la cattedrale di Santa Domenica sbalordisce per la iconica posizione e per la ricchezza delle sue decorazioni interne. L’ingresso è gratuito. La costruzione esterna è in stile neo bizantino e come tutte le chiese ortodosse della città all’interno è buia e densa di spiritualità, con le sue candele e lampadari che diffondono luce soffusa, le sue icone baciate e onorate dai tanti fedeli; tutto qui induce alla riflessione e alla preghiera.

Antica Serdica
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I resti dell’antica Serdica
Durante gli scavi per la costruzione della metropolitana della città, nel 2007, sono tornati alla
luce i resti dell’antica Serdica, la colonia romana che ha dato vita all’odierna Sofia. Visitabili gratuitamente, testimoniano quello che fu anticamente la città fondata nell’ottavo secolo A.C. Il complesso archeologico è in parte all’ aperto e in parte sotterraneo sovrastato da grandi cupole di vetro.

La quinta tappa

Il Largo e la Rotonda di San Giorgio

Il Largo

La grande Piazza dell’Indipendenza (plostad Nezavisimost), ex piazza Lenin,che si affaccia
dinanzi alla statua della Saggezza o di Santa Sofia viene comunemente chiamata “Largo”.
Risulta un insieme architettonico di tre iconici edifici progettati e costruiti negli anni ’50, caratteristici del classicismo socialista.
La mole e la posizione molto scenografica dell’ ex Quartier generale del partito comunista Bulgaro, oggi sede dell’Assemblea Nazionale doveva incutere potenza e timore.
Con le sue colonne enormi sull’ingresso centrale e la grande Stella Rossa, che svettava in cima durante il regime si slancia sul lato corto della piazza al centro dell’incrocio di due grandi strade.
Sulla sinistra si trovano i celebri i Magazzini TZUM, oggi ristrutturati, ma non più frequentati come allora, mentre a destra il Ministero del Lavoro e il Grand Hotel Balkan, il miglior albergo della città, con all’interno la splendida Rotonda di San Giorgio.
La grande stella rossa è stata rimossa e posta in periferia nel Museo di arte socialista, come
anche la gigantesca statua di Lenin sostituita dalla statua dorata di Santa Sofia. Al posto della Stella Rossa oggi sventola orgoglioso il tricolore della bandiera bulgara.

Rotonda di San Giorgio(Sveti Georgi)

La Rotonda di San Giorgio è proprio un piccolo e prezioso gioiello. Come le gemme più rare si trova nascosta e non è facile trovarne l’ingresso nelle mappe. La cosa sorprendente è appunto il contesto in cui si trova incastonata tra i grandi palazzi ministeriali di epoca socialista. Il contrasto è sbalorditivo, ma al contempo affascinante. Vi si accede dal Cortile del consiglio dei Ministri, passando sotto gli archi del palazzo presidenziale in piazza Indipendenza (Largo)

È uno dei monumenti architettonici meglio preservati dai tempi dei romani nonché il più antico della città. Costruita nel IV secolo aC durante il regno dell’imperatore romano Costantino il Grande, celebre per aver eletto l’antica città di Serdica come sua Roma (Sardica mea Roma est), durante la dominazione ottomana fu trasformata in una moschea e successivamente in un mausoleo. Solamente agli inizi del 900 ritornò ad essere una chiesa, ovviamente ora ortodossa.

L’ingresso è libero. L’interno è raccolto e intimo, con una forma rotonda e con quattro nicchie semicircolari. Vi si svolgono quotidiane funzioni religiose accompagnate da melodie bizantine estremamente suggestive. All’esterno sono presenti inoltre resti dell’antica città romana ove è possibile passeggiare liberamente.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Klek shop

Sono insoliti negozi sotterranei, unici al mondo senza porte per far entrare i clienti, semi-nascosti in vecchi scantinati che vendono prevalentemente tabacchi ed alcolici.

Questi negozi sono davvero molto particolari, hanno piccole finestre che si affacciano sul marciapiede, da li si acquistano gli oggetti e si paga il venditore che si affaccia, è necessario proprio mettersi in ginocchio, e da qui il nome “klek shop”, ovvero “acquisti in ginocchio”, intorno alla finestra troverete delle vetrinette con gli oggetti esposti.

Ne troverete alcuni facilmente identificabili all’incrocio tra Boulevard Vitosha con Patriarh Evtimiy, la strada che delimita il parco dell’NDK.

La sesta tappa

I parchi di Sofia

Una delle cose che vi colpirà maggiormente durante il nostro viaggio a Sofia è  la presenza di innumerevoli parchi e giardini, tutti estremamente frequentati dalla popolazione. Troverete una moltitudine di panchine sparse per viali e vialetti dove giovani e meno giovani passano ore a chiacchierare, bere una birra assieme, ridere e scherzare sia di giorno che di notte.

 

La città è incredibilmente verde, rilassatevi anche voi in uno di questi splendidi parchi:

 

  • Gradska Gradina, splendido e centralissimo, dove si affaccia il grande Teatro Nazionale Ivan Vazov e l’ex palazzo reale, oggi Galleria Nazionale Bulgara
  • Krystal Garden, adiacente alla splendida Chiesa russa di San Nicola
  • Knyazheska Garden, con il controverso monumento all’esercito sovietico usato spesso come strumento di protesta e di denuncia e l’adiacente mausoleo di Alessandro I di Battenberg
  • Borisova Gradina, grande parco a sud del centro, che parte dal bel Ponte delle Aquile fino ad arrivare al grande obelisco della fratellanza circondato da decine di statue in piombo che vogliono rappresentare tutti i vari settori della vita socialista.

La settima tappa

Museo di Arte Socialista

Uno spazio espositivo che fa riflettere e pensare, un posto suggestivo ed emozionante, soprattutto se prima si è fatto un giro per il centro di Sofia e si conosce la collocazione originale dei cimeli racchiusi nel museo! 

Il museo è posizionato fuori dal centro città, ma è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Dalla fermata della metro G.M. Dimitrov, basta una piccola passeggiata di circa 10 minuti. Il museo non è affatto ben segnalato, vi si accede da un cancello del ministero della cultura, passando per una piccola garitta con custodi che non parlano minimamente inglese.

Qualunque sia il pensiero sul passato socialista è indubbio che valga la pena visitare questo piccolo museo ed in particolare il suo parco che conserva busti e statue dei leader comunisti.

Si può girare liberamente nel parco che raccoglie reperti rimossi dalla capitale, che raccontano gli oltre quarant’anni del periodo comunista. Sono presenti circa 70 statue esposte un po’ alla rinfusa.

Dalle gigantesche statue commemorative dei leader maximi, come la grande statua di Lenin, che si trovava nella piazza dell’Indipendenza dove ora è presente la statua di Santa Sofia a vari membri della nomenklatura bulgara, a partire dall’altrettanto monumentale statua del leader bulgaro Dimitrov, si incontra poi un busto di Lyudmila Zhivkova, discussa figlia dell’ultimo segretario del Partito Comunista Bulgaro Todor Zhivkov, a capo del Paese per ben 33 anni e varie statue di altri esponenti del socialismo bulgaro e sovietico; infine si nota qualche scultura di lavoratori e lavoratrici, i cosiddetti eroi del lavoro socialista.

Nel museo vero e proprio si può ammirare una collezione di vignette satiriche d’epoca e accomodarsi in una piccola sala video dove vengono proiettati in loop filmati di propaganda in bulgaro con sottotitoli in inglese, dove tutti sembrano contenti di poter partecipare al sogno collettivo di un nuovo mondo.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

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La grande Stella Rossa posta all’ingresso, fino a 30 anni fa campeggiava sulla sede del Partito Comunista nel centro di Sofia e dominava la città dall’alto. Prelevata con un elicottero è stata trasferita, dopo tante contestazioni, qui in periferia a margine di un anonimo parcheggio.

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Parigi #2

A passeggio per Parigi

...vivre en plein air

La proposta in breve

Non c’è niente di più piacevole che passeggiare per le vie storiche e caratteristiche di Parigi, camminare per i viali lungo la Senna, attraversare splendide piazze, ammirare sontuosi palazzi, elegantissime dimore e grandiose chiese, fare acquisti nei negozi più prestigiosi ed eleganti dal design trendy e avveniristico o nelle piccole bancherelle lungo i mercati storici. Vi proponiamo inoltre la visita di alcuni nuovi musei, un pò meno conosciuti dal turismo di massa, ma bellissimi e altrettanto stimolanti.

  • Per chi è questo viaggio? Il viaggio è consigliato per coloro che amano il bello e l”arte in tutte le sue forme, le grandi metropoli contemporanee e possiedono un animo romantico
  • Quando mi consigliate di partire? Ogni stagione ha il suo fascino, ma noi consigliamo la primavera e il periodo natalizio
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Almeno una settimana
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è alta, Parigi è una grande metropoli decisamente cara
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Nella nostra guida ti racconteremo i luoghi come Rue de Rivoli, Rue de Mouffetard, Rue Montorgueil, Pere Lachaise, Jardin des plantes, Parc de la Villette
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? È possibile trovare appartamenti e hotel in qualsiasi arrondisement (quartiere) di Parigi; consigliamo di spostarsi un pò dal centro in una zona meno cara, ma nelle vicinanze di una fermata della efficientissima metropolitana.
  • Quali specialità culinarie mi aspettano? Le famose Baguette, il pregiato fois gras, la deliziosa quiche Lorraine, l’escargot, gli infiniti formaggi e i dolci macarones…

L'itinerario!

7 imperdibili tappe per passeggiare tra le più belle vie di Parigi e visitare i nuovi avveneristici musei di arte contemporane

La prima tappa

Rue de Rivoli

La rue de Rivoli è una delle più belle vie di Parigi. Si trova sulla riva destra della Senna, e scorre parallela al fiume.
Prende il nome dalla vittoria di Napoleone sugli Austriaci nella battaglia di Rivoli.
Vi proponiamo una passeggiata su questa centralissima arteria parigina di circa 3 km che parte dal quartiere del Marais ed arriva a Place de la Concorde. 

Ricca di palazzi storici, di negozi prestigiosi, di ristoranti e di grandi magazzini sfiora molti dei monumenti più importanti della città.
Partendo da Place de la Bastille, poco lontano si intravede la meravigliosa  Place des Vosges, s’incontra poi la chiesa seicentesca di Saint Paul- Saint Louis, si passa accanto all’Hotel de Ville, il magnifico municipio di Parigi, si prosegue per place du Chatelet con la Fontaine du Palmier, sormontata da un obelisco e dalla bella statua di un angelo placcata in oro, si passa poi per la splendida e misteriosa Tour St Jacques, resto di una grande chiesa gotica distrutta e per la  Place de Pyramide del Museo Louvre, con la sua meravigliosa piramide in vetro progettata dell’archistar I.Pei.
Sostate nel grazioso giardino di Palais Royal con le coreografiche Colonne di Buren, luogo di numerosi set fotografici per molteplici pubblicità. Proseguendo si fiancheggiano i Jardin des Tuileries, giardino ampio con fontane e sedie per potersi sedere e passare qualche momento in tranquillità fino a Place de la Concorde, con il suo alto obelisco egizio. Da qui partono poi i rinomati Champs Élysées.

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Visitate vicino alla fermata del metro le Chatelet il vivace museo di arte contemporanea che si chiama Rivoli 39, con ingresso gratuito. La facciata in continua trasformazione catturerà sicuramente la vostra attenzione. 

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La seconda tappa

Passages Couverts

Nelle frequenti giornate di pioggia parigine, non perdetevi d’animo e approfittatene per una passeggiata alla scoperta dei raffinatissimi passages della rive droite.  I passages sono delle gallerie coperte, costellate di negozi di antiquariato, di collezionismo, di piccoli artigiani o di alta moda; naturalmente non mancano poi i bistrot e deliziosi ristorantini.

La sensazione è quella di fare anche una passeggiata nel tempo, Lo stile neoclassico, le colonne di marmo, le finiture in oro, gli affreschi e le splendide pavimentazioni rendono l’atmosfera elegante e retrò. Molti negozi conservano ancora le  vetrine e le insegne originali.

  • Il Passage Verdeau
  • Il Passage Jouffroy
  • Il Passage des Panoramas
  • La Galerie Colbert
  • Il Passage Choiseul
  • La Galerie Vivienne
  • Il Passage du Caire
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Mappa dei Passages Couverts

della rive droite

La terza tappa

Rue de Mouffetard

Per gustare uno spaccato di autentica vita quotidiana parigina tra banchi di frutta colorati ed ordinati, piccoli negozietti e  botteghe, per passare piacevoli ore conoscendo una Parigi meno monumentale ma molto vivace e colorata, vi consigliamo una passeggiata in una delle più antiche vie di Parigi, la pedonale rue Mouffetard, “Mouffe” come viene confidenzialmente chiamata dai parigini.
Essa congiunge due piazze storiche, la piccola e affollata Place de la Contrescarpe, ricca di caffè e bistrò e Place Saint-Médard dove la domenica mattina intorno alle 11, davanti al sagrato della chiesa di S. Medard, molti parigini si ritrovano per ballare, suonare e cantare vecchie melodie francesi.
Place de Contrescarpe viene citata anche da Hemingway in Festa Mobile; divertitevi a cercare la targa commemorativa nella vicina rue Cardinal Lemoine che ricorda la prima abitazione parigina dello scrittore. 

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Moltovicino a rue de Mouffetard si trova il Phanteon, luogo di sepoltura di prestigiosi personaggi come Victor Hugo, Alexandre Dumas, Voltaire e Marie Curie.

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La quarta tappa

Rue Montorgueil

La Rue Montorgueil è una via pedonale nelle vicinanze della chiesa di Saint Eustache nel quartiere di Les Halles che vanta alcuni dei migliori mercati di carne e pesce della città, insieme a rinomate caffetterie, accoglienti bistrot, brasseries e bellissimi negozi alimentari, boulangeries, fruttivendoli e fioristi.

Ci si trova di tutto e per un gourmand è un vero spettacolo.
Assaggia una qualsiasi delizia della celebre pasticceria Storher, una delle più antiche di tutta la Francia, o una fragrante baguette da Paul, dove la gente si affolla ordinatamente in fila per comprare il pane. Fermati in uno dei tanti negozi che vendono una straordinaria gamma di formaggi, tra cui segnaliamo La Fromagerie o assaggia le polpettine di felafel al ristorante libanese Al Boustan.

Per gli amanti dei sapori decisi, nella ultima parte della strada cercate un ristorante noto per le sue lumache (escargot), lo noterete per la grande insegna fatta a forma di lumaca o identificate il palazzo azzurro e bianco, famoso per le sue freschissime ostriche.
Concludete la vostra passeggiata visitando il rinnovato grande centro commerciale di Les Halles, una ristrutturazione avveniristica e coraggiosa degli antichi mercati di Parigi, completata di recente con una grande cupola di copertura e la vicina e stupenda chiesa di Saint Eustache, che rivaleggia con Notre Dame e Saint Chapelle per la chiesa gotica rinascimentale più bella di Parigi. Di dimensioni impressionanti, ti impressionerà per la vertiginosa altezza e per la bellezza delle vetrate colorate, ornate da bordure di fiori e frutti. 

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All’interno della chiesa di Saint Eustache notate la curiosa presenza di centinaia di cuori, risultato del complesso intreccio dei montanti delle finestre… l’amore e i suoi simboli sono nascosti in ogni angolo di questa romanticissima città!

La quinta tappa

Pere Lachaise

Il famoso cimitero monumentale di Pere Lachaise si trova a nord est di Parigi, in una zona un po’ decentrata, ma ben collegata al centro con varie linee della metro. L’ingresso al cimitero è gratuito e il fatto che sia aperto tutti i giorni della settimana la rende un’affascinante tappa del vostro viaggio nei giorni di chiusura dei principali siti di interesse. Come potete immaginare il cimitero è molto vasto e si adagia su una collinetta, rendendo il vostro cammino leggermente in salita. 

Tra i personaggi più noti qui sepolti vi segnalo ovviamente Jim Morrison, Oscar Wilde, Edith Piaf, ma anche Chopin, Rossini, Bellini, Apollinaire, Balzac, Maria Callas, Moliere e Modigliani.
Non sempre però le tombe dei personaggi più famosi possiedono i monumenti funebri più interessanti. Resterete senza dubbio maggiormente colpiti dalle tombe di personaggi meno noti. 

Di seguito quelle che a noi hanno suscitato una maggiore curiosità:

Georges Rodenbach. La sua romantica tomba raffigura il corpo dello scrittore belga mentre esce dalla tomba, distruggendo la pietra, con una rosa fra le mani. La troverete facilmente perché si trova accanto ad una grande piramide in pietra.
Victor Noir, il giovane uomo morto il giorno prima del suo matrimonio, è raffigurato a grandezza naturale, giacente a terra con un’insolita protuberanza nei pantaloni, ribattezzata “protubérance de son entrejambes”. La leggenda dice che baciare sulle labbra la statua del giovane, lasciare un fiore e strofinare la sua area genitale, possa propiziare la fertilità.
Allan Kardec, padre dello spiritismo francese possiede un altro monumento funerario spesso vittima di “sfregamenti”, anche se in questo caso i visitatori si limitano a toccare la spalla del suo busto in bronzo da un pertugio laterale.
Elisabeth Alexandrovna Stroganoff, ricchissima contessa russa possiede un monumento funerario in marmo di Carrara ed è uno dei più lussuosi del cimitero. Secondo una leggenda la contessa avrebbe destinato una parte della sua immensa eredità alla prima persona in grado di passare un anno intero all’interno della tomba. Numerose sono le richieste di gente che si offre volontaria per sostenere la prova!
Parmentier, famoso agronomo che introdusse l’uso della patata in Francia è curiosamente sempre circondata da patate.
Géricault, celebre pittore francese. L’artista con in mano una tavolozza di colori e un pennello è raffigurato sdraiato, perché nei suoi ultimi anni di vita era rimasto paralizzato a seguito da una caduta da cavallo. Sul basamento sono raffigurate alcune delle sue opere più famose custodite al Louvre tra cui “La zattera della Medusa”
Louis Auguste Félix de Beausejour possiede la tomba più alta di Parigi. La tomba si trova a 5 metri di profondità ed è sovrastata da una gigantesca colonna di sedici metri di altezza.
L’uomo che guarda il suo volto. Vicino alla tomba di Chopin, si trova una delle tombe più famose e curiose del cimitero, sebbene appartenente ad un personaggio non famoso e per questo non segnalata nelle mappe. Si tratta di una enigmatica figura bronzea di un uomo che sul letto di morte tiene fra le mani la propria maschera.
• Vi segnalo infine alcune singolari opere; la prima, Memorie Necropolitain, è un’enorme e insolita macchina fotografica oversize custodita all’interno di un tempietto classico. 

L’altra è una piccola tomba, in prossimità di quella di Chopin, sovrastata da un piccolo pianoforte bianco in pietra, che sembra mandarci le dolci note eseguite da un giovane allievo alle prime lezioni purtroppo stroncato da un infausto destino.

Molto del folklore che accompagnava le tombe di Jim Morrison e Oscar Wilde è stato cancellato negli ultimi anni. Non è più possibile avvicinarsi alla tomba di Morrison, poiché la zona è stata transennata a causa dell’eccessivo comportamento dei suoi fan. Perdura comunque la curiosa usanza di appiccicare gomme da masticare al tronco di un albero che cresce nelle immediate vicinanze. La lapide riporta una curiosa scritta il cui significato è traducibile con “Segui il tuo demone”. Anche il grande monumento della tomba di Oscar Wilde è stato sfortunatamente ripulito e recintato. La tradizione voleva che i visitatori dopo aver applicato un rossetto alla bocca baciassero la tomba, lasciando lo stampo di centinaia di baci.

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Mappa del Cimitero Pere Lachaise

Ci sono vari varchi di accesso e appena entrati vi imbatterete in molteplici mappe esplicative di non immediata lettura.

Da una parte troverete l’elenco dei nomi delle centinaia di persone importanti che qui giacciono, dall’altra parte la mappa del cimitero con i numeri corrispondenti dalle tombe. Se avete deciso di non dedicare un’intera giornata alla visita di questo luogo vi consiglio di scaricarvi una mappa in anticipo e evidenziare le tombe monumentali di vostro interesse divise per settori. Non è molto semplice identificare la posizione esatta delle varie tombe, le più famose sono quelle dove si adunano più persone!

La tomba di Victor Noir
L'uomo che guarda il suo volto

La sesta tappa

Jardin des Plantes

Dimenticate i soliti luoghi affollati turistici e abbandonatevi in una giornata di sole in questo angolo di paradiso.
A poca distanza dalla Gare d’Austerlitz, nel vivace Quartiere Latino, vicino al Pantheon e alla Grande Moschea di Parigi si trova il Jardin des plants, il giardino delle piante.
Il parco è veramente piacevole e molto frequentato dai parigini.
È suddiviso in vari settori con erbe aromatiche, officinali, alpine, tropicali e un grande orto. Il giardino alpino contiene oltre 2000 specie di piante di montagna, splendidi poi il giardino delle rose, il giardino delle peonie, il giardino dell’Iris e un fantastico labirinto realizzato nel XVIII secolo. Interessante in tutte la stagioni dell’anno, persino d’inverno, ovviamente in primavera e in estate offre il suo massimo splendore con un tripudio di fiori e colori!
Pagando un biglietto si può accedere alle tre grandi serre e ci si trova immersi in un un giardino esotico, tra piante altissime, felci gigantesche, alberi del cacao e fiori uno più strano dell’altro oltre ad orchidee, una raccolta di piante grasse, una cascata, uno stagno e una serie di grotte su più livelli dalle quali ammirare le piante dall’alto.
All’interno del parco è presente anche un piccolo zoo (la menagerie), una parte del quale aperta e visitabile in qualunque momento, un’altra invece, più corposa, accessibile tramite il pagamento di un biglietto.
I vari musei circostanti ti permettono di vedere ed esplorare un mondo diverso per un piacevole relax tra cultura, piante, minerali, animali, fiori e storia. A voler visitare tutti i musei ci passeresti la giornata.
Vi si trova il Museo di Storia Naturale, che è diviso in quattro gallerie separate: il Museo della Mineralogia, il Museo di Entomologia, il Museo di Paleontologia e la Grande Galerie de l’Évolution, dedicata all’evoluzione della vita sulla Terra e all’influenza dell’uomo sul pianeta.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Visto di giorno è fantastico, ben tenuto e curato, ma di sera con le luminarie accese è uno spettacolo nello spettacolo. Centinaia di monumentali strutture luminose, spettacolari lanterne raffiguranti animali di tutto il mondo. Una passeggiata notturna in un’atmosfera magica, per i visitatori in cerca di incanto!

La settima tappa

Tre splendidi musei di Arte contemporanea

 

La Fondazione Louis Vuitton
Immersa nel grande parco parigino del Bois de Boulogne l’avveniristica struttura progettata dall’archistar Frank Gehry ospita la Fondazione Louis Vuitton (FLV), sede di splendide mostre di arte contemporanea. L’edificio è di una bellezza incredibile ed ha il fascino dell’architettura senza limiti. Una gigantesca e solitaria barca con le vele spiegate al vento sta cercando di sfruttare ogni refolo di vento che proviene dal bosco. Una fontana a gradoni diffonde l’elemento liquido acqueo alla base della struttura. Sarete impressionati dalla sua leggerezza ed eleganza.
La Fondazione offre sempre delle bellissime mostre di arte contemporanea. Le sale espositive sono molto diverse per forma e volume, ben dislocate nei vari piani dell’edificio e permettono al visitatore di apprezzare, nei vari passaggi, la bellezza dello scrigno prezioso che le contiene. Dalle magnifiche terrazze dell’edificio si godono panorami e scorci unici, è possibile ammirare e fotografare Parigi da prospettive insolite. 

La Fondazione Cartier
La fondazione Cartier è una tregua meravigliosa dalle destinazioni turistiche troppo affollate di Parigi. E’ anche una tappa obbligatoria per chi ama l’architettura e l’arte contemporanea. Si trova nella zona esterna del 14 arrondissement, a pochi passi dalla stazione della metropolitana Raspail in zona Montparnasse.
L’edificio in vetro trasparente, progettato da Jean Nouvel, è fantastico e il giardino che lo circonda altrettanto. Un angolo di bosco in piena città! Da fuori si apprezza l’imponente e pure così leggera struttura a più piani che accoglie la Fondazione. Le forme trasparenti e leggere, le grandi facciate vetrate su cui si riflette la vegetazione circostante, enfatizzano il concetto di “dematerializzazione” tanto caro a Nouvel. Entrerete nell’edificio ed avrete la percezione di esserne all’esterno ed una volta usciti penserete di farne ancora parte. Lo spazio è luminoso e arioso e si presta bene a grandi opere d’arte contemporanea.
Le collezioni esposte sono sempre interessantissime, per le opere in sé e per le insolite modalità di fruizione, sempre a forte impatto emotivo. Le esposizioni sono distribuite su due livelli: quello inferiore ipogeo e il piano terra. Al primo piano troverete invece il book shop della fondazione con un’ampia selezione di libri tematici. I piani superiori non sono invece visitabili, ma sono destinati a uffici privati.
Purtroppo a causa della siccità nel 2020 si è reso necessario abbattere “l’albero della vita”, il secolare cedro del Libano piantato più di 200 anni fa in questo luogo da Chateaubriand e fulcro del piano progettuale dell’edificio.

Bourse de Commerce – Pinault Collection
L’antica Borsa del Commercio, un tempo borsa del grano, è il più nuovo museo dell’arte di Parigi. Si trova in una piccola piazza non lontano dal Forum Les Halles.
Grazie all’eccellente opera di ristrutturazione dell’architetto giapponese Tadao Ando finanziata dal multimiliardario mecenate francese François Pinault, dal 2016 è stata convertita in un Museo di arte contemporanea.
Al di là del valore e della bellezza delle opere esposte, è in primo luogo il magnifico edificio che merita di essere ammirato. L’edificio è sorprendente, la ristrutturazione ha mantenuto il suo splendore originale all’esterno e ha creato uno splendore moderno all’interno.
L’intervento principale è l’enorme volume in cemento grigio al centro dell’edificio circolare.
Sono rimasto affascinato dall’imponente pantheon a cupola di vetro con un murale a 360 gradi che circonda la parte superiore dell’edificio. Grandi navi e ciminiere, marinai e soldati sono un omaggio all’epoca d’oro del commercio e del progresso francese.
A margine della grande sala centrale si trova una meravigliosa scala a doppia elica, originariamente progettata in modo che i portatori di grano scendendo e salendo non interferissero tra loro.
La mostra che abbiamo visto era una presentazione molto sofisticata e ampia di arte contemporanea all’avanguardia: pittura, scultura, video, installazioni. Non sempre opere così ardite possono riscontrare i gusti di tutti, ma chiunque può trovarci sempre qualcosa di creativo e affascinante.

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In e Out

Il Parc della Villette è stato costruito nella metà degli anni ’80 come grande luogo di riqualificazione urbana di un’area un pò periferica di Parigi.

A quel tempo poteva dirsi all’avanguardia se non avveniristico e visionario, oggi però risulta datato e in forte decadenza. Si avverte la mancanza d’innovazione. Luoghi come questi ti aspetti che debbano adeguarsi costantemente ai progressi tecnologici e non restino prigionieri del passato.
Nel Parco sono presenti diverse strutture; l’enorme e scenografica sfera d’argento chiamata La Géode da anni sottoposta a lavori di ristrutturazione, la città della Scienza e della tecnica, grande spazio espositivo con tante aree tematiche che vanno dalla matematica alla robotica, dall’ecologia alla tecnica applicata, con molte sezioni interattive che stimolano la curiosità di bambini e ragazzi che purtroppo sono presentate solo in francese e risultano di non facile fruizione per il turista, il sottomarino Argonaute che appare più un cimelio del passato che un simbolo di progresso e il grande Planetarium, con frequenti eventi e spettacoli, molti dei quali però solo in lingua francese.
Anche il parco che circonda tutte queste strutture è vasto e coreografico, ma purtroppo si trova in un’area che non infonde molta sicurezza.

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Parigi #1

Parigi per la prima volta

...l'amore vince sempre!

La proposta in breve

Per tutti coloro che arrivano a Parigi per la prima volta la città mostra tutta la sua magnificenza e l’estasi di essere la destinazione più desiderata e visitata al mondo con una moltitudine di luoghi iconici, che ogni cittadino del mondo deve poter godere almeno una volta nella vita.
Il gigantesco museo del Louvre, il più grande e il più visitato museo del mondo, la scenografica Tour Eiffel, visibile da ogni punto della città ed edificio più alto del mondo per molti decenni, gli Champs Elysees e l’Arco di Trionfo, simbolo della grandeur francese e vetrina dei più prestigiosi brand del lusso internazionale; l’opulenza e la magnificenza della Reggia di Versailles, modello architettonico per tutte le corti d’Europa; la Cattedrale gotica di Notre Dame de Paris e la collina di Montmatre con la chiesa del Sacro Cuore, romantica e allo stesso tempo dannata, ispiratrice della vita senza limiti degli artisti bohemien.

  • Per chi è questo viaggio? Il viaggio è consigliato per coloro che amano il bello e l’arte in tutte le sue forme, le grandi metropoli contemporanee e possiedono un animo romantico
  • Quando mi consigliate di partire? Ogni stagione ha il suo fascino, ma noi consigliamo la primavera e il periodo natalizio
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Almeno una settimana
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è alta, Parigi è una grande metropoli decisamente cara
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Nella nostra guida ti racconteremo i luoghi iconici di Parigi come la Tour Eiffel, il museo del Louvre, la reggia di Versailles, gli Champs Elysèe, l’Arco di Trionfo e la collina di Montmatre
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? È possibile trovare appartamenti e hotel in qualsiasi arrondisement (quartiere) di Parigi; consigliamo di spostarsi un po’ dal centro in una zona meno cara, ma nelle vicinanze di una fermata della efficientissima metropolitana
  • Quali specialità culinarie mi aspettano? Le famose baguette, il pregiato fois gras, la deliziosa quiche Lorraine, l’escargot, gli infiniti formaggi e i dolci macarones…

L'itinerario!

6 imperdibili tappe per vivere Parigi per la prima volta

La Bandiera della città di Parigi

La bandiera di Parigi è uno stendardo estremamente complesso che racchiude molti simboli a testimonianza dell’importanza che questa grande città ha avuto da sempre per la Francia. La potrete vedere sventolare sul bellissimo Hotel de Ville o sui municipi di ogni arrondissement, sempre a fianco dell’onnipresente tricolore francese. La prima figura che colpisce è la presenza di una nave, un veliero mercantile, che sembra essere l’emblema della corporazione dei mercanti dell’acqua, a capo della città durante gran parte del medioevo. È poi visibile una scritta latina “Fluctuat nec mergitur” traducibile “naviga ma non affonda” da riferirsi ovviamente a questo battello. Immancabili i gigli dorati di Francia su sfondo blu, a ricordare la discendenza reale e simbolo di prosperità e ricchezza. L’attuale stemma presenta inoltre a destra un ramo di quercia e a sinistra uno d’alloro, le medaglie di 3 importanti onorificenze, tra cui la Legione d’onore e una corona con 5 torri. 

I colori blu e il rosso da sempre appartenuti alla città di Parigi, uniti poi al bianco della casa reale diedero origine al tricolore francese.

La prima tappa

Le Louvre

Scrivi Louvre, leggi Arte, Storia, Cultura, Bellezza; semplicemente il museo per antonomasia. Penso che ogni descrizione sia superflua, è una tappa immancabile per chi passa per Parigi.

Un totale di 35.000 opere esposte, tra cui capolavori di fama mondiale. Il museo è grandioso, sia come monumento che per le opere che custodisce. Vedere tutto in una volta è praticamente impossibile visto la sua vastità e l’impressionante quantità delle opere in esso contenute.
Consiglio di armarvi di tanta pazienza e scarpe comode, la visita prevede una giornata intera.

Organizzatevi bene prima della visita e fate la lista di quello che volete assolutamente vedere altrimenti rischiate di passarci la giornata e non riuscire a vedere tutto quello che vi interessa.

Il museo è gigantesco, ospita otto dipartimenti suddivisi in 3 ali (Richelieu, Sully e Denon) ed è disposto su 5 piani (piano -2, -1, 0, 1 e 2). Troverete antichità egizie, orientali, greche, etrusche e romane, ma anche collezioni più moderne come quella degli impressionisti. Dipinti, Sculture, Arti grafiche e migliaia di oggetti di Arti Islamiche.
Il Louvre è aperto dalle 9:00 alle 18:00 il lunedì, il giovedì, il sabato e la domenica, dalle 9:00 fino alle 21:45 il mercoledì e il venerdì. Resta chiuso ogni martedì. La maggior parte delle persone vi si recano la mattina e lunghe ed interminabili code spaventano anche il più motivato viaggiatore.

 

Vi segnaliamo alcune tra le opere imperdibili del Louvre, divise per categoria:

Scultura

    • Amore e Psiche di Antonio Canova, nel dolcissimo attimo che precede il bacio
    • La Venere di Milo, ideale di bellezza femminile della Grecia antica ed icona pop dei nostri giorni
    • La Nike di Samotracia, la sua incredibile bellezza è ulteriormente esaltata dalla sua collocazione privilegiata, su un piedistallo in cima ad una grande scalinata, che simula la prua di una nave
    • L’ermafrodito dormiente, il capolavoro in marmo dell’arte romana adagiato su un soffice materasso aggiunto durante il restauro da Gian Lorenzo Bernini
    • Le bellissime e raffinate statue dell’Atena di Velletri e della Diana di Versailles

Sezione egizia

      • Sfinge di Tanit, una delle più grandi sfingi al mondo ricavate da un blocco unico di pietra
      • Lo scriba seduto dai colori praticamente intatti
      • I bellissimi ippopotami azzurri di 400 anni fa

Ala della mesopotamia

    • Il Codice di Hammurabi dove il sovrano riceve le leggi dal suo Dio, basato sulla legge del taglione,  “occhio per occhio dente per dente”
    • I tori alati gigantesche figure ibride tra tori, aquile ed esseri umani che venivano posti all’ingresso delle città e dei templi nella convinzione che servissero a protezione dai nemici

Pittura

    • Gli iconici quadri del rinascimento italiano
        • il misterioso e affascinante sorriso della Gioconda e la perfezione della Vergine delle Rocce, di Leonardo da Vinci, ma anche innumerevoli altre opere di Raffaello, Tiziano, Paolo Uccello e Botticelli
    • I grandi Capolavori della pittura francese
          • la splendida creazione prospettica dello spazio de Il giuramento degli Orazi e la scenografica rappresentazione de La morte di Marat di Jacques-Louis David, lo storico naufragio ne La zattera della Medusa di Théodore Géricault, la minuzia e accuratezza di ogni piccolo dettaglio ne L’incoronazione di Napoleone, la figura di una donna a torso nudo che tiene in una mano la bandiera francese e nell’altra un fucile, icona moderna della libertà del popolo contro la monarchia ne La libertà che guida il popolo – Eugène Delacroix.
    • La pittura del nord Europa
        • La merlettaia di Johannes Vermeer, che Renoir considerava “il quadro più bello del mondo”

Infine si resta stupiti ed estasiati dall’opulenza e dalla magnificenza della Galerie d’Apollon dove sono esposti i gioielli della corona francese, diamanti e gemme di incommensurabile valore.

I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

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La Pyramide du Louvre

L’entrata principale si trova sotto la geniale nuova Piramide in acciaio e vetro su telaio di alluminio, progettata dal cinese I.Pei. La Pyramide du Louvre è il simbolo della grandeur francese dell’allora Presidente Mitterrand che privilegiò un progetto ardito e molto contestato ai tempi dando vita a quella che oggi può ben considerarsi una nuova costruzione iconica al pari della Tour Eiffel
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Consigli per entrare rapidamente

Se siete un gruppo di più di 7 persone, compresi i ragazzi sotto i 26 anni non paganti, potete usufruire di un enorme vantaggio. Potrete accedere al Louvre dall’entrata nell’ala Richelieu in rue de Rivoli, senza alcuna fila, sarete sbalorditi e increduli di essere all’interno dopo soli 5 minuti!

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Consigli per entrare orientarsi

Per orientarvi nel grandissimo museo, vi consigliamo calorosamente di scaricare una mappa generale con le opere principali, e studiare per tempo la suddivisione del museo perché è molto dispersivo e poco intuitivo. Fate attenzione alle mappe online con una sequenza numerica diversa rispetto a quella presente poi al museo, cercate quelle con le stanze numerate dal numero cento in su (le altre vi renderanno la visita impossibile!)

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La seconda tappa

La Tour Eiffel

Cosa dire della costruzione più iconica e scenografica di Parigi?

Non si può morire senza averla vista almeno una volta nella vita! 

La vista della dame de fer è un’emozione unica. La sua sprezzante presenza vi seguirà per tutta la visita della città; la fotograferai tra i pertugi di due palazzi, negli spazi aperti delle grandi piazze o riflessa sulla Senna. Consiglio di osservarla dalla terrazza panoramica in piazza Trocaderò. Resterete stupefatti per la sua imponenza ed eleganza.

Sempre meravigliosa specialmente la sera con le luci accese.

Ogni ora, dalle 21:00 alle 23:00, per soli cinque minuti la Tour Eiffel risplende grazie alle migliaia di lucine intermittenti che la rivestono interamente.

C’è chi sostiene che la sua singolare forma a «A» allungata sarebbe una spettacolare dichiarazione d’amore ad una ragazza di nome Adrienne di cui Eiffel si sarebbe innamorato da giovane.

 

La veduta dalla cima è superlativa, si può vedere Parigi a 360°, la vista si apre a perdita d’occhio. Divertitevi a identificare tutti i posti del cuore visitati durante il vostro soggiorno o seguite le linee dei boulevard che avete percorso passeggiando per la città più romantica del mondo.

Se siete già in possesso del biglietto, superato il primo sbarramento di accesso con il controllo di borse e zainetti, arrivati letteralmente sotto la torre, individuate la fila contrassegnata dalla bandiera verde per accedere direttamente all’entrata dell’ascensore del pilastro est o ovest. C’è sempre molta gente ed occorre attendere un po’ di tempo tra un ascensore e l’altro, ma la fila scorre abbastanza velocemente.

La salita in ascensore è emozionante, con il panorama della Ville Lumière che si apre tra il magnifico reticolo di ferro. Per arrivare in cima si deve comunque scendere al secondo piano e cambiare ascensore.

 

In cima è possibile passare per un piano riparato dove si può vedere da una vetrata la ricostruzione dell’ufficio dell’ingegner Gustave Eiffel con arredamenti originali dell’epoca e con le riproduzioni in cera, di Eiffel con sua figlia Claire e di Thomas Edison, inventore della lampadina ed illustre ospite. Attraverso una breve scalinata si accede poi alla terrazza aperta dove potete godere al vento della vista più strabiliante di Parigi. C’è infine un piccolissimo bar dove volendo si può acquistare un carissimo flute (ahimè in plastica) di champagne.

Una volta riscesi al 2°piano potete optare per l’ascensore oppure per le scale e fare una serie di rampe a piedi.

 

Per l’intera visita mettete in conto almeno due ore, io sarei rimasto il giorno intero.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

È praticamente impossibile trovare i biglietti per accedere alla cima e dovrete affrontare lunghissime file anche per visitare solamente il secondo basamento se non organizzate bene la visita. Il nostro consiglio: i biglietti vengono messi in vendita sul sito ufficiale 60 gg prima e sono sempre limitati. Iscrivetevi al sito inserendo le vostre credenziali, collegatevi poi alla mezzanotte del giorno di apertura vendite (per esempio: se volete salire il 7 Aprile, collegatevi alle 00:00 del 7 Febbraio!). La disponibilità per il Sommet (la cima) si esaurisce velocissimamente.

La terza tappa

La Reggia di Versailles

Sfarzosa, imponente, impressionante, maestosa, enorme, splendida, ricca ed emozionante, la Reggia per eccellenza, simbolo e icona del potere dell’eccentrico re Sole, Luigi XIV, e luogo di ritiro di tutta la sua infinita corte, il palazzo di Versailles è praticamente immerso in una pioggia d’oro e ricchezza infinita.

 

Programmate di spendere una intera giornata tra lo spostamento, la visita dello Chateau e dei grandissimi e splendidi giardini. La reggia è una vera perla in ogni suo angolo , in ogni suo dipinto , decorazione e arredo. I giardini sono immensi, ben curati. Ovviamente va da sé che ci voglia tempo e pazienza per visitarla. Per chi ama l’arte e la storia è come essere a casa. La visita è bellissima ma anche molto faticosa per la grandezza. Meta di tantissimi visitatori da ogni parte del mondo, ovviamente è impensabile volerla trovare vuota e lamentarsi della moltitudine di visitatori.

 

La visita si snoda attraverso sontuose sale e saloni,  la prima parte è dedicata alla storia del palazzo, utilizzate l’audioguida gratuita e l’applicazione che è davvero fatta bene, con la mappa interattiva; basta scrivere la stanza dove ci si trova e parte in automatico la dettagliata spiegazione.
Si passa poi alle infinite sale, arredate con quadri bellissimi ed arredamenti stupendi. In alcune stanze troverete delle finestre che si affacciano sui cortili e sui giardini, sbirciate attraverso i tendaggi, è veramente una meraviglia per gli occhi, se avete la fortuna di incappare in una splendida giornata di sole. Passerete per diverse stanze ricche di mobili e ritratti, la stanza del re e della regina, il salone di Ercole, la cappella reale, il salone di Venere e di Apollo; ma la stanza che vi lascerà a bocca aperta sarà la magnifica Galleria degli Specchi. Impossibile non rimanerne colpiti! E’ un’emozione indescrivibile pensare che qui si sono tenute sfarzose cerimonie e feste con centinaia di persone. Lampadari e colonne donano una grande magnificenza e regalità all’ambiente, gli specchi aumentano la luminosità dell’ambiente e contribuiscono ad ampliare la profondità. 

Passate poi per la stanza dell’incoronazione con i grandi dipinti che celebrano un altro grande imperatore francese; Napoleone I e poi per la stanza delle battaglie dove nel più lungo salone della reggia sfilerete in mezzo ai dipinti che celebrano tutte le maggiori vittorie militari della Francia. Poi prendete l’uscita per i giardini. Tenete presente che una volta usciti dalla reggia non è più possibile rientrarvici.

 

Il parco, i laghi, i giardini ed il bosco attorno sono a dir poco infiniti. Le geometrie dei percorsi, sapientemente studiati, creano degli scorci sulla reggia davvero suggestivi. Le fontane, le centinaia di statue e i laghetti, lasciano percepire lo sfarzo della vita che si svolgeva alla corte francese. Se avete intenzione di girarli a piedi, vi consiglio di allenarvi. Le distanze da percorrere sono notevoli. Potete però optare per diverse altre soluzioni: noleggiare una macchinina elettrica, o il trenino. Il parco chiude abbastanza presto, alle 17:30. Durante la bella stagione di sabato, ad orari stabiliti, potrete godere dello spettacolo delle fontane danzanti e a sera c’è il Night Fountain Show, con spettacolari fuochi d’artificio

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Lo Chateau di Versailles si trova leggermente fuori Parigi, a circa 30-40 minuti, ma è facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto. Arrivati alla metro des Invalides si prende la RER C fino alla fermata Versailles Rive Gauche. Il percorso è ben segnalato e basterà seguire la moltitudine di turisti che ogni giorno si reca al cospetto del Re Sole. Dalla stazione di Versailles dovrete percorrere 10 minuti a piedi fino a Place D’Armes, qui troverete l’entrata principale.

I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Conviene ovviamente comprare i biglietti online per non fare una lunga fila. Con il biglietto passport potrete visitare tutto il complesso, incluso il Petit e Grand Trianon e un piccolo villaggio artificiale amato follemente da Maria Antonietta. Se siete già in possesso del biglietto online, dirigetevi alla vostra sinistra e mettevi in fila nel GRUPPO A; in caso contrario, mettetevi in fila nel GRUPPO B.

La quarta tappa

La Collina di Montmatre

La romantica collina di Montmartre, sebbene preda del turismo di massa, è ancora un luogo romantico e affascinante, dal celebre passato bohémien essendo stato il rifugio prediletto di numerossimi squattrinati pittori, scrittori e artisti che scelsero questa zona allora a buon mercato e di mentalità aperta,  distante dagli aristocratici salotti parigini.

Tutto questo traspira da ogni ripida e stretta stradina o da ogni piccola e colorata casetta; le piazzette si aprono improvvise e alberate, la vista spazia su tutta la città; sembra quasi di passeggiare all’interno di un villaggio separato dalla città, una meravigliosa e tranquilla enclave separata dalla frenetica metropoli.

È facilmente raggiungibile con la metropolitana. Una volta scesi dalla metro, recatevi verso la funicolare e qui potete decidere se salire i gradini della monumentale gradinata oppure sfruttare la scenografica funicolare. Vedere spuntare la la Basilica del Sacre-Coeur è un grande effetto scenico, con le sue grandi cupole immacolate e il suo profilo che svetta verso il cielo.

Una volta arrivati in cima, dalla terrazza davanti alla basilica si ha un grande panorama. Si può osservare gran parte di Parigi. Si vede bene la Tour de Montparnasse, Notre Dame, la Senna, il Pompidou, il Pantheon… manca solo la Tour Eiffel, che è nascosta sulla destra. 
L’accesso alla basilica è gratuito, mentre se volete salire sulla cupola c’è da pagare un biglietto. Si sale solamente a piedi con circa 300 scalini.

Dopo aver visitato la chiesa consiglio di salire ancora un pochino alle spalle della basilica ed andare a trovare Le Moulin de la Gallette. Un mulino a vento in cima a Parigi, assolutamente da non perdere, famoso perché dipinto da celebri pittori del XIX secolo come Renoir, Van Gogh e Toulouse Lautrec.

Cuore spirituale di Montmarte è la celebre place du Tertre, antica piazzetta alberata, circondata da numerosi ristoranti brasserie, creperie e da un grande numero di artisti che disegnano ritratti e caricature ai turisti,  caratteristica per il sorprendente numero di cavalletti che mostrano opere finite o in fase di realizzazione a prevalente fruizione turistica. La piazzetta è davvero incredibilmente affollata e mostra la sua deliziosa bellezza solo verso l’imbrunire. Vi consigliamo ovviamente di passarci, ma di dedicare il vostro tempo ad altri luoghi che conservano ancora un aria più autentica. Come ad esempio la piccola place Emile Goudeau una piazza lastricata, in forte pendenza, con alberi frondosi, alcune panchine dove poter sostare, una bella fontana potabile e l’ ex studio di Picasso.

Oppure la splendida piazza Joel Le Tac, dove si affacciano elegantissimi palazzi su dei giardini con bossi, tassi e alberi di mele.

Risalite rue de l’Abreuvoir, fino alla piazzetta dedicata all’artista Dalida, il cui busto in bronzo viene soventemente strofinato al seno per augurare buona fortuna. Prosegui alle spalle del busto nella vietta pedonale circondata da belle villette con giardino… sembra veramente di essere in un paesino di campagna.

La magia del quartiere di Montmartre devi viverla assolutamente immergendosi in uno dei suoi ristorantini, alcuni dei quali con un incredibile passato. L’idea di sedersi allo stesso tavolo dove grandissimi personaggi dell’arte hanno trascorso le loro oziose ore è emozionante.

Al Au Lapin Agile si racconta si ritrovassero Toulouse-Lautrec e gli altri artisti del suo tempo. Si tratta di un piccolissimo “cabaret artistico“, dove si esibiscono cantanti o comici francesi. Notate all’esterno l’originale insegna del coniglio, un tempo specialità della casa!

La Maison Rose fu di proprietà di una modella di Picasso e fu punto di ritrovo di molti artisti, fu inoltre ritratta in più quadri dal pittore Maurice Utrillo, ora è diventata un punto fotografico molto amato dagli appassionati di Instagram.

In Rue des Saules, a qualche passo dalla Maison Rose si trova una vera e propria vigna, vanto del quariere, che produce circa 1000 bottiglie di vino made in Paris!

Scendendo per la rue Lepic incrocerai moltissimi ristoranti e bar, tra i quali sulla sinistra al numero 15 il Café des deux Moulins, il bar dove sono state girate molte scene de il favoloso mondo di Amelie. Molta dell’atmosfera si è perduta negli anni, ma il mobilio è ancora quello originale utilizzato nel set cinematografico.

Arrivati alla fine della via verrete rapidamente proiettati in un  altro mondo, in un’altra atmosfera. Vicino alla Place Pigalle regnano le luci a neon dei sex-shop e dei cabaret, fra cui il famoso Moulin Rouge, storico locale con arredi belle époque, patria del Can Can.

Infine vi consigliamo di passare per Place des Abbesses. Fate una foto alla bellissima fermata della metropolitana, una delle più belle della città e immergetevi nel simpatico caos di questa piazza sempre piena di gente, con la giostra per i bambini e le bancarelle. A sovrastare la piazza, c’è la facciata della singolare Église Saint-Jean de Montmartre, chiesa in mattoni rossi con vetrate colorate e mosaici in stile art nouveau, una delle prime in cemento armato.

Sul lato opposto, oltrepassato un cancellino verde si trova un piccolo giardino, con il grande “Muro dei Ti amo”. L’autore chiese ai suoi vicini stranieri di scrivere sul murales la romantica parola nella loro lingua. Arrivò a raccogliere fino a 311 “Ti amo” in lingue e dialetti da tutto il mondo.

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Cattedrale del Sacro Cuore
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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Per una piacevole sosta vi consigliamo di fermarvi alla vicina Patisserie Maison Lardeux, una panetteria/pasticceria di ottima qualità con la perenne fila di persone in attesa di una squisita leccornia.

Maison Rose

Maison Rose di Utrillo

La quinta tappa

Gli Champs Elysèes e l'Arco di Trionfo

Ovviamente a Parigi una passeggiata sul famoso ed elegantissimo viale non può mancare.

Insieme alla Fifth Avenue di New York è una delle strade più conosciuta al mondo.

Prende il nome dai Campi Elisi, che secondo la mitologia greca erano il luogo di beatitudine delle persone buone.

Il viale è lungo quasi 2 chilometri e largo circa 70 metri, parte come prolungamento dei giardini delle Tuileries e congiunge Piazza della Concordia con il suo splendido Obelisco egizio a Place de L’Etoile e rappresenta a tutti gli effetti la zona di lusso di Parigi. Trionfale, lussuosa ed esagerata. 

Troverete spettacolare la vista prospettica con l’Arco di Trionfo che fa capolino in lontananza.

Nel primo tratto al Rond Point, troverete uno di fronte all’altro i 2 palazzi neoclassici Grand Palais e Petit Palais, costruiti per l’Expo del 1900 sedi museali e utilizzati per le grandi manifestazioni.

Nel lato opposto si trova invece il Palais de L’Elysee, la residenza del capo dello Stato francese dal 1873.

Il marciapiede enorme su cui passeggiare è fiancheggiato da imponenti palazzi, boutique, negozi di souvenir e ovviamente locali dove mangiare, boulangerie, patisserie, tra cui la famosissima Ladurèe in cui è d’ obbligo fermarsi per assaggiare i celebri macaron.

Il palazzo di Tiffany tutto acceso di luci celesti, le fragranze olfattive della Maison Guerlain, il palazzo di Louis Vuitton difronte al celebre teatro Lido, Bulgari, Chanel, Loreal, Apple Store, Swarovski, Pierre Cardin, Tiffani, Dior, Rolex sono solo alcuni dei marchi prestigiosi che hanno sede in questo splendido viale.

Tradizionalmente, ogni 14 luglio, festa nazionale, sugli Champs-Élysées si svolge la parata militare.

Bellissimi ogni giorno dell’anno, ma illuminati nel periodo natalizio sono da togliere il respiro.

Un tripudio di luci e negozi sfavillanti.

L’arco di Trionfo è posto al centro della immensa piazza dell’Etoile- Charles de Gaulle, luogo di convergenza di ben 12 grandi strade. Napoleone, ossessivamente attratto dai fasti dell’Impero Romano lo volle per celebrare la sua vittoria ad Austerlitz e come è evidente per ogni turista italiano si ispirò fortemente a quello fatto erigere dall’Imperatore Tito a ai fori romani.

Maestoso ed affascinante. Merita di salire in cima attraverso scale a chiocciola di quasi 300 scalini per godere di uno splendido panorama su tutta la città; la prospettiva dei viali a raggiera e degli Champs Eliseés è superba. La vista spazia dal Grand Arche della Defence fino alla piramide del Louvre.

Ai piedi dell’Arco è presente la tomba del milite ignoto a commemorare tutti i soldati morti per la Francia nel corso della storia.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

I ristoranti e i bar sugli Champs Elysees sono molto costosi, vi consigliamo però un locale davvero speciale a due passi dall’Arco di trionfo, il Cafè Joyeux.  Una sosta d’obbligo che fa bene al cuore, in cui ragazzi con la sindrome di Down ed altre disabilità lavorano come camerieri, cuochi, cassieri e rendono questo posto davvero accogliente.

La sesta tappa

Museo de L'Orangerie

L’Orangerie è un altro splendido museo che regala emozioni. 

Si tratta di un piccolo museo paragonato all’immenso Louvre o alla grande Gallerie D’Orsay,
Consiglio di prenotare anzitempo, poiché fanno entrare un numero limitato di persone alla volta e si evitano così lunghe code.

Il museo è uno spazio davvero immersivo nella visione artistica di Claude Monet.

Le 2 sale ovali dedicate alle sue Ninfee lasciano senza fiato. Sono esposte otto enormi tavole che ricoprono interamente le pareti. Lo sguardo si perde tra le mille sfumature dell’acqua, tra i cangianti effetti di luce e di colore; il luogo trasmette una dimensione poetica profonda e una avvolgente sensazione di infinito.

Vivi la possibilità di immergerti nelle sue opere seduto sulle poltrone al centro delle sale o passeggia attorno per ammirare da vicino i colori più accesi dei piccoli boccioli galleggianti che fluttuano in questo paradisiaco luogo.

Questa nuova concezione spaziale è permeata dalla luce naturale proveniente da un lucernario che simula la stagionale lucentezza che ha avvolto il grande pittore nel suo giardino-laboratorio di Giverny, dove le  straordinarie visioni delle ninfee sono state concepite.

Il Museo offre inoltre al piano inferiore, ulteriori percorsi espositivi con opere magistrali di altri artisti Impressionisti e Postimpressionisti come Picasso, Rousseau, Renoir, Matisse, Cézanne e gli stupendi dipinti di Modigliani.

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La proposta in breve

Non per tutti! L’Islanda è un’isola bellissima ed unica al mondo ma il viaggio richiede un minimo di spirito di adattamento e di amore per l’avventura. Se rientrate in questa categoria di viaggiatore, siamo sicuri che non resterete delusi

  • Per chi è questo viaggio? Il viaggio è consigliato per coloro che amano la natura selvaggia e i paesaggi dei paesi nordici
  • Quando mi consigliate di partire? Se il vostro desiderio è avvistare la spettacolare aurora boreale si consiglia di andare tra Settembre e Marzo. Da giugno ad Agosto invece godrete di giornate più lunghe e la possibilità di visitare la parte nord dell’isola, altrimenti interdetta in inverno
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? circa una settimana ma è possibile completare il percorso anche con soli 4 giorni, se avete meno tempo a disposizione
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è decisamente alta; durante l’estate è possibile trovare voli low cost mentre in inverno dovrete molto probabilmente ripiegare su compagnie di bandiera, con conseguente ulteriore aumento dei costi
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Nella nostra guida ti racconteremo di Reykjavik delle cascate di Gullfoss, della spiaggia nera di Vik, della Blue Lagoon, del whale wactching; ricordatevi però, qua più che altrove, di lasciarvi guidare anche dall’istinto e da un minimo di improvvisazione, visto che i luoghi che attraverserete saranno sempre bellissimi
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? Le sistemazioni hanno prezzi decisamente elevati, ma è possibile trovare buoni ostelli con bagni condivisi a cifre più abbordabili; se farete base a Reykjavik, potrete anche considerare di affittare un appartamento, che vi consentirà di ridurre i costi rispetto agli hotel, oltre a darvi la possibilità di consumare alcuni pasti a casa. Una volta arrivati, vi consigliamo di noleggiare un’automobile, che è il modo migliore per girare l’isola in totale autonomia e libertà; d’estate va benissimo un mezzo normale, d’inverno è d’obbligo un 4×4
  • Quali specialità culinarie mi aspettano?  la cucina islandese non viene generalmente molto apprezzata dagli italiani; elementi principali sono l’agnello e il pesce. Per i più temerari è possibile cimentarsi all’assaggio dello squalo fermentato, dei testicoli di montone e molti pesci essiccati come il merluzzo o il pesce lupo. Frutta, verdura ed alcolici non sono di facile reperibilità. Prezzi, in ogni caso, molto molto elevati

I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

aereo

Al vostro arrivo……

Come tutti i viaggiatori – tranne i pochi temerari che scelgono la nave – arriverete in Islanda atterrando all’aeroporto di Keflavìk, a pochi chilometri dalla capitale. La cittadina non è particolarmente significativa; il nostro consiglio è di mettersi rapidamente in marcia. Tenete presente che, per godersi appieno l’isola, è necessario prendere a noleggio un’auto che vi consenta di muovervi in autonomia.
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Quando è meglio andare…
Se la maggior parte dei turisti decide di visitare l’Islanda in estate, questo itinerario è fattibilissimo anche in inverno, visto che non prevede spostamenti in aree troppo remote e lontane dalla capitale; in tale caso tenete presente che, se il clima è ovviamente rigido, si mantiene comunque sempre su temperature accettabili, intorno agli zero gradi. E se avrete l’accortezza di scegliere un’auto adatta, potrete godervi l’isola in quasi solitudine.
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Per coloro che amano la natura…

L’Islanda è un luogo davvero speciale ed è conosciuto come la nazione della terra e del fuoco per la considerevole presenza di ghiacciai, vulcani, geysir e in generale per le sue incredibili bellezze naturali uniche al mondo; per le tantissime lagune d’acqua termale e per le grotte di cristallo blu all’interno dei ghiacciai

L'itinerario!

La Laguna Blu

A una manciata di chilometri dall’aeroporto troverete una delle più note attrazioni islandesi, ovvero la Blue Lagoon: un centro termale enorme, con calde acque turchesi che spuntano tra rocce laviche di colore quasi nero, immerso in un paesaggio davvero lunare. La struttura con le sue grandi piscine, saune, bagni turchi e piccole cascate, è bellissima e merita sicuramente una sosta, anche se il costo di ingresso è alto e l’ambiente abbastanza turistico.

Si prenota online per assicurarsi il posto, è indicata l’ora di entrata e potrete rimanere dentro senza limiti di tempo. Non sono inclusi ciabatte e accappatoio ma potete noleggiarli, invece i teli bagno sono compresi, cosí come l’uso degli armadietti, le docce con sapone e shampoo e un cocktail al bar e inoltre un fango basic per il viso direttamente dentro la vasca. Meraviglioso luogo, scenografico per l’acqua azzurra e le rocce nere.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Se la Laguna Blu è una tappa quasi obbligata per chi arriva in Islanda, tenete presente che vi sono moltissime altre piscine termali sparse in tutto il paese, alcune delle quali a libero accesso: più piccole, certo, ma anche molto più intime.

In giro per Reykjavík

1. La citta Vecchia:
La città vecchia si sviluppa attorno al piccolo lago Tjörnin ed è la zona più antica e centrale di Reykjavik. È il cuore della capitale, nonché ciò che rimane dell’insediamento vichingo originario. Qui troverete anche Aðalstræti, la via più antica, dove, al numero 10, si trova l’edificio più vecchio della città, risalente alla fine del ‘700.
A poca distanza troverete piazza Austurvöllur, uno dei punti di ritrovi preferiti dai locali. Al centro si trova la statua di Jón Sigurðsson, l’eroe nazionale che portò l’Islanda all’indipendenza, mentre sul lato sud si trovano il parlamento e la cattedrale, entrambi di dimensioni assai modeste, almeno per gli standard a cui siamo abituati.
Lo stile delle case è quello che si ritrova in quasi tutti i paesi scandinavi, con la particolarità – tipica delle zone più settentrionali – che le assi in legno sono spesso sostituite da lamiere coloratissime. Niente di indimenticabile ma l’effetto complessivo è comunque molto piacevole. In ogni caso, il giro vi porterà via solo poche ore: Reykjavik è infatti molto piccola, paragonabile ad una città media della provincia italiana.

 

2. La chiesa di Hallgrimskirkja

Uno dei simboli più famosi di Reykjavík, che sicuramente avrete già visto in molte foto. Si tratta di una chiesa luterana, progettata da Guðjón Samúelsson e costruita nella prima metà del secolo scorso, che deve il suo nome al poeta religioso Hallgrímur Pétursson. Lo stile è senza dubbio originale e piuttosto divisivo; a noi è piaciuto, con la sua struttura esterna ispirata alle colonne di basalto che ritroverete spesso durante le vostre esplorazioni dell’isola e la sua forma neogotica e vagamente futurista, che contribuisce a creare quella sensazione di trovarsi alla fine del mondo che vi accompagnerà per tutto il viaggio. In ogni caso, al di là delle valutazioni personali, merita almeno una visita, se non altro per salire in cima alla torre, da cui si gode uno dei panorami migliori della città e dei dintorni.

 

3. Harpa Concert Hall

Sicuramente è da visitare anche la sala concerti Harpa, bellissima soprattutto vista da fuori con la sua facciata composta da strutture tridimensionali in acciaio e vetro, su cui si riflettono il cielo e la baia retrostante, creando giochi di luce e colori sempre diversi; il progetto è stato realizzato in collaborazione con il noto artista Olafur Eliasson. Se trovate i biglietti – e se siete disponibili ad affrontare una spesa non indifferente – potete anche assistere a uno dei tanti spettacoli che vi si tengono.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Il significato islandese del nome della capitaleislandese può essere tradotto in baia fumosa. Questo nome fu scelto dal suo fondatore per via dei fumi geotermali che circondano la zona. La città è il cuore della cultura islandese, con i suoi teatri, musei, pub e numerose gallerie d’arte.

La bandiera dell'Islanda

Come altre bandiere nordiche anche la bandiera islandese presenta la classica Croce Scandinava, chiaro simbolo di cristianità. Ogni colore però rimanda agli elementi peculiari di questa isola:

Il bianco rappresenta il ghiaccio e la neve che copre la sua terra

Il rosso rappresenta il fuoco dei suoi innumerevoli vulcani

Il blu rappresenta le acque dell’Oceano che la avvolgono

La terza tappa

Notti Islandesi

Se siete amanti della vita notturna, rimarrete stupiti della vivacità di quella di una piccola città come Rejkyavik. La cosa è particolarmente evidente durante l’estate, quando c’è luce fino a tardi e gli islandesi rimangono fuori praticamente per tutta la notte. 

Partecipare, anche solo per qualche ora, può essere un’esperienza molto divertente, anche se i prezzi degli alcolici difficilmente vi permetteranno di arrivare al livello di “esuberanza” che vedrete diffuso tra i locali. Gli islandesi sono comunque molto amichevoli e, se parlate un po’ di inglese, sarà facile fare conoscenze.


I ristoranti in città sono molti ma, anche qua, vi consigliamo di verificare con attenzione il menù prima di procedere, visto che i costi sono alti e la cucina del luogo non è certamente il motivo principale per recarsi in Islanda. 

E, a meno che non siate dei veri appassionati, la carne di balena e di squalo sono esperienze culinarie che potrete senz’altro evitare.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Se avete tempo e voglia, ci sono moltissimi tour operator che organizzano gite tematiche che partono dal centro della città; tra le più frequentate, quelle in barca alla ricerca delle balene o verso le lagune glaciali. Il nostro consiglio è di evitare quanto meno quelle dirette al Circolo d’Oro o per vedere l’aurora boreale: si tratta di attività che potete fare da soli senza alcun problema, a patto ovviamente di avere un mezzo a vostra disposizione, rendendo il viaggio molto più divertente ed avventuroso.

Il Circolo d'oro

È una delle tappe obbligate di qualunque viaggio in Islanda; per quanto sia un itinerario abbastanza turistico, si tratta di tre luoghi che vale senza dubbio la pena vedere; tra l’altro si trovano a pochi chilometri dal centro della città, per cui potrete anche completare la visita nell’arco di una sola giornata.

1. Parco di Thingvellir

Fu qui che, nel 930 d.C, fu fondato l’Alþingi, il primo parlamento del mondo; sempre qui, il 17 giugno 1944, nacque la Repubblica islandese. Si tratta di un’area unica per i suoi paesaggi, la fauna e la flora del lago Thingvallavatn e, soprattutto, la sua posizione. Sorge infatti in un luogo di grande interesse geologico, sulla fossa tettonica islandese: si tratta del punto in cui la placca americana e quella europea si incontrano, allontanandosi l’una dall’altra di circa un centimetro ogni anno, creando così una sorta di canyon nel quale vi troverete a camminare tra pareti di roccia che sembrano quasi segnare il percorso. 

2. Geysir
L’area geotermica di Haukadalur è uno dei pochissimi luoghi sulla terra dove si possono osservare da vicino geyser in attività. Se il famosissimo Great Geysir – il primo scoperto in Europa e quello che ha dato il nome al fenomeno geotermico – erutta ormai solo di rado, ve ne sono altri attivissimi, come lo Strokkur; sarà sufficiente fermarvi per qualche minuto per assistere in diretta ad uno dei getti, molto spettacolari ed alti fino ad oltre 20 metri. In tutta la zona, riconoscibile da lontano per le nuvole di vapore, vi sono sorgenti termali, pozze di fango sulfureo e molti altri geysir. L’area è nota anche per la particolare colorazione delle sue colline circostanti, che spazia dal giallo al rosso, provocata dai diversi minerali portati in superficie.

3. Le cascate di Gullfoss
La cascata d’oro – questa la traduzione letterale del nome islandese – è bellissima e imponente, sia in estate che in inverno, quando risalta ancora di più nel bianco abbacinante della neve. L’altezza complessiva, comprensiva dei due salti, è di circa 30 metri ma, alla vista, risulta davvero spettacolare per la sua larghezza e per la potenza e la portata di acqua, oltre che per il paesaggio fiabesco in cui si trova. Tutto intorno vi è un camminamento che vi consentirà di vedere da vicino la cascata, in mezzo agli arcobaleni che si creano di frequente grazie alle particelle d’acqua sospese nell’aria.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

I geyser sono una manifestazione di vulcanismo secondario che si produce in presenza di un serbatoio sotterraneo di acqua che, dopo essere stata riscaldata dalla vicinanza con una camera magmatica, viene espulsa periodicamente in maniera esplosiva, creando alte colonne di acqua calda e vapore.

La quinta tappa

La spiaggia nera di Vìk

Muovendosi verso sud lungo la Hringvegur, la grande strada ad anello che contorna tutta l’isola, si arriva dopo circa due ore alla città di Vik, piccolo centro situato nella parte meridionale alle pendici del ghiacciaio Mýrdalsjökull, che ricopre la cima del vulcano Katla

Lungo la strada, se avete tempo e voglia, potete fermarvi a visitare la cascata di Skogafoss con un sentiero che in pochi minuti vi porterà fino alla cima.


Se il paese, con la sua chiesa bianca dal tetto rosso da cui è possibile godersi un magnifico panorama dei dintorni, è abbastanza caratteristico, la cosa più bella da fare qui è passeggiare sulla lunga spiaggia di sabbia nera di Reynishverfi, su cui si infrangono incessantemente le onde dell’Oceano Atlantico.

 

Il paesaggio è davvero spettacolare, con enormi colonne di basalto, un arco naturale e soprattutto gli imponenti e ripidissimi faraglioni che svettano nel mezzo del mare a poca distanza dalla costa.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

A non più di una ventina di minuti in auto, trovate una meta diventata famosa negli ultimi anni: adagiata sulla solitaria spiaggia di Solheimasandur vi è una carcassa di un aereo che effettuò un atterraggio di emergenza nel 1973. L’effetto è molto suggestivo e vagamente malinconico. La visita è consigliata a tutti ma specialmente agli appassionati di fotografia.

La sesta tappa

A caccia dell'Aurora Boreale

Questa non è una vera e propria tappa ma è un qualcosa che potrete mettere in atto durante tutto il vostro viaggio, ovviamente durante le ore di buio. L’aurora boreale è uno spettacolo incredibile, una di quelle cose che, se avrete la fortuna di assistervi, non dimenticherete mai; di sicuro avrete già visto moltissime foto e forse penserete di avere un’idea abbastanza precisa del fenomeno: bene, quello che possiamo dirvi è che nessuna immagine statica riprodurrà mai l’effetto quando vi troverete davvero davanti alle Northern Lights. La possibilità di esserne spettatori è molto bassa in estate, anche se non è impossibile vederle; ovviamente se scegliete di visitare l’isola in inverno, la ricerca sarà più semplice, a patto che il cielo sia limpido.
Al di là dell’esito della vostra caccia, tenete presente che girovagare per l’Islanda sarà di per sé un’avventura che vi lascerà ricordi indelebili: qui, più che in qualunque altro luogo, la vera esperienza è il viaggio, al di là della meta che vi siete riproposti di raggiungere. Il nostro consiglio è pertanto quello di dedicare almeno un giorno – e una notte, ovviamente – ad esplorare l’isola, senza fretta e godendovi i paesaggi unici che attraverserete.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

C’è un sito – in inglese ma facilmente consultabile anche per chi non conosce bene la lingua – che vi aiuterà nella vostra ricerca dell’aurora boreale, visto che sono indicate nel dettaglio le aree del paese e gli orari in cui il fenomeno è previsto.

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Maiorca e Minorca

MAIORCA e MINORCA

...le perle delle Baleari

La proposta in breve

Quattro splendide isole maggiori e una miriade di piccole isolette e scogli costituiscono l’arcipelago delle famosissime Baleari. Meta di pellegrinaggi di giovani e giovanissimi in cerca di serate nelle più prestigiose discoteche a livello mondiale, le Baleari sono anche isole dal mare meraviglioso e quindi luogo di vacanza estiva di elezione per spagnoli e turisti europei. Ognuna delle 4 isole possiede le proprie caratteristiche e peculiarità e potrebbe essere l’itinerario specifico di un singolo viaggio.

 
  • Per chi è questo viaggio? Il viaggio è consigliato per gli amanti del mare
  • Quando mi consigliate di partire? Consigliamo la primavera e l’estate, cercando di evitare agosto
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Due settimane
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è decisamente alta
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Ti parleremo delle principali spiagge di entrambe le isole e di Palma di Maiorca
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? La recettività è molto alta, sia per hotel che per case in affitto. Consigliamo di noleggiare una macchina per Maiorca, una macchina  o un motorino per Minorca
  • Quali specialità culinarie mi aspettano? La cucina spagnola è eccellente. Paella, aragosta, croquetas, pimiento e sangria…

I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Icon_relax
Per coloro che amano la calma e il relax…

Maiorca, con le sue spiagge dorate, invita a giornate serene al sole e bagni rinfrescanti. I tramonti mozzafiato di Cap de Formentor sono imperdibili. Minorca, più tranquilla, è il rifugio ideale per chi cerca pace. Le sue calette nascoste e i sentieri costieri offrono momenti di tranquillità lontano dalla folla. 

Icon_esplorazione
Come arrivare e come spostarsi

Il turismo è facilitato da eccellenti collegamenti. Maiorca, Minorca possidono aeroporti internazionali collegati con moltissime città italiane ed europee. E’ possibile muoversi tra le 2 isole anche via nave. La tratta Maiorca (Alcudia) – Minorca (Ciutadella o Mahon) dura circa 1 ora e 15 minuti

Icon_natura

Consigli per un’isola ventosa

L’isola è spesso battuta da venti; scaricate un’app per controllare la loro forza. Noi vi suggeriamo Windy. Lasciatevi una certa flessibilità nella programmazione delle tappe più importanti, così da godere delle migliori spiagge dell’isola in condizioni ottimali

L'itinerario!

L'isola di Maiorca

Maiorca è l’isola più grande delle Baleari ed è facile avvertirlo appena vi giungerete.

Noi siamo arrivati a Palma de Maiorca via mare, dopo aver visitato la piccola Ibiza e la piccolissima Formentera. 

Anche chi arriva in aereo si accorge che il grande aeroporto è trafficatissimo e non copre solamente rotte turistiche, ma anche rotte intercontinentali. L’isola è comunque ben collegata e quindi si percorre più o meno completamente in circa un’ora e mezza in tutte le direzioni.

Anche le spiagge sono molto diverse da quelle presenti nelle altre isole Baleari. Esistono piccole cale o calette, ma la maggior parte della costa è costituita da lunghe, immense spiagge sabbiose.

 

Immaginatevi di passeggiare lungo coste dorate, di esplorare baie nascoste con acque cristalline e di immergervi nella ricca cultura e storia che permea ogni angolo dell’isola. Dai pittoreschi villaggi di montagna, con le loro tradizioni secolari, alle vibranti città costiere, dove la vita notturna si mescola con la  tipica gastronomia, Maiorca offre un mix perfetto di relax e divertimento. 

 

Che sia percorrere i sentieri naturalistici, navigare in acque cristalline o perdervi nei mercati locali, ogni momento a Maiorca è un’esperienza indimenticabile, da portare dentro di sé per il resto dell’anno!

La bandiera delle isole Baleari è molto simile a quella della Catalogna e della comunità Valenciana, con le 4 strisce rosse su campo giallo dei reali Aragonesi, con in aggiunta il castello bianco a cinque torri di Amudaina, simbolo del vecchio regno di Maiorca
La bandiera dell’isola di Maiorca
La prima tappa

La Costa Nord

Assolutamente da non perdere il cap de Formentor, non tanto per la piccola spiaggia spesso molto affollata, ma per il bellissimo Mirador con viste mozzafiato su tutta la parte nord dell’isola e per la splendida strada tortuosa che lo attraversa. Si incontanno poi 2 grandissime insenature, port de Pollenca e port d’Alcudia. Qui il mare è trasparente e troverete tutte le attrazioni e comodità possibili, sport acquatici, shopping e locali per le serate mondane. Vi si trovano tantissimi alberghi affaciati direttamente sulla spiaggia, a nostro giudizio però la costa è stata un pò troppo sfruttata in favore di un esasperato turismo di massa.

All’estremità nord-est si trovano invece alcune delle spiagge più belle di Maiorca. Cala Mezquida, cala Agulla e cala Torta, sono semplicemente splendide! La nostra preferita, eletta da noi la più bella dell’isola è Cala Torta. La potete raggiungere solamente faticando un pò. Difatti è necessario lasciare la macchina ad un parcheggio libero indicato e camminare per circa 30 minuti in una starda sterrata e accidentata, ma soprattutto assolata. Non appena raggiungerete però la mezzaluna sabbiosa di cala Torta, il vostro sforzo sarà sicuramente ripagato. Anche in pieno agosto abbiamo trovato questa spiaggia poco affollata, ci siamo immersi con maschera e boccaglio riuscendo a vedere un polpo, due piccole razze e un pesce civetta oltre ad innumerevoli occhiate. Il mare ha molteplici tonalità di blu ed azzurro e l’ambiente è genuinamente naturale. 

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Quando arrivate a cala Agulla  prendete il sentiero a sinistra guardando il mare, vi troverete in una piccola spiaggia, cala Moltò dove il basso fondale forma una vera e propria piscina naturale con acque chiarissime e trasparenti. Se proseguite, poco oltre, sbucherete a Platia de ses Cavasses, una spiaggia non troppo famosa e per questo solitaria e bellissima.

La seconda tappa

La Costa est

Nella parte est dell’isola abbiamo visitato la famosa Cala Millor e la confinante Cala Bona. Sono 2 grandi spiagge che offrono tutti i vari confort e comodità. Il mare anche qui è chiaro e pulito, ma è una zona decisamente affollata, specialemente da tedeschi e inglesi, amanti del relax e delle passeggiate in carrozzelle lungo il sentiero ciclabile, dei bar in spiaggia e dei locali notturni.

Più a sud, sempre nel lato est, troviamo invece due insenature, immortalate in tutte le cartoline di Maiorca, immerse in uno splendido parco naturale. La prima, Cala Mondragò è raggiungibile con una breve camminata dal parcheggio a pagamento. Proseguendo invece per un breve sentiero bello e panoramico si arriva poi all’adiacente spiaggia di Cala S’Amarador. La sabbia è bianchissima e molto fine, il mare è turchese e la costa è stata preservata dall’abuso edilizio che purtroppo caratterizza altre zone dell’isola. Unica pecca è ovviamente la loro popolarità che la rendono una meta obbligatoria per tutti i turisti dell’isola.

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Nei pressi di cala Millor abbiamo fatto una sosta dalle giornate di mare per visitare lo zoo-safari Sa Coma. Potete accedere alla prima parte dell’area con la vostra macchina e percorrere un sentiero in mezzo a scimmie, gazzelle, bufali, gnu, zebre e rinnoceronti, per poi visitare a piedi lo zoo con animali però tristemente rinchiusi in piccole gabbie.

La terza tappa

Le Costa Sud

Per quanto riguarda la parte sud dell’isola non abbiamo visto le grandi spiagge della baia di Palma, ma abbiamo preferito la spiaggia del Trenc, vera icona dell’isola. È una lunga e stretta spiaggia bianchissima a tratti naturista, anch’essa all’interno di un parco naturale. Il mare è stupendo, caraibico, con la parte destra (rivolgendosi al mare) costituita da piscine naturali con acque turchesi. Ci sono molti accessi alla lunga spiaggia. Se arrivate da Ses Covetes non fatevi impressionare dai primi 50 metri, solitamente sono la zona dove sia accumulano le alghe, poco più avanti il mare è meraviglioso.
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 Le alghe, che spesso si trovano nelle spiagge delle Baleari, fanno parte del contesto naturale, a volte sono di più a volte meno, ma danno indicazione di quanto l’ambiente sia naturale e pieno di vita marina. Chi non lo capisce fa bene a restare in piscina!

La quarta tappa

PALMA DI MAIORCA

La città di Palma è veramente la perla delle Baleari. E’ una vera e propria città a differenza di tutte le altre piccole cittadine delle altre isole; dedicarvi almeno una giornata è d’obbligo e probabilmente non vi sarà sufficiente per visitare le innumerevoli attrazioni che vi si trovano.

La grande Cattedrale de La Seu svetta sul lungo mare di Palma e insieme al vicino Castello reale dell’Almudaina si specchia nel lago artificiale del Parc de la Mar raddoppiando la sua iconica bellezza al nostro arrivo in città. Nel parco troverete il grande pannello in ceramica di Mirò, artista che ha amato Maiorca e che ha lasciato a Palma molte sue opere (consigliamo la visita anche della Fondazione Mirò appena fuori città). Si gira poi attorno allo specchio d’acqua e passando per dei deliziosi giardini con fontane, statue e molteplici zampilli d’acqua che vi rinfrescheranno durante le calde giornate estive, si arriva alla scalinata reale che sale alla piazza della cattedrale.

Subito vi renderete conto della grandezza e della ricchezza dell’edificio gotico, ma è all’interno che sono racchiusi i suoi tesori più preziosi. L’entrata va prenotata sul sito ufficiale che trovi qui sotto oppure acquistata tramite il pratico QRcode presente nei pannelli espositivi disposti nella piazza adiacente. All’interno verrete immediatamente catturati dalla immensità degli spazi e dalla luce colorata che filtra dai due grandi rosoni vetrati. Quello dell’abside si dice sia il più grande del mondo! Altro gioiello della Cattedrale è il baldacchino sospeso progettato dal famoso architetto Antonì Gaudì che vuole rappresentare la corona di spine di Gesù. A destra poi troverete una cappella con la singolare opera dell’artista locale Miquel Barcelò, un grande murale ceramico rappresentante il miracolo della moltiplicazione dei pani ed ei pesci, con centinaia di figure che sembrano emergere da una grotta. Purtroppo invece non è possibile vedere le tombe monumentali dei due re che fecero di Palma la capitale del loro impero, Giacomo II e III; la cappella reale infatti non è accessibile ai turisti.

 

Itinerario a piedi: dopo la visita alla Cattedrale della Seu vi proponiamo un interessante e spensierato percorso a piedi attraverso i siti più importanti e noti della città. Di fronte alla Cattedrale si apre l’antica fortezza araba trasformata nel palazzo reale dell’Almudaina dai bellissimi soffitti in legno intagliato tipici dello stile arabo. Poco distante vi consigliamo di percorrere il passeig des Born, il salotto buono della città, con i suoi bei negozi i vari bar e locali ai lati. Sembra di passeggiare lungo le ramba di Barcellona per la presenza di grandi alberi che piacevolmente ombreggiano il viale e i tanti tavolini dei bar nella sua parte centrale. Risalendo per carrer Unio vi troverete a Placa del Mercat. Sulla piazza si affacciano 2 singolari palazzi gemelli, gli edifici Casasayas, bell’esempio del modernismo catalano, in arenaria, legno e ferro, i cui motivi geometrici e l’andamento ondulatorio ricordano fortemente gli edifici di Gaudì di Barcellona.

Poco più avanti a sinistra troverete il bel edificio del Caixa Forun Palma e a destra il forno-pasticceria forn d’es Teatre (forno del teatro) dallo splendido ingresso art noveau, dove potrete gustare le deliziose ensaimadas, i tradizionali dolci di pasta sfoglia a forma arrotolata cosparsi di zucchero a velo. Sulla destra salendo una breve rampa vi troverete all’ingresso di Placa Mayor, la tipica piazza spagnola a pianta rettangolare, con edifici porticati a circondare il grande spiazzo occupato da varie bancarelle e artisti di strada. Ritornate sui vostri passi e osservate gli splendidi palazzi  di placa del Marques de Palmer. Su questa piccola piazzetta si affaccia il bellissimo palazzo liberty, Can Forteza Rey, residenza di una delle famiglie più potenti di Maiorca e simbolo della loro ricchezza; colpisce per l’abbondanza di decorazioni scultoree e le decorazioni in ferro battuto (osservate i draghi del secondo piano) e il sorprendente bow window angolare. Al piano terra si trova inoltre il celebre Forn del Santo Cristo, probabilmente la pasticceria più esclusiva di Palma. Scendete poi per Passeig de Colon fino all’Ayuntament de Palma, dalla splendida tettoia di legno finemente intagliato. Nella piazza si trova un maestoso albero di ulivo, di circa seicento anni, con un enorme tronco intricato e nodoso e il Museo De Las Perlas, con ingresso gratuito dove su molteplici pannelli è ben esposta la storia delle famose perle maiorchine. Infine vi consigliamo di rilassarvi nel tranquillo e lussureggiante giardino dei Bagni Arabi. Poco è rimasto dell’antico hammam, poche colonne in una piccola stanza circolare, ma il cortile con cactus, aranci e palme è un piacevole luogo dove rilassarsi. Con un mezzo a disposizione raggiungete la splendida loggia de La Lotjia per un aperitivo nella bella piazza antistante e poi salite al Castell de Bellver, con una vista spettacolare sulla città e sulla baia.

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Un tempo le perle erano considerate molto più preziose di oro e diamanti, solamente i reali o famiglie estremamente potenti e ricche riuscivano ad acquistarle.  La loro naturale imperfezione le rendevano uniche e la loro coltivazione era possibile solamente in colonie lontane. Celebre il ritratto della regina Elisabetta I di Inghilterra, che sfoggiava tutta la sua potenza e autorevolezza indossandone a centinaia nel suo preziosissimo vestito e nella sua articolata acconciatura. A Maiorca fu invece identificato a fine ‘800 un metodo per creare artificialamente perle bellissime e perfette, identiche le une alle altre per colore e dimensione ad un costo significativamente inferiore. Da allora le perle, vere o artificiali hanno inondato i salotti di nobildonne e star internazionali, famosissime le collane di perle di Audrey Hepburn in Vacanze Romane e in colazione da Tiffany.

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Molti parcheggi interrati a Maiorca hanno un’insolita tariffa “al minuto” senza un tetto di spesa massima. Ritirerete un biglietto al vostro arrivo e pagherete al rientro in base al tempo di permanenza. Preparatevi a cifre alquanto esose.

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Per una sosta pranzo davvero speciale vi consigliamo il piccolo ristorante el Pilon in Carrer de Can Cifré, dove vi delizieranno con tapas tradizionali di ottima qualità. 

La tipica ensaimadas

In e Out

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A causa dell’incremento senza freni di milioni di visitatori che invadono Maiorca, soprattutto  nei mesi estivi, l’isola ha subito un massiccio processo di urbanizzazione, in particolar modo nelle zone costiere dove sono stati costruiti villaggi e grandi hotel che spesso hanno snaturato il paesaggio. Purtroppo gran parte dell’isola soffre troppo del fenomeno dell’over-turismo e della massificazione standardizzata dell’offerta turistica.

L'isola di Minorca

Minorca è la seconda isola più grande delle Baleari, ma risulta ai visitatori molto molto circoscritta, essendo attraversata praticamente da un’unica strada che la percorre da est a ovest e poi si biforca in varie piccole strade minori. A differenza delle altre isole dell’arcipelago, Minorca è stata per molti anni sotto il dominio inglese e anche oggi possiamo vedere per le vie dei vari paesi i tipici finestroni bow window; è stata inoltre l’unica delle isole a opporsi al franchismo e per questo a pagato per anni l’isolamento dalla Spagna e la privazione di fondi pubblici. Tutto questo ha però salvato la sua splendida natura dalla brutale cementificazione che purtoppo ha devastato tratti della vicina Maiorca. Le spiagge non sono mai molto grandi, si tratta prevalentemente di cale e calette di modeste dimensioni, molte considerate a numero chiuso.

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La prima tappa

Le spiagge

Macarella e Macarelleta: sono due famose spiagge a numero chiuso. Una volta raggiunto il parcheggio o la sosta di arrivo dell’autobus, si arriva alle spiagge con un sentiero pedonale in discesa (il ritorno è ovviamente in salita!) di circa 30 minuti. Sulla spiaggia c’è un unico grande bar/ristorante e entrambe le spiagge possiedono diversi alberi che vi daranno una pausa dalla calura estiva. Spesso Macarella è invasa dalle alghe, ma con un piccolo sentiero di circa 10 minuti raggiungerete la piccola e selvaggia Macarelletta. Qui il mare è splendido e le vedute dal sentiero che congiunge le due spiagge sono spettacolari.

Turqueta: è considerata una delle più belle spiagge dell’isola, anche questa a numero chiuso. Dal parcheggio/arrivo dell’autobus è necessario percorrere un sentiero a piedi di circa 30 minuti. La spiaggia è molto piccola, ma si estende ad una vicina caletta. In agosto è davvero troppo affollata e anche le barche sono ormeggiate molto vicine alla riva, formando una vera e propria barriera alla visuale. A differenza di Macarella vi arrivano poi i battelli delle gite turistiche con centinaia di persone che invadono la spiaggia. Consigliamo ovviamente di arrivare presto o prestissimo per godere a pieno di questo paradiso, purtroppo davvero ingiustamente deturpato sin dalle 10 del mattino. 

San Thomas: le tre spiagge lineari, nella costa sud-est dell’isola sono frequentate prevalentemente da spagnoli. Sono spiagge libere, non a numero chiuso, dove troverete tutti i vari confort di ristorazione e vari hotel direttamente affacciati sulla costa oltre a una bella passeggiata lungomare. Sono tra le più grandi dell’isola e accolgono molta gente, il mare resta comunque limpido e cristallino. Questa parte dell’isola è la prediletta dai surfisti, fate attenzione quindi alle giornate ventose.

Cala Mitjana: si accede a Cala Mitjana da un parcheggio situato appena prima di Cala Galdana e un breve sentiero di circa 20 minuti. La cala è davvero molto bella, ma anche davvero molto affollata essendo la spiaggia alquanto piccola. Per godere della sua bellezza è necessario arrivare prima delle 10 del mattino o restare nelle ultime ore della giornata. Nel lato sinistro la scogliera è a picco e alla sua estremità vi è un bellissimo mirador panoramico, mentre al di sotto nelle sue acque muniti di maschera e pinne vedrete piccoli mulinelli di bollicine di acqua sulfurea staccarsi dal fondale per venire a galla in superficie. La trasparenza dell’acqua è davvero meravigliosa.

Cala Pregonda: Perla del versante nord dell’isola, si arriva a cala Pregonda con un sentiero che parte dal parcheggio della spiaggia di Binimel là. Il percorso in terra rossa di circa 30 minuti è già stupendo. Bellissimi sono i forti contrasti che vi si presenteranno tra il rosso del sentiero, il verde della macchia mediterranea e il blu intenso delle insenature. L’acqua in questo versante dell’isola è limpidissima e le due spiagge di sabbia dorata di cala Pregonda sono contornate da isole e isolotti rocciosi che rendono il panorama unico. Solamente nell’ultima spiaggia vi è un chiringuito, altrimenti rifornitevi di acqua al ristorante del parcheggio. Se non volete camminare troppo, valida alternativa è anche la grande spiaggia di Binimel là, sempre di sabbia dorata, con un grande scoglio piatto a pochi metri dalla costa che si presta per un lungo ammollo nelle giornate afose.

La bandiera dell’isola di Minorca

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Le spiagge meridionali, considerate a numero chiuso, in realtà per arginare il sovrapopolamento turistico possiedono piccoli parcheggi che si esauriscono già nelle prime ore del giorno e si può quindi accedere alle spiagge solamente tramite motorini o una rete di efficientissimi autobus che fanno la spola dalla stazione di sosta di Ciutadella Perimetral. E’ necessario quindi acquistare il biglietto e fissare sia l’ora di andata che di ritorno in anticipo, soprattutto in alta stagione. Tabelloni luminosi indicano la completezza dei parcheggi per le varie spiagge della costa meridionale già da Ciutadella… inutile avventurarsi per gli stretti viottoli, i parcheggiatori ufficiali vi rimanderanno indietro.

I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Piatto tipico dell’isola è la caldereta de Langosta, una zuppa di aragosta prevalentemente pescata a nord dell’isola, nella cala di Fornells, buonissima ma dal costo notevole (il costo varia tra i 50-70€). Altra specialità dell’isola è il tipico GIN Xoriguer, prodotto a Mohon con gli stessi metodi e tecniche tradizionali da più di 200 anni. Potrete acquistaro direttamente nei supermercati o ordinarlo nei bar dell’isola. Generalmente viene allungato con della tonica o succo di limone e servito con molto ghiaccio e qualche fetta di arancio o limone; questa è la tipica bibita alcolica di Minorca: la pomada.

La seconda tappa

Ciutadella e Mahon

L’isola è praticamente divisa in 2 fazioni, Mahon a est e Ciutadella a ovest. Famosa è infatti la rivalità tra le due città. 

 

Ciutadella è stata per molti anni la capitale dell’isola e infatti conserva un affascinante centro storico che ruota intorno al suo vivace porto, particolarmente movimentato durante le ore serali e notturne. Plaza Des Born, con l’alto obelisco che celebra la vittoria sui turchi e il bel Municipio, edificato su un antico castello musulmano, è il fulcro della vita minorchina. Da qui partono un dedalo di stradine pedonali, la cui principale Ses Voltes vi condurrà attraverso il centro della città, passando per la bella Cattedrale e una serie di edifici ad archi che racchiudono all’interno molti bar, locali e negozi per lo shopping. La bellezza di Ciutadella si avverte però nelle sue piazze, sempre piene di gente in festa. Oltre a piazza des Born, vi consigliamo di passeggiare per piazza Alfonso III, con il grande mulino (ottimo ristorante) come sfondo e Placa Nova, con la sua eterna aria di festa.

 

Non lontano da Ciutadella vi consigliamo una breve sosta allo scenografico Ponte d’en Gil. Potrete attraversarlo con un tour marino in motoscafo o fotografare il grande arco naturale dal meraviglioso punto panoramico di Cala’N Blanes. Davvero speciale è immortalare questo ponte sospeso tra le scogliere al tramonto!

 

Mahon è l’odierno capoluogo e possiede l’unico aeroporto dell’isola oltre a uno dei fiordi più lunghi d’ Europa. Tutto ruota attorno al suo porto, locali e ristoranti la rendono una cittadina graziosa e divertente. La vista dalla piazza del Moll de ponent è davvero straordinaria, con la città vecchia arroccata sulla sommità di una collina a picco sul mare e il lungo fiordo pieno di pescherecci ai suoi piedi. Potete salire alla città vecchia attraverso una ripida scalinata o optare per il più comodo ascensore panoramico.

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Curiosità & Consigli

La famosa maionese deriva da una salsa inventata a Mahon, che fece molto successo a Parigi nel settecento e da lì si diffuse rapidamente in tutto il mondo.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Non riuscirete a sottrarvi dall’acquisto di un paio di scarpe minorchine, vero must to have dell’isola. Sono sandali comodi e flessibili ai piedi di tutte le donne e di molti uomini durante le passeggiate serali. Le troverete in vendita nei negozi dell’isola, in ogni taglia e colore possibile.

In e Out

vote

Cala Galdana e Cala en Porter: queste due spiagge sono facilmente accessibili, vi si arriva comodamente con un proprio mezzo. Le bellissime insenature che fanno loro da sfondo sono state a nostro avviso deturpate dalla costruzione di enormi hotel affacciati sulla spiaggia e da molti ristoranti presenti. Le acque sono basse e molto spesso invase da alghe di un colore verdastro, che le fanno sembrare delle paludi. Da evitare!

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Ibiza e Formentera

Is Vedrà

IBIZA e FORMENTERA

...pace e amore

La proposta in breve

Quattro splendide isole maggiori e una miriade di piccole isolette e scogli costituiscono l’arcipelago delle famosissime Baleari. Meta di pellegrinaggi di giovani e giovanissimi in cerca di straordinarie serate nelle più prestigiose discoteche a livello mondiale, le Baleari sono anche isole dal mare meraviglioso e quindi luogo di vacanza estiva di elezione per spagnoli e turisti europei. Ognuna delle 4 isole possiede le proprie caratteristiche e peculiarità e potrebbe essere l’itinerario specifico di un singolo viaggio.

  • Per chi è questo viaggio?  Il viaggio è consigliato per coloro che amano il mare, la disco o la vita libera degli hippy
  • Quando mi consigliate di partire? Consigliamo la primavera e l’estate, cercando di evitare agosto
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Due settimane
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è decisamente alta
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Ti parleremo, tra l’altro, delle principali spiagge di entrambe le isole e della città di Eivissa
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? La recettività è molto alta, sia per hotel che per case in affitto. Consigliamo di noleggiare una macchina a Ibiza e usare i mezzi pubblici gratuiti a Formentera
  • Quali specialità culinarie mi aspettano?La cucina spagnola è eccellente. Paella, aragosta, croquetas, pimiento e sangria…

I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

cityscape

Per coloro che amano l’architettura

La tipica casa ibizenca, la finca, è composta da una serie di piccole stanze cubiche bianchissime dagli angoli smussati che si sviluppano sul piano orizzonatale, con un bel portico solitamente non affacciato verso il mare e con un ampio spazio centrale, ‘porxo’, da dove si accede al resto delle stanze, punto di riunione della famiglia e cuore della costruzione

Icon_esplorazione

Come arrivare e come spostarsi

Il turismo è facilitato da eccellenti collegamenti. Ibiza possiede un aeroporto internazionale collegato con moltissime città italiane ed europee. Formentera è l’unica delle 4 isole priva di aeroporto, ma è facilmente raggiungibile con frequenti collegamenti in circa 30 minuti da Ibiza

Icon_natura

Per coloro che amano la natura… 

Le isole sono spesso battute da forti venti; scaricate un’app per controllare la loro forza. Noi vi suggeriamo Windy. Lasciatevi una certa flessibilità nella programmazione delle tappe più importanti, così da godere delle migliori spiagge dell’isola in condizioni ottimali

L'itinerario!

L'Isola di Ibiza

Universalmente acclamata come l’isola del divertimento, indissolubilmente legata al mito del Pacha, la discoteca che da 50 anni fa ballare i ragazzi di tutta Europa, Ibiza è sicuramente la patria dei party in catamarano o dei dj set dei più famosi artisti di tutto il mondo, ma l’isola offre molto, molto di più. Possiede infatti spiagge bellissime, con innumerevoli faraglioni o isolette ad abbellirne il panorama all’orizzonte.  È sede fin dagli anni settanta di una comunità Hippy, diffusa soprattutto nei piccoli paesini ed oggi presente nei tanti mercatini sparsi per l’isola.  Infine, è chiamata lisola dei tramonti,  moltitudini di persone si muovono ogni sera verso le spiagge rivolte ad ovest per partecipare al rito ancestrale e collettivo di ammirare tutti insieme al ritmo tribale dei tamburi il calar del sole sul mare. 

La Prima Tappa

Le Spiagge del Nord

Partiamo dal Nord, la parte meno turistica dell’isola, con alcune spiagge un pò meno battute e più tranquille. Cala di Portinax è formata da 3 spiagge con sabbia fine e bianca, s’arenal gros, s’arenal petit e playa porto. Sono tutte facilmente accessibili e dodate di molti servizi. Consigliamo di aspettare il tramonto sul mare facendo una piccola passeggiata fino alla fine di carrer sa Guardiola, vi troverete in un luogo solitario ed estremamente romantico! Cala Xarraca invece è una piccola baia con un mare limpidissimo, perfetto per fare snorkeling. Il basso fondale alterna punti sabbiosi a punti rocciosi, dimora di molti pesci e piccoli polpi. 

Un’altra bella spiaggia del lato nord dell’isola è la famosa Benirras. La sua fama è legata agli anni ’70, quando ogni domenica al tramonto una folta comunità hippy affollava la spiaggia ballando al suono ipnotico dei tamburi in attesa del calar del sole nel mare, dietro uno scoglio considerato sacro. Il rito del tramonto è stato conservato, ma tale è l’afflusso di turisti in estate che, se non arrivate in mattinata, sarete costretti a lasciare il vostro mezzo al parcheggio di Sa Plana (a 8Km di distanza) e prendere un bus a pagamento per potere accedere alla spiaggia. Inutile avventurarsi più avanti, i vigili sbarrano l’accesso a tutti e sarete costretti a tornare indietro.

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La bandiera delle isole Baleari è molto simile a quella della Catalogna e della comunità Valenciana, con le 4 strisce rosse su campo giallo dei reali Aragonesi, con in aggiunta il castello bianco a cinque torri di Amudaina, simbolo del vecchio regno di Maiorca
La bandiera dell’isola di Ibiza

La Seconda Tappa

Le Spiagge del Nord-Est

Cala San Vincent è la classica spiaggia a forma di banana, dalla sabbia dorata e mare cristallino. Non è mai troppo affollata neanche in piena estate e ha una vista meravigliosa sull’isola di Tagomago. Il fondale è sabbioso e diventa profondo abbastanza velocemente. 


Facendo snorkeling abbiamo visto diversi pesci civetta e varie piccole sogliole. La spiaggia è rigorosamente per non fumatori, come sventolato dalle molte bandiere che avvertono i turisti. Sul lato sinistro della spiaggia una vecchia ancora arrugginita domina la scogliera; vari sono i ristoranti e bar presenti, unica pecca, molto frequente nelle spiagge spagnole, è la presenza di grandi alberghi edificati a ridosso della spiaggia. 


Scendendo verso sud le strette, ma lunghe spiagge di Figueral si avvicinano all’isola di Tagomago. Qui la spiaggia è più scura ed il mare vira verso il blu-verde. L’acqua è veramente trasparente e cristallina, come nella vicina spiaggia di s’Alga Blanca, piccola e nascosta alla maggior parte dei turisti.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Da più di trent’anni, tutti i mercoledì tra aprile e ottobre il mercatino di Es Canar a Punta Arabì, continua a rappresentare l’essenza dell’Ibiza hippy. Questo grande bazar all’aria aperta, con più di 400 bancarelle, negli anni ha perso qualcosa del suo candore iniziale ma resta comunque un mercatino molto vivace. Troverete stravaganti personaggi che vi venderanno un’infinità di oggetti singolari e vestiti coloratissimi.

La terza tappa

La città di Eivissa

Unica vera città, meta obbligata per tutti i turisti in arrivo sull’isola, Eivissa è una grazioso intrigo di viuzze. Vi suggeriamo di iniziare la visita dalla vicina Talamanca,  da dove si gode di un panorama privilegiato sul Dalt Vila, la parte storica di Eivissa edificata su un colle. Il lungomare di Talamanca offre poi una piacevole passeggiata lungo il porto turistico tra molte imbarcazioni di lusso e tanti negozi con i più famosi brand internazionali. Talamanca è poi la sede della più famosa discoteca di Ibiza, una tra le più famose del mondo: il celebre Pacha, il cui logo delle 2 ciliegine rosse è onnipresente sull’isola. Anche se non siete amanti della disco, un pellegrinaggio all’entrata di questa iconica discoteca, se avete scelto di venire ad Ibiza, è d’obbligo; un po’ come visitare il Colosseo a Roma! Costeggiando il mare arriverete ai quartieri di Sa Penya e Sa Marina, tanto tranquilli di giorno quanto caotici la notte. Sono un intreccio di viuzze stracolme di negozietti e locali. Se vi piace l’architettura non mancate di visitare la casa- museo Broner, un autentico gioiello affacciato sul mare.

Arrivati ad Eivissa, vi consigliamo di entrare nella parte antica attraverso il Portal de ses Taules, porta principale d’ingresso attraverso le maestose mura di fortificazione. Da qui è possibile iniziare il giro delle mura, passando per i vari bastioni dove vi verranno offerte meravigliose viste della città sottostante, del porto e del mare aperto. Arrampicatevi per le viuzze fino al punto più alto dove domina la piccola cattedrale di Nostra Signora delle Nevi. La discesa delle mura sul lato meridionale è a dir poco meravigliosa, scende rapidamente e vertiginosamente, offrendovi un eccellente panorama sulla collina di puig des molins, sulle vicine spiagge di Ses Figueretes, Playa d’en Bossa e de es Cavallet fino ad arrivare alla paradisiaca Formentera, facilmente individuabile grazie al profilo pianeggiante e alla quantità di barche ancorate a largo delle sue bianchissime spiagge. 

Alla fine della scalinata vi ritroverete in plaça del Sol. Qui si trovano 2 piacevolissimi ristoranti all’ombra di alcuni alberi, dove abbiamo mangiato molto bene.

Prima di lasciare Eivissa, merita una salto il Passeig Vara del Rey, questo luogo affollatissimo di sera rappresenta il luogo di ritrovo principale della città, con i tanti bar e negozi dove fare shopping. É molto piacevole per via dell’ombra dei suoi alberi nelle calde giornate estive.

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Il celebre logo della mitica discoteca Pacha, simbolo di divertimento e trasgressione

La quarta tappa

Le Spiagge del Sud

Trovandosi vicino alla città di Eivissa e alle più famose discoteche dell’isola risulteranno le più affollate e mondane. 

 

Platia d’en Bossa è la più famosa di Ibiza, ma certamente non la più bella. Lunga diversi chilometri è la sede delle maggiori discoteche come l’Ushuaia e HI Ibiza, dove ogni sera a rotazione si esibiscono i migliori Dj del mondo. 

 

Più a sud si estendono le saline, ancora attive e scenograficamente bellissime, che costituiscono un parco naturale. La spiaggia principale è platja ses Salines con un ampio parcheggio a pagamento e molti locali trendy direttamente in spiaggia. La sabbia è bianchissima e finissima, il mare è strepitoso, con Formentera che si staglia all’orizzonte e gli antichi magazzini del sale sulla destra, purtroppo è veramente molto affollata in alta stagione. 

 

Più grande e meno affollata è invece  Platia es Cavallet, una spiaggia naturista spesso invasa da alghe sia in mare che in spiaggia, ma dal panorama mozzafiato. Alla vostra destra la vista abbraccia tutta la costa sud orientale dell’isola, fino alle alte mura della città di Eivissa mentre, a sinistra, riuscirete a intravedere le bianche spiagge di  Formentera.  

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Ibiza è la patria delle discoteche.

La nostra top ten:

  • Bora Bora
  • Ushuaia
  • Es Paradis
  • Swag
  • HI Ibiza
  • Amnesia Ibiza
  • Lio
  • Eden
  • Pacha
  • Privilege

La quinta tappa

La Zona Sud-Occidentale

A mio avviso la parte più bella dell’isola è quella sud occidentale. Qui il mare è spettacolare, migliaia le sfumature e centinaia le insenature, di sabbia o di roccia, con molti piccoli o grandi faraglioni a punteggiare l’orizzonte e rendere uniche cale e calette.

 

Partiamo dalla fantastica Cala d’Hort, una stretta spiaggia con vista mozzafiato sulla leggendaria isola di Es Vedrà e sul vicino scoglio di Es Vedranell.  Questo alto massiccio monumentale a picco sul mare è diventato decisamente uno dei luoghi da non perdere quando si viene a Ibiza e anche voi lo capirete quando godrete del panorama al tramonto dal Mirador des Vedrà che toglie davvero il fiato

Si arriva al promontorio con una camminata di circa 15-20 minuti su un sentiero che cela la vista del mare fino alla fine del cammino, quando improvvisamente lo scenario si apre e spazia verso il mare aperto. 

Lo scoglio di Es Vedrà si erge maestoso e l’isola gemella di es Vedranell con il suo insieme di rocce frastagliate apparirà come un grande drago addormentato, riscaldato dagli ultimi raggi di sole di questa meravigliosa giornata.

 

Vera perla di questo lato dell’isola è la serie di spiagge e spiaggette che formano la superlativa Cala Comte. La punta della spiaggia che si protende verso gli isolotti circostanti è davvero magnifica, l’acqua assume sfumature diverse di blu e azzurro a seconda del versante che viene osservato, la sabbia è dorata e finissima, infine il locale che domina la cala gode di un panorama magnifico e di un menù raffinato oltre a buona musica con dj set. Questa è la vera vita di Ibiza!

 

Se siete in cerca di un luogo meno affollato e veramente spettacolare, dirigetevi verso Punta Galera e Cala Salada. Noi ci siamo arrivati quasi per sbaglio e ce ne siamo innamorati. Cala Salada è una delle poche spiagge a numero chiuso dell’isola. Il limite di persone è dato dall’accessibilità al suo piccolo parcheggio. Altrimenti potete raggiungere questa spiaggia con un water taxi da Sant’Antoni. È una meravigliosa caletta nascosta, che sembra isolata dal resto del mondo! Per arrivare invece a Punta Galera bisogna camminare una mezz’ora sotto il sole, ma, quando si arriva, si viene ripagati da un ambiente naturale splendido, poco frequentato, con molte piattaforme rocciose che si affacciano su acque limpide, perfette per fare snorkeling. Il percorso non è difficile, ma servono scarpe da ginnastica.

 

Cala Molí è una una spiaggia di ciottoli poco affollata, tra le località di Cala Vadella e Cala Tarida. L’acqua è limpidissima e la spiaggia è circondata da scogliere che la racchiudono e la proteggono dal vento. Sulla spiaggia si trova un lussuoso beach club con piscina privata, lettini in stile balinese e cucina esclusiva.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Vi suggeriamo una sosta golosa al bar storico Can Bernat Vinya di Sant Josep de Sa Talaia per gustare il tradizionale Flaò, una versione di cheesecake locale e le deliziose Magdalenas, le tortine di mandorle soffici oltre alle onnipresenti Ensaimada, grandi girelle di farina di frumento cosparse di abbondante zucchero a velo.

I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Molte sono le leggende circolanti che riguardano l’isolotto di Es Vedrà. L’alone di mistero di questo luogo è esploso a causa di un incidente aereo avvenuto nel 1979. L’aereo ha effettuato un atterraggio di emergenza a causa di un’avaria delle apparecchiature elettroniche. Si sostiene che l’isolotto sia uno dei maggiori punti magnetici della Terra, per l’alta concentrazione di magnetite delle sue rocce e per questo che abbia un’energia spirituale o mistica. Si ipotizza, inoltre, che fosse la patria delle Sirene omeriche, che con il loro canto magnetico attiravano i marinai per farli naufragare. Per ultimo si è aggiunto il ripetuto avvistamento di strane luci nei suoi fondali (UFO?)

L'Isola di Formentera

Formentera è una piccola isola, facilmente raggiungibile da Ibiza in circa mezz’ora, ma paradossalmente molto lontana per attitudine e stile di vita

Qui le parole d’ordine sono relax, mare e natura. Piccoli sono i centri abitati, grandi o grandissime le spiagge; poche le strutture ricettive, moltissime le barche ed i catamarani ormeggiati in rada. 

Tutto è estremamente curato ed esclusivo ed ovviamente molto caro. 

La bandiera dell’isola di Formentera

La prima tappa

Platja des Migjorn

Unico porto e unico accesso di Formentera per chi non ha una barca privata, è la piccolissima località de La Savina. Piena di bar, ristoranti e bancarelle, è il punto di collegamento per tutti i residenti e visitatori, e in estate è un continuo viavai di persone che vanno e vengono. Molte compagnie di navigazione attraccano qui e offrono servizi quali il giro dell’isola o taxi-boat per le spiagge più belle.


All’arrivo troverete moltissimi negozi per poter noleggiare scooter, biciclette o macchine, ma da qualche anno l’isola ha messo a disposizione di tutti molteplici autobus gratuiti che raggiungono tutti i principali luoghi d’interesse. Essendoci praticamente una sola strada principale che attraversa la piccola isola, quest’ultima soluzione è senza dubbio la migliore oltre ad essere la più economica ed ecologica. 

 

La spiaggia principale e la più grande, lunga circa 13 km, è Migjorn. Ci sono molti punti d’accesso, noi, come suggerito dalla padrona della casa che abbiamo preso in affitto, siamo andati a sud vicino alla splendida insenatura di Calò es mort.  Qui l’acqua è davvero trasparente e la spiaggia bianchissima, ci sono inoltre alcuni chiringuitos e stabilimenti balneari dove fare un aperitivo o mangiare qualcosa.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

 Se cercate un po’ di vita mondana, l’unico punto dell’isola ad offrirla è Es Pujol.  Anche nel resto dell’isola ci sono alcuni ristoranti e bar, ma non cercate a Formentera la vita notturna offerta dalla vicina Ibiza.

La seconda tappa

La Riserva Naturale di Ses Illetes

Chi viene a Formentera, tornerà a casa con impressa per sempre nel proprio immaginario la bellezza della riserva naturale delle saline, che abbraccia il lato nord di Formentera e quello sud di Ibiza. Qui da anni stanno cercando di ripopolare il fondale del mare con le preziose alghe di Posidonia, che riossigenano abbondantemente le acque marine e costituiscono l’habitat naturale di moltissimi pesci. Si paga un simbolico biglietto d’ingresso all’entrata della penisola, l’accesso è gratuito se si arriva a piedi o in bicicletta. Il promontorio è uno dei posti di mare più belli di tutto il Mediterraneo. Si incontrano molte spiagge separate tra loro, ma collegate da un facile e lunghissimo percorso pedonale. Partendo dal versante destro si susseguono Cavall d’en borràs, con il famoso chiringuito di el Tiburon, la famosissima Ses Illetes, probabilmente la spiaggia più famosa di tutta l’isola, platja de Llevant, platja es trucadors, fino ad arrivare alla punta, Es Pas, dove all’orizzonte si vede l’isola di s’espalmador con la sua famosissima spiaggia di s’alga, raggiungibile solo via mare con barche private o con costosissimi blu tour.

Molte le calette naturiste presenti ed il mare qui è semplicemente paradisiaco. Delle piccole alture rocciose vi permetteranno poi di fare foto meravigliose, inquadrando il lungo e stretto dito di spiaggia con il mare presente sia nel versante orientale che occidentale. Spesso per effetto della luce del sole il mare risulta di colori diversi nei due versanti, blu, azzurro, turchese, celeste… Nella prima parte della penisola troverete ristoranti e chiringuitos e molta gente, poi via via, tutto si dirada, poche le persone e assenti le strutture, fino ad arrivare al canale di Es Pas dove sarete praticamente da soli anche in pieno agosto. La vista è meravigliosa, si riesce a vedere distintamente tutto il lato sud di Ibiza, con lo scoglio di es Vedrà sulla sinistra e la bianca città di Evissa sulla destra.

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Il fondale marino coperto da alghe di  Posidonia

In passato si poteva arrivare all’isola di s’espalmador anche via mare, la striscia di mare basso che la separa da Formentera infatti è interdetto al passaggio dei natanti, ma da alcuni anni, a causa delle correnti, dei vigilanti proibiscono la transumanza delle persone. 

La terza tappa

La spiaggia de La Saona

Altra spiaggia meravigliosa è La Saona, la “perla” di Formentera. La maggior parte delle spiagge di Formentera sono spiagge aperte e quindi esposte ai vari venti, La Saona invece è una cala quasi sempre riparata dai venti e una delle poche spiagge esposta a occidente, con sabbia molto fine e mare basso e azzurrissimo. Sul lato sinistro ci sono delle tipiche rimesse delle barche a fare da cornice e un piacevole chiringuito con una piccola terrazza che offre un panorama mozzafiato.

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Dublino

Un viaggio per gli amanti della cultura vibrante delle città europee, delle serate nei pub, dei musical e della scrittura
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Dublino

DUBLINO

...alla scoperta della tigre celtica

La proposta in breve

Un viaggio per gli amanti della cultura vibrante delle città europee, delle serate nei pub, dei musical e della scrittura

  • Per chi è questo viaggio? Un viaggio per gli amanti della cultura vibrante delle città europee, delle serate nei pub, dei musical e della scrittura
  • Quando mi consigliate di partire? Dublino può essere visitata tutto l’anno. Consigliamo di scegliere un weekend lungo inserendo la festa di San Patrizio (17 Marzo) oppure Halloween (31 Ottobre). Per San Patrizio la città si tinge di verde, ci sono cortei e sfilate, le persone si vestono in maschera. Anche la festività di Halloween è molto sentita con travestimenti da brivido! 
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Quattro – cinque giorni 
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è medio-bassa
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Medio/alta dipende dalla stagione (il picco è per San Patrizio)
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? Trinity College, Temple Bar, Guinness Storehouse, Grafton Street, Distilleria di Jameson, Dublin Docklands
  • Quali specialità culinarie mi aspettano? Irish Stew, Fish and Chips, Guinness Beef Stew, Soda Bread, Black Pudding, Irish Coffee

I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

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Per coloro che amano la storia…

L’origine del nome della città è curiosa. Deriva dalla parola gaelica “Dubh Linn”, ovvero “pozzanghera nera”, un antico bacino d’acqua dove si trovava il Castello di Dublino, l’attuale cuore della città
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Per coloro che amano la cultura pop…
Dublino è la meta perfetta anche per gli appassionati della scrittura e della musica. Infatti è stata la città natale di molti famosi scrittori e artisti. Tra questi, gli autori James Joyce e Oscar Wilde, il poeta William Butler Yeats e il drammaturgo George Bernard Shaw, oltre che della rock band U2
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Per coloro che amano la natura…
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L'itinerario!

7 tappe per esplorare Dublino

La prima tappa

Esplorando Dublino Sud

Dedicate il tuo vostro primo giorno a Dublino all’esplorazione dei siti culturali e d’intrattenimento che l’hanno resa famosa in tutto il mondo.

  • Trinity College: visitate la suggestiva biblioteca del Trinity College. Qui si trova una delle più grandi collezioni di libri di epoca medievale e manoscritti preziosi non solo d’Irlanda ma del mondo, mappe antiche e testi rari. La sua sala più celebre è la Long Room, una spettacolare sala di lettura con soffitto a volta e scaffali alti fino al tetto, soltanto in questo magnifico ambiente sono custoditi circa 200.000 volumi. Tra le opere più significative e famose conservate nella biblioteca del Trinity College, c’è il celebre “Book of Kells”: un manoscritto illustrato del IX secolo, che contiene i quattro vangeli del Nuovo Testamento e rappresenta uno dei tesori più preziosi dell’Irlanda. Le sue pagine sono riccamente miniate con elaborati disegni e decorazioni raffinate.
  • Castello di Dublino: l’antico castello normanno si trova nel cuore della città e nel tempo si è trasformato in una residenza reale. Molto belli i giardini che lo circondano  
  • Temple Bar: esplorate il quartiere più vivace e animato di Dublino, noto per i suoi pub, i ristoranti, le gallerie d’arte e gli spettacoli dal vivo.
  • Grafton Street: fate shopping lungo questa famosa via pedonale, piena di negozi, artisti di strada e intrattenitori.
  • Cattedrale di San Patrizio: ammira l’architettura gotica di questa imponente cattedrale, la più grande d’Irlanda.
  • Merrion Square: godetevi un tranquillo momento nel parco pubblico di Merrion Square, dove potete trovare il famoso “Oscar Wilde Statue” e molte altre sculture.
  • Christ Church Cathedral: visitate questa maestosa cattedrale medievale, con una storia di oltre 1.000 anni.
  • St. Stephen’s Green Shopping Centre: se vi piace fare shopping, visitate questo centro commerciale che offre una vasta gamma di negozi e ristoranti.

 

A giro per la città e per tutto il Paese vedrete sventolare ovunque i colori della bandiera Irlandese. Ma cosa rappresentano i tre colori della bandiera? In pochi sanno che i tre colori sono un simbolo di pace: il verde rappresenta i Cattolici, l'arancione i Protestanti e il bianco la pace tra le due parti.
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Curiosità

Il fiume Liffey “taglia” la città, separando la parte Nord dalla Sud. I quartieri a Nord del Liffey hanno numeri dispari mentre quelli a Sud sono contrassegnati da numeri pari.

La seconda tappa

Night Life & Pub Crawl

Dopo la visita ai siti culturali più famosi della città, vivete la vita notturna dublinese sperimentando il tradizionale Pub Crawl. Un’intera serata (o anche una nottata per i più resistenti) passata visitando pub e bar in successione, generalmente nello stesso quartiere o area della città.
Per un Pub Crawl ancora più speciale vi consigliamo di non perdere questi locali:

  • The Brazen Head: il pub più antico d’Irlanda. Questo pub storico è uno dei più antichi al mondo, con una storia che risale al 1198. È situato nel quartiere di Merchants Quay ed è noto per la sua atmosfera tradizionale, per la musica dal vivo e per essere stato frequentato da scrittori e personaggi famosi nel corso dei secoli.
  • The Temple Bar: Situato nel quartiere omonimo, The Temple Bar è uno dei pub più famosi di Dublino ed è un’icona della vita notturna della città. Offre un’ampia selezione di birre, musica dal vivo e un’atmosfera vivace e festosa.
  • The Porterhouse Brewing Company: Questa catena di pub è famosa per la sua produzione di birre artigianali e per la ricca selezione di birre artigianali provenienti da tutto il mondo. Questi pub godono inoltre di un’atmosfera molto accogliente ed offrono spesso spettacoli di musica dal vivo.
Non potete perdervi un pasto a base di Fish and Chips nel locale Porterhouse accompagnato da una birra bionda o dalla celeberrima Guinness

La terza tappa

My Goodness, My Guinness

Gli amanti della birra non potranno perdere la visita al celebre museo “The Guinness Storehouse”, dedicato a una delle birre più famose del mondo.
La visita alla Guinness Storehouse è un’esperienza divertente ed educativa. Fra le varie attrazioni proposte, vi consigliamo di vedere:

  1. La storia della Guinness: Al piano terra, troverete la storia affascinante della birra Guinness, dalla sua fondazione ad opera di Arthur Guinness nel 1759 fino ai giorni nostri. Scopri come l’impresa è cresciuta e si è evoluta nel corso dei secoli.
  2. Il gigantesco calderone in bronzo: Al primo piano c’è un gigantesco calderone in bronzo utilizzato in passato per produrre la Guinness. È un capolavoro di arte e tecnica che offre un colpo d’occhio impressionante sulle dimensioni dell’azienda.
  3. L’arte della degustazione della Guinness: Imparate come degustare correttamente la Guinness. Vi verrà mostrato come osservare il colore, percepire gli aromi e assaporare i sapori unici di questa birra stout.
  4. Gravity Bar: Arrivate alla cima della Guinness Storehouse, al Gravity Bar, da qui avrai un panorama mozzafiato su Dublino. È uno dei punti più alti della città e un luogo ideale per scattare foto spettacolari.
  5. The Taste Experience: Partecipate all’esperienza sensoriale interattiva. Potrete sperimentare i vari ingredienti che compongono la birra Guinness, come l’acqua, l’orzo, il luppolo e il lievito.
  6. I ristoranti e i bar: Ci sono vari ristoranti e bar all’interno della Guinness Storehouse dove potrete gustare cibi e bevande ispirate alla Guinness. Prova piatti tradizionali irlandesi insaporiti dall’aroma della birra simbolo della Nazione.
  7. Spilla la tua Guinness: Alcune visite guidate offrono l’opportunità di imparare come versare correttamente una pinta di Guinness, una vera e propria arte che richiede precisione.
  8. Personalizzare la tua pinta: potete anche personalizzare un bicchiere Guinness con il vostro nome, un regalo unico e memorabile.

Durata della visita: 3 ore
Vi consigliamo di prenotare i biglietti in anticipo – la Guinness Storehouse può diventare molto affollata, specialmente durante i periodi di punta.

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Curiosità

Il modo in cui viene servita la Guinness, fondamentale per ottenere il giusto aspetto, sapore e consistenza, avviene con il metodo “pouring a Guinness,” che è considerata una vera e propria arte. Ecco come funziona:

Il bicchiere: Per prima cosa, viene selezionato un bicchiere specifico noto come “bicchiere Guinness” o “pint glass”. Questo bicchiere ha una forma particolare con il collo stretto e una base larga, progettato per ottimizzare l’esperienza di degustazione.

Inclinazione del bicchiere: Il barista inclina il bicchiere a un angolo di circa 45 gradi e versa lentamente la Guinness lungo il lato del bicchiere, evitando il contatto diretto con la parete interna.

Riempimento graduale: La birra viene riempita gradualmente mentre il bicchiere viene lentamente raddrizzato. Questo processo crea uno strato di schiuma cremosa sulla parte superiore della birra.

La “surge and settle”: La Guinness è nota per la sua caratteristica “surge and settle,” che si traduce nell’osservare come la schiuma si forma e si deposita lentamente mentre la birra viene versata.

Il tocco finale: La birra viene servita con la testa di schiuma sporgente sopra il bordo del bicchiere, formando un cappuccio cremoso.

La quarta tappa

I ponti di Dublino

Dublino è attraversata dal fiume Liffey e possiede ben 17 ponti che lo scavalcano. Vogliamo soffermarci almeno su 2 di essi. 

Il primo, e più famoso, è il Ha’penny bridge. E’ stato fino agli anni 2000 l’unico ponte pedonale della città e il suo curioso nome è proprio legato al pedaggio di mezzo penny richiesto per poterlo attraversare.

L’altro è il Samuel Beckett bridge o ponte di Calatrava, progettato dal famosissimo architetto spagnolo negli anni 2000. Il ponte, oltre ad essere estremamente funzionale poiché ruota di 90° per far passare le navi più grandi (purtroppo non sono mai riuscito a vederlo in azione), ha un disegno bellissimo e suggestivo. La sua asimmetria e la sua forma che ricorda un’arpa celtica, simbolo irlandese per eccellenza, lo rendono un una dei monumenti più riconoscibili della città.

La quinta tappa

Visita alla Distilleria di Jameson

La distilleria di Jameson è dedicata al celebre Wiskey Irlandese Jameson ed è una delle principali attrazioni di Dublino. Ecco gli aspetti salienti della visita:

  • Tour della Distilleria: avrete l’opportunità di imparare tutto sul processo di produzione del whisky, dalle materie prime alla distillazione e all’invecchiamento. Potrete anche vedere gli storici alambicchi in rame utilizzati nel processo.
  • Assaggi: La degustazione di whisky è un must. Durante il tour, avrete l’opportunità di assaporare diverse varietà di Jameson, imparando a riconoscere le sfumature di gusto e aroma che le distinguono.
  • Bow St. Experience: Questa esperienza vi offre un’immersione interattiva nella storia e nella produzione del whisky Jameson. Potrete ascoltare le storie dei mastri distillatori, imparare l’arte della degustazione e persino creare il tuo blend di whisky.
  • Ambiente storico: la distilleria è situata nell’edificio storico di Bow Street, che ha legato tutta la sua vicenda alla produzione di whisky. Durante la visita, pottrete scoprire i dettagli di questa storia affascinante.
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Dublin Winter Lights

Se capitate a Dublino durante il periodo di Capodanno vi imbatterete nel Dublin Winter Lights, in scena da metà Novembre al 1 gennaio. Tutta la città dal tramonto all’alba si accende di numerose installazioni luminose sparse per i vari ponti, strade o edifici della capitale.

La sesta tappa

Caccia al tesoro delle statue in città

Molte sono le statue che abbelliscono strade e piazze della capitale. Vi proponiamo alcune delle più interessanti da trovare in un itinerario che attraversa la città.

  • Statua di Molly MaloneMolly Malone è una delle icone della capitale irlandese. Nelle serate che passerete nei pub di Dublino vi capiterà di sentir cantare a squarciagola e con grande intensità la canzone-inno a lei dedicata dal gruppo The Dubliners. La statua si trova vicino al Trinity College. Molly era una semplice ragazza che di giorno faceva la pescivendola, mentre di notte pare fosse dedita a tutt’altra occupazione. Non è dato sapere se la storia sia vera o inventata, ma la statua in città è molto amata e si dice porti fortuna toccarle i seni, che, non a caso, risultano splendenti.
  • La scultura della Carestia. Passeggiando lungo il fiume in prossimità del museo dell’immigrazione, vi imbatterete in un gruppo scultoreo molto suggestivo. Rappresenta una famiglia in miseria che cammina tristemente verso un futuro incerto. Il ricordo della carestia che colpì il paese nel 19° secolo cagionando la morte per fame di circa un milione di persone e costringendone altrettante all’esodo verso l’America in cerca di un futuro migliore, è ancora molto vivo nel Paese e trova in queste tristi statue un ricordo della loro sofferenza.
  • Monumento a Oscar Wilde. Di fronte alla sua casa all’interno del parco di Merrion Square la colorata statua del famoso Oscar Wilde, rappresenta il grande autore in vestaglia, sdraiato su una roccia, con un’espressione piuttosto sarcastica. La piccola statuetta in bronzo della donna svestita che si trova accanto rappresenta sua moglie Constance Lloyd ed il busto maschile al fianco simboleggia invece il dio greco Dioniso.
  • Statua di James Joyce. All’angolo tra Talbot Street e O’Connell Street, di fianco allo Spire troverete la statua di uno dei personaggi più autorevoli di Dublino, il grande scrittore James Joyce. Una statua molto simile si trova anche in Italia a Trieste, città in cui lo scrittore visse per alcuni anni. Questa è una delle “talking statues” sparse per la città. Scannerizzando il QR code posto alla loro base, saranno infatti direttamente le statue a raccontarvi la loro storia!
  • The Spire – La guglia di Dublino. Un nuovo controverso simbolo della nuova Dublino è il pennone dello Spire in O’Connell Street. Un’imponente torre di acciaio inossidabile chiamato anche “la torre della Luce”. In questo luogo negli anni sessanta l’IRA, l’esercito repubblicano irlandese, ha fatto esplodere la statua dell’ammiraglio inglese Nelson per rivendicare l’indipendenza dal governo di Londra. L’altissima guglia eretta al suo posto, vuole simboleggiare l’inizio del nuovo millennio, l’innovazione e la lotta per l’indipendenza dell’Irlanda.

La settima tappa

La Dublino moderna - Dublin Docklands

Consigliato da un amico che vive da anni in Irlanda ecco comparire la Dublino che non ti aspetti. Tutti i turisti che arrivano nella capitale irlandese per la prima volta, ovviamente e giustamente, visitano i più famosi punti di interesse come il Trinity College o il celebre Temple Bar, ma Dublino è anche una città nuova, che vuol essere protagonista del terzo millennio e quindi continua incessantemente a farsi bella e edificare nuovi palazzi, nuovi ponti e addirittura nuovi quartieri.
Questa area a nord di Dublino, fino a pochi anni fa considerata una zona da non frequentare, ricca di docks, magazzini portuali, ed esclusa dai vari percorsi turisti, sta diventando rapidamente un nuovo polo attrattivo per la sua recente riqualificazione. Questo vivace e vibrante quartiere è diventato la sede europea delle più grandi multinazionali del pianeta come Google, Apple, Microsoft e Meta, che hanno investito nella costruzione di modernissimi edifici e grattacieli. Nella zona si trovano inoltre molti luoghi di divertimento e divertentissimi pubs. Non perdere questi siti:

  • Bord Gáis Energy Theatre: La maggior parte dei viaggiatori che visitano New York o Londra desidera ardentemente partecipare ad uno dei famosissimi Musical di Broadway in lingua inglese, ma non tutti sanno che questi meravigliosi capolavori possono essere anche gustati in Irlanda ed in particolare a Dublino. Il Bord Gais Energy Theatre è il nuovo bellissimo teatro progettato dall’archistar Daniel Libeskind, in vetro e acciaio, che ospita i maggiori eventi teatrali, tra cui i più famosi musical mondiali. Informatevi in anticipo sull’offerta artistica presente nel periodo della vostra permanenza.
  • The Convention Centre Dublin: Questo edificio dall’architettura contemporanea è uno dei principali centri congressi d’Europa. Anche se non partecipate a un evento, potrete ammirare la sua struttura e il design innovativo.
  • Grand Canal Square: Questa piazza moderna è circondata da grattacieli di vetro e offre una vista panoramica sul porto. Potrete godervi una passeggiata, ammirare l’arte pubblica e rilassarti in questa zona.
  • Dublin Bikes: Potrete noleggiare una bicicletta Dublin Bike e percorrere la zona delle Docklands in modo ecologico. Ci sono molte piste ciclabili e il terreno pianeggiante lo rende adatto per il ciclismo.
  • 3Arena: è il principale luogo per grandi concerti, dove si esibiscono tutte le grandi star internazionali in tournée in Irlanda. Prenotate in largo anticipo i biglietti per una serata speciale.
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